domenica 14 giugno 2015

Il coraggio di essere cani

«Questi sono i problemi della nostra epoca, migrazioni dovute a guerre, estremismo, miseria, fame e cambiamenti climatici. Non possiamo pensare di arrenderci o soccombere ma nemmeno di nascondere il problema o scaricarlo sul vicino, bisogna avere il coraggio di essere adulti, chiamare tutti alle responsabilità e chiamare le cose con il loro nome. Costruire percorsi virtuosi (di accoglienza, studio, rispetto delle regole per chi ha i requisiti) e insieme meccanismi di rimpatrio e di aiuto ai Paesi da cui partono, ma evitare di voltare la testa dall’altra parte regalando migliaia di disperati al lavoro nero e alla criminalità organizzata. » Mario Calabresi, La Stampa, domenica14 giugno 2015.

«Bisogna avere il coraggio di essere adulti, chiamare tutti alle responsabilità e chiamare le cose con il loro nome».
Non riescono a chiamare le cose con il loro nome perché le cose hanno un nome che impedisce di essere pronunciato, perché se pronunci il nome di come stanno le cose veramente col cazzo che ti fanno essere direttore di un giornale a tiratura nazionale, col cazzo che ti danno la prima pagina e ti fanno fare il compitino domenicale per metterti in pace la coscienza.
Parlano, scrivono, intervengono dai loro piedistallo suggerendo lo stato d'animo giusto per affrontare le emergenze del giorno. Hanno un obiettivo: coinvolgere, responsabilizzare il pubblico riguardo agli accadimenti, ma non attivando il senso critico, piuttosto agendo sul lato emotivo, occorre guidare la massa là dove vuole il desiderio dei padroni del vapore. Due le opzioni possibili riguardo al problema del momento: la compassione (il salotto del pensiero buono: la Repubblica, La Stampa, il Corriere della sera...) o il linciaggio (il tinello del pensiero cattivo Il Giornale, Libero, Il Tempo...)
Che compito ingrato formare la pubblica opinione, quando la pubblica opinione non ha più alcuna voglia di essere formata. È una pubblica opinione riottosa, poco diligente, incapace di ascolto, stanca di ricevere i soliti messaggi bipolari: «si dovrebbe fare questo; no, si dovrebbe fare quello; intraprendere percorsi virtuosi; affondare i barconi».
Il capolavoro è quando gli opinion maker effettuano una chiamata di correo: bisogna «evitare di voltare la testa dall'altra parte». «Noi vogliamo restare umani»¹. Spalle al muro, col torcicollo e le mani sulle palle, quella buonanima del lettore cerca una soluzione, magari anche adeguandosi a quelle proposte dai priori dell'informazione. Ma che può, lui, in concreto, se non constatare che non è la sua testa o la sua umanità a determinare le sorti di migliaia di disperati? Di più: come non accorgersi che il lavoro nero e la criminalità organizzata non sono altro che modalità economiche collaterali, scimmiottamenti, altamente redditizi, del sistema produttivo capitalista? In buona sostanza - rivolgendomi soprattutto a Sofri che, suppongo, certe pagine le avrà lette - come mai gli umani emigrano così “sconsideratamente”?

