venerdì 27 novembre 2015

Noti zie? No, tizie

Non ce la faccio più a seguire le notizie. Ma non voglio certo che le notizie seguano me. Purtroppo il mondo è così pieno di notizie che si rincorrono, vere, false, false e vere, comunque notizie. Notizie di qui e notizie di là, infarcite soprattutto di pubblicità. Non si affrontano più le notizie con la gravità e l'impegno che occorrerebbero. Accade una notizia, ci si concentra su quella e si fa in modo che intorno non accada altro da notiziare (!) sennò si perde la concentrazione e, a poco a poco, l'interesse per l'accaduto. Invece niente, arriva un'altra notizia che strappa la bandierina alla precedente e così via. In questo modo, si producono un sacco di notizie che finiscono facilmente nella spazzatura e quindi nella discarica, quella famosa della dimenticanza, che tutto ingloba, aerei, persone, pellicani impiastricciati di pece. Singolarmente se ne trattiene giusto qualcuna, per il resto ci pensa la memoria collettiva, nazionale e/o religiosa, alla selezione, alla formazione e alla celebrazione delle ricordanze.
La notizia che oggi vorrei trattenere è quella del figlio di un presidente di una nazione che fa parte della Nato, il quale è un imprenditore commerciante di idrocarburi provenienti dalla zona controllata dal cosiddetto Stato islamico del levante.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

e a rimetterci sono poi dei giovani in una sala da concerto. poi le lacrime, i bla bla, l'inno francese in ogni teatro e stadio italiani. vorrei proprio vedere, a parti nvertite, ossia se il massacro fosse avvenuto in italia, se in francia si sarebbe intonato nei teatr e negli stadi l'inno di mameli.