giovedì 2 luglio 2015

Capitale costante vs Capitale variabile

Time

The Guardian
Luca De Biase, da cui ho appreso la notizia, scrive:
Già, ma di chi è la colpa? Un robot che normalmente dovrebbe essere tenuto alla larga dagli umani ha ucciso un collaboratore della Volkswagen che stava lavorando vicino alla macchina. Errore umano? Certamente. Ma errore di quale umano? Gli inquirenti che lo stabiliranno apriranno una nuova strada per il diritto.
Più che per il diritto, io presumo si apra una nuova strada per il rovescio (non solo del medaglione Volkswagen). E cioè: se i robot, un giorno, facessero fuori tutti i lavoratori, sparirebbe il lavoro o sparirebbero gli umani, ovvero agli umani non resterebbe altro destino che quello di essere confinati dentro i baccelli per fornire energia alle macchine, come narra la vicenda di Matrix?
O meglio: senza andare troppo in là con l'immaginazione: data l'insuperabile analisi marxiana della caduta tendenziale del saggio di profitto, il lavoro morto (i robot) ce la farà a sotterrare il lavoro vivo (il lavoratore) e a ottenere, esso solo, quello che è l'unico scopo sotteso al modo di produzione capitalistico, e cioè il valore?
No.

3 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

Come ben sai, nessuna macchina può aggiungere una stilla di valore alle merci se non cedere il suo valore intrinseco in quanto capitale costante. L'unica fonte del valore è il lavoro umano, la forza creativa attraverso cui l’operaio conferisce al lavoro accumulato un valore maggiore di quel che prima possedeva.
Mano a mano che le macchine sostituiscono il lavoro, ovvero mano a mano che il capitale costante sostituisce quello variabile, cala tendenzialmente il saggio del profitto. Ciò è dimostrato con delle semplici operazioni aritmetiche che ho esmplificato:
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2015/04/perche-cala-il-prezzo-delle-uova.html

Il capitale ha sempre più difficoltà a valorizzarsi. Questa non è ideologia, ma scienza. Dunque non del sesso degli angeli si tratta. Dopo di che si apre anche una questione politica, ma questo è un altro paio di maniche. Anche il tentativo di negare validità scientifica alle scoperte marxiane, con argomenti non scientifici peraltro, è un fatto eminentemente politico perché l'analisi marxiana va a toccare precisi interessi di classe. se marx avesse scoperto altro invece che le leggi su cui poggia il modo di produzione capitalistico, il problema politico non si porrebbe né da parte di chi difende il sistema capitalistico né da parte di chi lotta politicamente per il suo superamento.

Chi non vuole occuparsi di queste questioni direttamente (alle quali fanno capo molte altre problematiche d'ogni ordine e grado avendo l'economia attinenza con esse) è perché in fondo ha un problema irrisolto con la propria posizione di classe.

scusa la lunghezza, ciao

Luca Massaro ha detto...

Io ti ringrazio per la lunghezza (su cui confidavo): grazie e buona giornata.

Marino Voglio ha detto...

...quanto ve piace a tutti la sindrome di frankenstein. a tanti più della fregna. evvabbè.