sabato 13 febbraio 2016

Anche se noi lo vorremmo

«Siamo in una guerra perché il terrorismo ci combatte. Ci saranno altri attacchi e grandi attentati, questo è certo. La minaccia non diventerà minore, anche se noi lo vorremmo. La minaccia è “mondiale” e altri attentati terroristici in Europa sono una certezza». La previsione è del premier francese, Manuel Valls, che ne ha parlato in occasione della Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco di Baviera. Il Sole 24 Ore - http://24o.it/E6yCeT


Penso che un primo ministro che parla così sia parecchio deficitario, non solo politicamente.

Ma, a fortiori, se parla così, lo fa perché è molto conveniente farlo, sotto vari aspetti: il primo, lo stato di emergenza permanente che l'essere in guerra comporta; il secondo, il fatto che, in una situazione di attacco, di guerra, chiunque osi mettere in dubbio l'azione politica governativa di contrasto al terrorismo e non solo, è e sarà considerato di per se stesso un collaborazionista.

«Il terrorismo ci combatte», dice Valls: anche le alluvioni e i maremoti ci combattono. Tuttavia, occorre distinguere: 
  1. il maremoto è un fenomeno naturale ancora impossibile da prevedere con esattezza; 
  2. per contro, riguardo alle alluvioni (altro fenomeno naturale) la meteorologia riesce a prevedere l'intensità delle precipitazioni con discreto anticipo, anche se questo non impedisce il fenomeno, amplificato vie più nei luoghi in cui la cementificazione e la degradante manutenzione idrogeologica - imputabili sicuramente alla responsabilità umana - sono imperanti;
  3. sulla natura del terrorismo non credo ci possano essere equivoci, ma se ci fossero equivocate pure a conferma della sua specificità. Nondimeno, ammesso e non concesso che il terrorismo sia imprevedibile come i maremoti, predirne il compimento non è di per sé prefabbricarlo, ossia programmarlo a misura di una perversa ragione di Stato che ha tutto l'interesse affinché il conflitto, la guerra sia la terapia intensiva più efficace per la malata società capitalista? In altri termini: il fondamentalismo islamico - per la cui analisi rimando a questo articolo per me piuttosto definitivo - è la giusta fumeria d'oppio 2.0 sia per i giovani occidentali figli d'immigrati di seconda o terza generazione perché fornisce loro «il materiale per una costruzione identitaria di demarcazione di individui interamente formati dal capitale (soprattutto giovani uomini, ma non solo), i quali spesso non hanno il minimo legame familiare o culturale con l'Islam, e che si contraddistinguono per il modo aggressivo in cui hanno effettuato la loro "conversione" contro l'ambiente che li circondava»; sia per quei giovani «che sono stati socializzati in uno stato di guerra permanente, a volte aperto a volte larvato, ed hanno interiorizzato la disposizione alla violenza che a tale stato si accompagna. E questo in fin dei conti fornisce il quadro per la creazione di personaggi eroici mitizzati, ai quali dei giovani, soprattutto (e non solo provenienti dalle regioni in questione), potrebbero e possono identificarsi. [...] L'islamismo militante è riuscito così ad acquisire lo statuto di una cultura di contestazione radicale, che gli fornisce un'enorme affluenza di adepti provenienti da tutto il pianeta, pronti a sacrificarsi.»
Insomma, quando Valls dichiara che «La minaccia non diventerà minore, anche se noi lo vorremmo», bisogna rispondere: «Lo vorreste una sega».

Cento volte meglio un antagonismo religioso di matrice fondamentalista, che un assenteismo di massa alle prossime elezioni. Nevvero?

4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

te devo di' che l'ultima riga affonda il pezzo.

...ancora co' sto mantra dell'assenteismo di massa. se votano in tre, tanto meglio.

Luca Massaro ha detto...

Forse ciai ragione. Ma ormai l'ho scritta, la riga-appiombo, e la lascio per ricordarmi dell'eventuale errore (o il filo a piombo per risalir)

Massimo ha detto...

<<La minaccia è “mondiale” e altri attentati terroristici in Europa sono una certezza» Tanto gli attentati mica li fanno a loro, li mortacci ... loro.
E' lo scarto del prodotto interno lordo mondiale, cioè i poveri cristi, quello che viene sparato, bombardato e tagliagolato.
Questo fa il paio con quell'altra str...a del post sopra e il suo degno compagno ecomomista.
Come diceva il grande Petrolini : io nun ce l'ho co' loro. Ce l'ho con quelli che je stanno appresso e nun je menano.

Luca Massaro ha detto...

Già. Evviva Petrolini, semper.