sabato 19 dicembre 2015

Saudade

Ho serie difficoltà a inserirmi nel presente dibattito politico per un mero conflitto d'interessi: opposti. Forse parto dall'assunto inequivocabile che l'Italia, per definizione, non è un paese riformabile. Poi estendo l'assunto all'Europa e, successivamente, al mondo intero - e mi scòro. La vita non è che la continuazione della politica con altri mezzi (e punti fidejussori).

Oggi mi sento male: ho appoggiato un orecchio a un braccio e non ho sentito il mare. Ogni tanto mi ausculto, mi esamino e faccio una diagnosi all'impronta: verbalizzo, per capirsi. Quindi? Morirò, a data da stabilirsi. Dopo che sono morti Andreotti e Gelli ho perso ogni speranza nell'immortalità. Tra l'altro, il secondo è nato in una provincia come me, scriveva poesie come me, e partecipava a premi letterari non come me: ognuno ha una concezione diversa di dignità (ho letto molto Bernhard, da giovane).

Comunque troppa atarassia sfinisce i coglioni. Ma sono convinto che conserverei quel substrato di tranquilla insoddisfazione anche sdraiato su una spiaggia di Salvador de Bahia con una menina accanto che mi soffia «Você está bem?» nell'orecchio, lo stesso di adesso che non sente il mare.

2 commenti:

astime ha detto...

Ah, il monologo del principe Saurau!
(un amico melomane mi raccomandava sempre "poco Brasil" quando gli preparavo le play list)

Buona serata :)

Luca Massaro ha detto...

Sì, sì: poco Brazil. Poco ma buono.
(questo in lista mi ricorda qualcosa)
Buona serata altrettanto