mercoledì 17 giugno 2015

Realtà a premi

Non sono d'accordo con quello che accade perché quello che accade ha preso una piega che non si confà alle mie disposizioni d'animo.
Io vorrei attribuire alla realtà dei premi, ma essa rifugge il merito, preferisce proseguire nella mediocrità perché in medio stat virtus e Dio non è quindi virtuoso dato che, se esiste, il mezzo lo oltrepassa essendo Egli l'oltre, il fine, il.
Avrete notato il punto e a capo. Siete aguzzi, lo so. Io invece vorrei una moto Guzzi.
«Per andare dove?»
In Uzbekistan, così, per conoscere da vicino donne di razza eurasiatica che hanno la passione dei centauri medi e terranei.
Io mi fotografo per sorprendermi in delle pose. Ultimamente mi sono fatto una serie di scatti nell'attimo in cui evacuo il Sé.
«Sembra una persona serena», mi ha detto una psicologa dell'età evolutiva dell'azienda sanitaria locale, osservando i miei selfie. 
«Lo so: nonostante gli accadimenti sono sereno benché siano sere no», ho risposto. 
Il congiuntivo frega, titilla il puntino lacrimale. Piangerò, in fondo mi riesce bene piangere. Soprattutto nei giorni in cui non serve. Tento inutilmente di prendermi gioco dei fatti, ma è una partita persa in partenza. I fatti sono dispettosi: fanno finta di venire a patti e poi e poi invece niente, bravi. Meglio non dire. Si potrebbe trattare di un bisogno... 
«No, lei è fuori strada», mi ha interrotto la psicologa. 
«Lo dirò a Marchionne».
Dopo aver preso un ceffone evolutivo, mi sono congedato con lo stesso quantitativo di perplessità che riponevo circa la mia capacità di presa del reale.
«Dovrebbe provare a decentrarsi, a trasferire i poteri alle mani e ai piedi e far decidere al tatto dove andare anziché cerebralizzare tutto», mi ha suggerito, con tono ultimativo, la psicologa.
«Il tatto è corrispondente anche alla terza gamba?».
Non ho fatto in  tempo a terminare la frase che mi sono sentito piombare addosso tre volumi costoluti di Piaget, uno dietro l'altro, a piegare la mia allusività.
Ben mi sta. Dovrei essere più serio nel lamentarmi, più contrito d'aglio. Alto potere vermifugo. Tu le connais, lecteur.

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

e tu vai a sfrucugliare le psicoevolute con i tuoi sereni patimenti etero-esistenziali e mostrargli i tuoi autoritratti in mutande
sei proprio un ragazzaccio, ci hai provato anche con questa e quando ti ha detto di no hai sboccato
non puoi pretendere che abbocchi una preda così al primo colpo, di recitargli tutta in una volta la poesia, ci vuole cura nell'esca e attenzione ai dettagli, devi dargli filo
non è come con le cassiere della coop, questa qui ha letto Piaget e chissà che altre piacevolezze, dovevi essere ... paziente!
lo sai questa gente quanto ci tiene a lenire gli afflitti con le loro cazzate, e invece tu hai rifiutato il gioco sopra il tavolo e sei passato subito all'argomento sotto il ... tavolo. devi rivedere la tattica, quella frontale con chi è investito di un camice non funzia

Marino Voglio ha detto...

(lassela perde' la motocucuzzi ché me sembri già abbastanza - ehm - spostato senza)