domenica 20 dicembre 2015

Grano Verna

Recentemente venuto alle cronache perché almeno la metà dei cittadini si è fatta fregare dalle obbligazioni subordinate di Banca Etruria e per questo al centro di numerosi servizi dedicatigli dalle principali testate giornalistiche e tele-giornalistiche italiane, Chiusi della Verna è un piangente villaggio ubicato ai piedi del celeberrimo Santuario della Verna (là dove san Francesco ricevette le stimmate) e per ciò stesso meta di numerosissimi pellegrinaggi, compresi quelli del terzultimo e del penultimo papa (chissà quando il presente, Francesco I, vi si recherà a farsi un piercing sui palmi).

Accidenti che cappello che ho fatto. Togliamocelo.

Io la cresta della Verna la vedo da casa mia. 
Il monte della Verna è quello con la gobba e sulla punta c'è il Santuario


Tuttavia, faccio prima ad arrivare sul viale della Giovane Italia, parcheggiare e andare a piedi in Santa Croce che andare da quelle parti. Comunque è un bel posto, a parte i giorni di festa con tutto il turismo religioso che s'ammassa. Da un lato, a ovest, vedono l'Arno. Dall'altro, a est, il Tevere. Dove pisciano pisciano, o Firenze o Roma le beccano comunque.

Sarò stronzo, ma non provo tanta pena per i truffati da Banca Etruria a Chiusi. Per le ragioni elencate da Olympe de Gouges, certo (1, 2), ma anche perché la scusante che lassù è presente solo quella banca non tiene in considerazione che c'è pure l'Ufficio Postale (meglio non fare la fila e comprare una subordinata che rompersi le palle alle poste con i fruttiferi?). A parte ciò: anziani o non anziani, analfabeti in economia o meno, come cazzo si fa a mettere tutti i risparmi nel solito buco?
E poi: con i frati a un paio di chilometri, si potevano far insegnare da loro come investire e far fruttare i quattrini. Scommettete che i francescani non hanno perso un centesimo?

Infine.
In uno dei suoi libri più belli, Un viaggio in Italia, Einaudi, Torino 1983, Guido Ceronetti, nel terzo capitolo, racconta:


Ecco. Sulla Verna ho detto tutto. Ma niente sul grano.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

caro Poeta,
tutto molto bello, e però se la prendessero i Ceronetti con chi (nome e cognome) a forza di condoni e abusi, abusi e condoni, capannoni e villette a bischero, ha distrutto il paesaggio e la bellezza. diciamolo pure che i geometri e gli architetti, i sindaci e gli assessori con i loro demenziali piani regolatori, di tre generazioni sono stati gli esecutori e avallatori materiali dello scempio, ma i mandanti della cementificazione e delle brutture, si sa mai come si chiamano.