«Ma se una sovrappopolazione operaia è il prodotto necessario della accumulazione ossia dello sviluppo della ricchezza su base capitalistica, questa sovrappopolazione diventa, viceversa, la leva dell’accumulazione capitalistica e addirittura una delle condizioni d’esistenza del modo di produzione capitalistico. Essa costituisce un esercito industriale di riserva disponibile che appartiene al capitale in maniera così completa come se quest’ultimo l’avesse allevato a sue proprie spese, e crea per i mutevoli bisogni di valorizzazione di esso il materiale umano sfruttabile sempre pronto, indipendentemente dai limiti del reale aumento della popolazione. Insieme con l’accumulazione e con lo sviluppo della forza produttiva del lavoro ad essa concomitante cresce la forza d’espansione subitanea del capitale non soltanto perché crescono l’elasticità del capitale funzionante e la ricchezza assoluta, di cui il capitale costituisce semplicemente una parte elastica, non soltanto perché il credito mette, ad ogni stimolo particolare, in un batter d’occhio, una parte straordinaria di questa ricchezza in veste di capitale addizionale, a disposizione della produzione. Le condizioni tecniche dello stesso processo di produzione, le macchine, i mezzi di trasporto ecc. consentono, sulla scala più larga, la più rapida trasformazione del plusprodotto in mezzi addizionali di produzione. La massa della ricchezza sociale che con il progredire dell’accumulazione trabocca e diventa trasformabile in capitale addizionale entra impetuosamente e con frenesia in rami vecchi della produzione, il cui mercato improvvisamente si allarga, oppure in rami dischiusi per la prima volta […] la cui necessità sorge dallo sviluppo dei rami vecchi della produzione. In tutti questi casi grandi masse di uomini devono essere spostabili improvvisamente nei punti decisivi, senza pregiudizio della scala di produzione in altre sfere; le fornisce la sovrappopolazione Il ciclo vitale caratteristico dell’industria moderna, la forma di un ciclo decennale di periodi di vivacità media, produzione con pressione massima, crisi e stagnazione, interrotto da piccole oscillazioni, si basa sulla costante formazione, sul maggiore o minore assorbimento e sulla nuova formazione dell’esercito industriale di riserva della sovrappopolazione. Le alterne vicende del ciclo industriale reclutano a loro volta la sovrappopolazione e diventano uno degli agenti più energici della sua riproduzione.» Karl Marx, Il Capitale, Libro I, sez. VII, cap. 23, 3.

___________________
Note
¹ Nel secondo capoverso del suo editoriale, Adriano Sofri scrive: «Abbiamo due punti cardinali, noi. Il primo, la nostra stella, è il comandamento: restare umani». Proseguendo la lettura, confesso, non ho trovato il secondo: sarà stato un satellite.
² Grassetto mio.
³ Il titolo è riferito al «uo oh,  uo oh» della canzone di Marco Mengoni.

11 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

Friedrich Engels, il fondatore del tecnoteismo progressista, fu uno detrattore feroce di Thomas Robert Malthus e non avendo argomenti rispetto all'evidenza aritmetica della realta', lo attacco' sul piano personale, con un sacco di menzogne (pattern noto nello scontro dialettico, quando mancano le argomentazioni).

Uno dei problemi della religione marxista progressista e' proprio strutturale, ovvero quello dell'azione sinergica positivista tra crescitismo e tecnoteismo progressista.
La religione marxista non puo' essere diversa dalle altre, non puo' non negare la realta', le sue leggi, fisiche e biologiche, matematiche, come scrivevo, sarebbe un suicidio della propria ragion d'essere e dei sacerdoti che su di essa campano.

Malthus, infatti, uso' proprio la metafora del banchetto: le gozzoviglie dei riccastri permettono che cadano dei bocconi sotto ma... appena il numero dei commensali aumenta e/o i rifornimenti in dispensa diminuiscono e/o il numero di quelli sotto la tavola che raccolgono i bocconi aumenta, succedono dei gran casini.

Il boccone oggi e' la metarisorsa "lavoro" e, come in tutte le risorse/beni/ metarisorse, c'e'una domanda e c'e' un'offerta e una competizione per esso (le risorse calano di anno in anno poiche' la biosfera che le riproduce viene distrutta dall'artificiale antropico biologicamente morto che cresce).
Se aumenta la domanda, aumentano i prezzi, se aumenta l'offerta, diminuiscono i prezzi.

Io non capisco perche, per il lavoro, non dovrebbe essere cosi.
E, ancora, piu' il prezzo e' alto, piu' il compratore cerca di ottimizzare, ridurre, differenziare. E'un sistema dinamico che, se adiabatico, isolato, trova un suo equlibrio.
Fare lo sguattero non e' apprezzato? Pochi si offrono per quel lavoro, c'e' richiesta, la remunerazione aumenta, ecco che un numero maggiore di persone decide di fare lo sguattero.

Ciascuno di noi applica queste strategie piu' volte in un giorno, magari con qualche eccezione (che analizzata con cura non e' un eccezione ma solo un riproporre lo schema su piani diversi, ad esempio edonistici, culturali, etc.).

