martedì 9 giugno 2015

Le decisioni della Casa Bianca colpiscono chi?

«Vladimir Putin - ammonisce il presidente degli Stati Uniti - deve scegliere se continuare a isolare il suo Paese e a distruggere la sua economia, nello sforzo sbagliato di ricreare i fasti dell’impero sovietico. Oppure se riconoscere che la grandezza della Russia non dipende dalla violazione dell’integrità territoriale e della sovranità di altri Stati». Una violazione che - sostiene Obama - nel caso dell’Ucraina non è mai cessata. Per questo gli Usa e l’intero G7 si dicono pronti non solo a prolungare oltre il prossimo luglio le attuali sanzioni verso la Russia, ma anche a decidere nuove misure restrittive se ciò si renderà necessario. «Ci sono già discussioni a livello tecnico, anche se non ancora a livello politico», spiega il presidente americano, sottolineando l’esigenza di «essere preparati» di fronte a un Cremlino che dovesse insistere con quella che a Washington viene considerata una politica di aggressione. 
La risposta di Mosca non s’è fatta attendere. «Ci riserviamo il diritto di reagire conseguentemente a tutte le iniziative “non amichevoli” compiute contro di noi dagli Usa», si legge in un rapporto del ministero degli Esteri, diffuso non a caso nelle ore conclusive del G7. Per le autorità russe l’obiettivo dell’amministrazione Obama è solo quello di «aumentare la pressione delle sanzioni contro la Russia, per indebolire la sua economia e creare le condizioni per destabilizzare la situazione politica interna del Paese». 
È lo stesso presidente Usa a fare il quadro delle conseguenze, a suo dire devastanti, delle sanzioni: «La Russia è in profonda recessione. Il rublo e gli investimenti stranieri sono in calo. L’inflazione sale. La banca centrale russa ha perso riserve per oltre 150 miliardi di dollari. Le banche e le imprese russe sono virtualmente fuori dai mercati internazionali. Le società energetiche faticano a importare i servizi e le tecnologie di cui hanno bisogno». Dunque - le conclusioni di Obama - le decisioni del Cremlino «stanno colpendo innanzitutto il popolo russo». E su questo Putin dovrebbe riflettere. 

Da premio nobel per la pace a premio nobel per la brace. Nel senso che - di questo passo - basterà una scintilla e il mondo riprenderà fuoco. 
Fatta la battutina del cazzo che non serve a niente, voglio rincrescermi pubblicamente per quanto segue: se sette/otto anni fa mi avessero detto: vedrai cambierai idea su Obama e su Putin, avrei risposto: impossibile: come poter preferire la democrazia all'autoritarismo l'autoritarismo alla democrazia?
Nello specifico della su riportata dichiarazione di Obama: è palese che le accuse che rivolge a Putin dovrebbe rivolgerle in primo luogo alla nazione che presiede; infatti: come cazzo si fa ad accusare uno Stato di “ricreare i fasti dell'impero sovietico” senza riconoscere che, per mantenere la propria posizione imperiale, gli USA stanno mandando a puttane la presunta pace mondiale auspicata dopo la fine della caduta dell'URSS? Obama è un bue che dice... eccetera.
La Russia viola l'integrità territoriale? Porcadellamericaputtana: è da più di un secolo che gli USA sono presenti  ovunque a violare l'integrità territoriale altrui - si ricorda di striscio quello che fecero a Sigonella. 
Infine, la colpa della recessione russa è di Putin o di coloro che hanno preteso e pretendono l'embargo? 

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

siamo troppo condizionati dai media per avere una cognizione abbastanza obiettiva sui fatti.