venerdì 25 dicembre 2015

Ecumenismo natalizio

Ieri mattina, un bar, un caffè. Entra un giovane uomo di colore, senegalese forse, un venditore ambulante classico e tuttavia moderno, in testa il cappello di Babbo Natale con le lucine e la borsa a tracolla con vari oggetti che cerca di vendere. «Signori, fate regalo, per favore». Una signora gli compra una collanina, un paio d'euro. Lui si rivolge al barista per un panino. «Al tonno, per favore». «Sono finiti. È rimasto quello al prosciutto». «Ah, peccato, allora niente, non posso». Gira i tacchi ed esce.

Stamani, stesso bar, stesso caffè. Entra un uomo sulla quarantina, un macedone che vive da circa tre lustri in questa zona di mondo. Si vocifera che, da pochi anni - forse perché rimasto disoccupato o forse perché stanco di fare il manovale o il tagliatore di boschi -  "studia" per diventare un imam (ammesso che non lo sia già, prima non era affatto religioso). 
Al barista che prepara gli aperitivi dice che oggi per lui non è un giorno di festa.
«E allora, che cazzo me ne frega», risponde il barista.
«Eh, ma non lo è neanche per voi: è una festa pagana; infatti, mica pregate, macché: mangiate, bevete e poi fate incidenti stradali e muoiono le persone».
«Voi le persone le ammazzate direttamente».
«Ma non è più una festa religiosa la vostra, questo voglio dire».
«Per alcuni è anche religiosa, per altri, come me, è festa e basta, anche se non per me: come vedi, sono a lavorare, quindi non rompere i coglioni e se non ti va bene, torna a casa tua e prega chi e quanto cazzo ti pare».

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

salda schiettezza toscana (non di tutti i toscani ...)

Rachel ha detto...

Forte questo barista, non è sempre facile rispondere a tono quando si è dietro ad un bancone a servire.