L'automazione sempre piu' spinta (fatto oggettivo) e la crescita folle, senza limite della poplazione ,la vera e unica sovrappopolazione, e quindi anche dei lavoratori non qualificati, sbilanciano il sistema.
In sistemi finiti, l'invasione di decine di milioni di lavoratori alloctoni destabilizza l'incontro tra domanda e offerta.
Lo sguattero non solo non viene remunerato di piu', ma viene remunerato molto meno, anche fino al lavoro schiavile: fuori dalla trattoria ci sono settantatre clandestini che vogliono lavorare per i due terzi o meta' di quanto prendi tu.
Sei licenziato.

(ecco come il filomassmigrazionismo panmixista, si' global diventa complice del piu' becero capitalismo, come succede sempre nei sistemi bipolari ad alta e teatrale "zuffosita'").
Cosa succede se nel mercato dei tapezzieri italiani, catapulti dall'esterno 1M di tapezzieri cinesi, cipperliani, bengalesi, egiziani, uarichistani ?

Non siamo sul piano razionale, scientifico, ma su quello fideistico, di sistemi di credenze sostanzialmente derivati dal sistema religioso (giudaico-cristiano) dei quali il marxismo e' una nuova professione,una nuova setta.
Oppio dei popoli scacciato dalla porta e rientrato dalla finestra.

Olympe de Gouges ha detto...

caro Luca, vedo che di piaghe ne hai più d'una, coraggio

Luca Massaro ha detto...

cara Olympe, mi ricordo che, circa otto, forse nove anni fa, poche settimane prima di decidermi di avviare un blog pubblico, scrivevo commenti ad altri blog.
Iniziai - ma tu pensa - con quello di Beppe Grillo.
Proseguii poi su altro genere di blog, meno affollati (prediligevo i temi etici, su Bioetica e quelli darwiniani).
Quando mi avvidi che quanto scrivevo superava la frase, frase e mezzo mi dissi: è ora di tenere un luogo mio ove pubblicar facezie. E così nacque Un tal Lucas.
Da allora non ho mai commentato con più di due o tre frasi in blog altrui.
Se avevo qualcosa da dire, mi rifugiavo nel mio blog, senza tritare le palle agli altri.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

siu ha detto...

Orecchie che, ahimé, non intendono... da cui palle trituratissime, le mie.

UnUomo.InCammino ha detto...

Il signor Olimpico ha già provveduto, nel suo luogo, con la censura.
Il confronto dialettico, anche se aspro, viene concluso con una sprangata (in questo caso il silenziamento, un po' come facevano i fasci). Ma questo è del tutto ovvio, visto che conosco l'etologia che funziona anche per le persone di sinistra, nonostante tutti i loro sforzi per negarla.

La questione è che questi sono luoghi pubblici.
Si può decidere di non voler commenti, ad esempio.
Oppure di aprire ai commenti, il rischio è che arrivino anche commenti disadeguanti,che si apra un contraddittorio.
E' possibile applicare la censura, non pubblicarli.


Pensate che queste intrusioni, dialettiche, sono ben poca cosa, rispetto alle intrusioni fisiche di decine di milioni di invasori. Questa "accoglienza senza se e senza ma", catechizzata da mane a sera, inizia a vacillare anche solo per le idee e le parole, nella diariosfera.
Però quegli altri che si lamentano sui problemini banali, dettagli, bagatelle dello tsunami migratorio, quelli, no, quelli devono accogliere e sono cacca diavolo nazifascioleghisti perché si lamentano.
Ad esempio.
Le invasioni dei miei spazi sono molto più terribili di quelle "tue".
Già.

Luca Massaro ha detto...

