sabato 28 novembre 2015

La fretta delle mani


Da una certa età in poi, le abitudini sono un vincolo maggiore degli obblighi perché uniche oasi nel deserto delle ore dovute alla necessità. Dato che lo scorrere del tempo si suddivide tra le rotture di palle e le pacificazioni d'animo (piccoli piaceri inclusi), qualsivoglia distrazione dalle seconde dà al soggetto l'impressione di star perdendo tempo. E siccome il tempo è l'unico capitale dei costretti, Carlo pensò di non poter disperderlo ulteriormente aggirando la questione prima con un invito a bere un caffè, poi con un invito a mangiare qualcosa in quel ristorantino che cucina prodotti a chilometro zero, e poi ancora con una sera a teatro a vedere Lavia («La circonferenza testicolare ha un'estensione limitata», rifletté), o con una giornata intera al centro termale. No. Carlo pensò che quello sguardo cortese e - presumeva - allusivo, che Claudia subito gli concesse fin dalle presentazioni, fosse sufficiente e quindi, senza ulteriori circonvoluzioni, diretto, al primo silenzio che s'interpose al loro conversar cordiale, le disse: «Che ne diresti se ci mettessimo le mani addosso per farsi un po' di bene?». E lei, di colpo, senza la minima esitazione: «Le mani? Uhm... non saprei. Magari i piedi». Carlo che già si congratulava col proprio ardire, socchiuse gli occhi per trattenere il desiderio e disse: «I piedi, già, i piedi... riservano sempre delle sorprese». E lei: «Bravo, soprattutto sono migliori delle mani per dare un calcio sui coglioni».

2 commenti:

lozittito ha detto...

la signora sicuramente indossa guanti di velluto ma forse difetta di pugno di ferro.. e allora cosa c'è di meglio, soprattutto in presenza di ipertrofia dei suddetti ?

Marino Voglio ha detto...

che esagerata. o, come avrebbe detto una mia exmoglie, una che "cell'ha pe' traverso".