venerdì 26 febbraio 2016

Poesia mia cara

Ho fatto morire la poesia, ho impedito che continuasse a rappresentarmi; sicché si è lasciata spegnere, consumare fino a perdere ogni voglia di andare a capo. Sono state le frasi i mandanti, non ci stavano più dentro la costrizione del verso, settenario o endecasillabo che fosse, ma anche verso libero, libero non ho mai capito da che cosa. Tuttavia, essendo eterea per definizione, e nonostante la conclamata corporeità del verso, ho lasciato la poesia disseppellita, a cielo aperto, tanto non puzza, non si decompone né marcisce, persino nelle discariche gabbiani e cornacchie la scansano, non sanno che farsene, non ha niente attaccato all'osso, punta ciccia, brandelli di senso forse, tutti volti a chiamare un po' d'amore, a tettarlo come se non ci fosse stato svezzamento ad aver messo fine alla beatitudine.

Poesia, mia cara estinta, come sei bellina così composta, rassegnata, le mani in grembo quasi a ricordare i tempi belli in cui a ogni rima ben fatta corrispondeva un muovere altrettanto ben fatto della mano (sempre dalle parti del grembo). Poi, a poco a poco, mi abbandonasti, decidesti che non ero più affidabile, che la voce s'era fatta troppo prosaica, quasi greve, a tratti maledicente. Chi in sé conserva un alone di purezza, prima o poi si stufa del chiacchiericcio quotidiano, della pretesa di almanaccare il presente con note dedicate all'insignificanza.

Dunque, ciao (non addio: gli anni, si sa, potrebbero riservare delle sorprese), ti lascio sospesa sulla superficie in cui ti ho seminato, contento e molto di non dovermi occupare della tua imbalsamazione.

4 commenti:

luigi castaldi ha detto...

A me sono sempre piaciute molto.

siu ha detto...

Warning: commento cattivissimo!
In due flash: "quasi greve" e "a tratti maldicente" possono connotare ottima poesia.
E "chi in sé conserva un alone di purezza" (la poesia, I suppose) è in pole position per, in modo financo sublime, guardare/rappresentare l'"insignificanza".
Sicché ad imbalsamarti mi pare quasi sia tu, fasciandoti in uno strato via l'altro di (pesudo?)motivazioni.
Molto terra terra ma... come un bol d'air frais: "non mi viene (più)", no..?
Vabbé, adesso con la testa rincagnata nelle spalle aspetto di sapere tutto quello che del post non ho né colto né capito...
Buon week-end!

Luca Massaro ha detto...

@ Luigi

Me ne faccio vanto.

@ Siu

Non "terra-terra", bensì terra-aria: hai colto e capito quanto e più di me e cioè: "non mi viene più" va benissimo, dato che, nello specifico, mi sarebbe piaciuto, anche ieri sera per esempio, se dei versi fossero usciti e invece niente. Difficoltà di minzione? Bisogna beva birra a iosa come Bukowski?

lozittito ha detto...

è vero, la poesia appare ossificata, manco ai gabbiani gli garba
servono periodi di turbolenza rivoluzionaria