Più che intrusioni dialettiche, o Uomo in Cammino, i tuoi sono dei monologhi, anche a causa mia, per carità, ché non rispondo alle tue argomentazioni, ma non rispondo per una ragione sola: nei post che scrivo, ho già detto quel che volevo dire e sinora i tuoi commenti di replica non mi hanno fatto mai cambiare idea (ma non perché io presupponga di possedere la verità, eh!).
Non censuro, modero soltanto, per evitare offese ai viventi. Le tue offese a Marx ed Engels non sono nemmeno tali, perché sei completamente fuori strada, accusare di religione il marxismo è come accusare il cattolicesimo di esser promotore della filosofia del gender.
Citi Malthus... Anche Marx lo ho citato nel Capitale, per accantonarlo.
Infine, nel vero senso del termine (nel senso che non accoderò altra risposta a questa perché mi piace andare avanti e non fare tic toc sulla tastiera per discutere), quando leggo che ad emigrare sarebbero dei borghesi, mi verrebbe voglia di fermarmi lungo i vigneti di Frescobaldi per chiedere ai nigeriani che potano tralci chi gliel'ha fatto fare di venire a fare i proletari in Italia. Giuro che se mi rispondono: "Per imbastardire la vostra razza" farò ammenda e vi darò ragione.

Marino Voglio ha detto...

qui si vaneggia di sprangate senza evidentemente - beato lui - averne mai assaporata una.

e di silenziamenti - mah. il mio browser dev'essere speciale con tutti i suoi magici cookies, se riesco a leggere commenti censurati...

UnUomo.InCammino ha detto...

x Luca Massararo:
Uso, provocatoriamente, il termine di religioso. Su altro registro potremmo definirlo "insieme di credenze e pensieri acritici e contraddetti dalla realtà".
Infine, il grosso dei migranti sono persone che appartengono alle classi medie nei loro paesi di origine e migrano per aumentare il tenore di vita, non per inedia.
Tempo addietro ci fu un lavoro dell'ISTAT che segmentava il fenomeno anche sulla base del reddito del potere d'acquisto.
Nelle mille nefandezze delle migrazioni di massa c'è anche (e via via più ci sarà) un degrado delle condizioni di vita.
Del resto, se avete qualche nozione di sociologia, è noto che l'alienazione e la subproletarizzazione sono fenomeni ormati noti e stranoti dell'urbanesimo (e dell'urbanesimo causato dalle migrazioni).
Il fatto che Marx accantoni Malthus cosa significa? Perché? Ecco il pensiero acritico. Se (il dio) Marx ha accantonato Tizio o Caio è cosa buona e giusta.

> chi gliel'ha fatto fare di venire a fare i proletari in Italia.
Ora, citazione del lavoro ISTAT, la risposta che io osservo quotidianamente è: (la speranza del)l'aumento più rapido possibile del tenore di vita.

x Marino Voglio:
i silenziamenti sono quelli della signora Olimpia nel suo diario, quelli delle varie minoranza resistenti o reattive non conformi. Ecco. prendi un cartello, ad esempio con "Pena di morte ai clandestini rientrati dopo espulsione" vai in piazza oppure davanti al centro sociale e guarda quanto tempo resisti.
Ma la violenza sinistra è superiore, è giusta, è educativa, è antifascista. Non è violenza, sono gli altri ad esserlo.
;)

Marino Voglio ha detto...

uomoincammi'...

mi ricordi un riverito (da me - e senza ironia) Maestro di musica che infliggeva terrificanti reprimende contro coloro che disertavano le prove... a quei malcapitati che invece erano andati alle prove.

non ti offendere - io je volevo tantobbene (a lui).

...e l'argomento del cartello è davvero conclusivo, guarda. mi ricorda quella donna che si intrufolò nella gabbia delle tigri perché lei ci sapeva fare, con gli animali.
ti immagino dunque guardarti bene dallo sconsigliare a una ipotetica tua figlia quattordicenne lunghe solitarie e notturne passeggiate* in minigonna nelle periferie della vostra città; ché semmai "sono gli altri ad esserlo (?)".

apparte quarche consecuzzio subbordinatarum che tescappa 'gni tanto, se vede che hai fatto buoni studi e un sacco de SettimanaNimmistica.
tuttobbuttato ar cesso. peccato.

(padrone di casa, scusa il battibecco. ti prometto che non si ripeterà maippiù - almeno fino aqquanno nun me scordo. puoi sempre cassare il commento se credi, così rassicuri TUTTA la platea...)

* UnaFanciulla.InCammino - talis pater...

Luca Massaro ha detto...

@ Marì
Figurati se te casso a te. Stocasso. :-)

UnUomo.InCammino ha detto...

Marino Voglio ma non posso, inizia a scrivere in italiano al posto di monologhi farfuglianti