lunedì 4 luglio 2016

Libertà, Eguaglianza, Proprietà e Bentham

Ieri, Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, ha scritto un editoriale sulle pagine del Domenicale, nel quale si può leggere la seguente esortazione (attenzione: controllare l'indice glicemico prima della lettura):
«Dobbiamo [...] esigere da noi stessi classe dirigente passione e determinazione per capire in profondità che cosa ci ha condotti fin qui [Brexit, crisi dell'Europa] e combattere [...] il disagio sociale e le disuguaglianze così diffusi ma anche le mille, ripetute, troppe, stupidità euroburocratiche che rischiano di togliere anima e identità al progetto europeo. [respiriamo] Dobbiamo pretendere che la politica e l'impresa recuperino leadership, visione, capacità di azione e che lo facciano senza mai rinunciare al “sogno” e “all'utopia” che sono la molla delle coscienze e della vita, ma a patto che diventino realtà, si misurino con le cose difficili di questi tempi, si traducano in una base di valori condivisi e di comportamenti coerenti. Il senso profondo di un capitalismo dove l'Uomo con il suo talento costruisce il profitto e lo pone come alimento del benessere comune, costituisce la ragione di vita, appartiene al valore più alto della democrazia e dell'economia, rappresenta la base etica e fattuale, allo stesso tempo, di un capitalismo moderno e di un disegno politico di sviluppo e di civiltà che sono l'unica soluzione possibile per un mondo lacerato da una crisi globale senza precedenti e senza fine».
«Il senso profondo del capitalismo» è uno solo, sintetizzato icasticamente ieri da Olympe de Gouges: 
«Nella dinamica capitalistica ciò che conta è il profitto, e il lavoro umano, quale fonte del profitto, merce esso stesso, deve essere razionalizzato ed economizzato al massimo grado.»
Soltanto chi, reoconfesso, si sente parte a pieno titolo della classe dirigente (perché da essa lautamente remunerato), può identificare l'Uomo (U maiuscola, beninteso) con il capitalista e illudersi che questi ponga il profitto ad «alimento del benessere comune». 
Come se questa idea non fosse manifestamente smentita nei fatti a ogni ora del giorno, con sempre maggiore evidenza da quando il meccanismo della valorizzazione si è inceppato (la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto agisce a dispetto della logica economica borghese).

I cantori del capitalismo dal volto umano sono, a mio avviso, paragonabili a tutti quegli scienziati tolemaici che volevano emendare il sistema geocentrico.

Mi chiedo: perché non prendono spunto da Marx?

«La sfera della circolazione, ossia dello scambio di merci, entro i cui limiti si muovono la compera e la vendita della forza-lavoro, era in realtà un vero Eden dei diritti innati dell'uomo. Quivi regnano soltanto Libertà, Eguaglianza, Proprietà e Bentham.
Libertà! Poiché compratore e venditore d'una merce, per esempio della forza-lavoro, sono determinati solo dalla loro libera volontà. Stipulano il loro contratto come libere persone, giuridicamente pari. Il contratto è il risultato finale nel quale le loro volontà si danno una espressione giuridica comune.
Eguaglianza! Poiché essi entrano in rapporto reciproco soltanto come possessori di merci, e scambiano equivalente per equivalente.
Proprietà!  Poiché ognuno dispone soltanto del proprio.
Bentham!  Poiché ognuno dei due ha a che fare solo con se stesso. L'unico potere che li mette l'uno accanto all'altro e che li mette in rapporto è quello del proprio utile, del loro vantaggio particolare, dei loro interessi privati. E appunto perché così ognuno si muove solo per sé e nessuno si muove per l'altro, tutti portano a compimento, per una armonia prestabilita delle cose, o sotto gli auspici d'una provvidenza onniscaltra, solo l'opera del loro reciproco vantaggio, dell’utile comune, dell'interesse generale.»

Almeno, in un sussulto di onestà intellettuale, potrebbero iniziare a prendersi a schiaffi da soli.

14 commenti:

dmitri ha detto...

Temo che l'uso di umano sia fuorviante, perché si attribuisce al termine un valore morale [tanto da meritare la maiuscola]. Una roba da religioso, per dirla terra, terra. Il capitalismo è umano, noi uomini siamo così [egoisti, prevaricatori, meschini e così via*] e forse sarebbe il caso di prenderne atto e elaborare dei correttivi per renderlo meno umano. Oh, questo è solo per fare cazzeggio, non sono così scemo da non sapere che dietro ogni buona intenzione c'è un uomo, uno che sta cercando di farsi i cazzi suoi, se serve anche a scapito degli altri.
*ci sono anche i lati positivi naturalmente, in noi e nel capitalismo.

Luca Massaro ha detto...

Indubbiamente il capitalismo ha avuto meriti storici, tanto quanto adesso (diciamo meglio: da molto tempo) mostra tutti i suoi limiti.

bag ha detto...

Bentham è quello della "massima felicità per il maggior numero" come criterio per l'azione. Non quello del proprio utile, ma del massimo utile possibile in modo impersonale.
Marx ha letto gli inglesi (altro non faceva, facendosi mantenere da Engels), ma fa confusione... (senza dire che non esisterebbe Marx senza la teoria della proprietà privata di quel brutto protoliberale di Locke)

Luca Massaro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Luca Massaro ha detto...


Marx (pubblicista, lavoratore infaticabile) si pose il problema del perché al capitalismo (nonostante talvolta assuma il liberalismo come ancella filosofica) fosse possibile soltanto riuscire a ottenere la massima felicità per il minor numero, cosa ch'è nei fatti indiscutibile.
Il punto è che Marx ha spiegato - in modo pressoché definitivo - quali sono i limiti del capitalismo e come sia indubitabile questa evidenza (cito dallo stesso passo del Capitale):
«La natura non produce da una parte possessori di denaro o di merci e dall'altra puri e semplici possessori della propria forza lavorativa.
Questo rapporto non è un rapporto risultante dalla storia naturale e neppure un rapporto sociale che sia comune a tutti i periodi della storia. Esso stesso è evidentemente il risultato d'uno svolgimento storico precedente, il prodotto di molti rivolgimenti economici, del tramonto di tutta una serie di formazioni più antiche della produzione sociale.»
Se noi umani restiamo infossati nelle incrostazioni storiche credendole dati immodificabili perché esperimentare altre forme di socialità e soprattutto rivoluzionare i rapporti di proprietà (ma non della piccola proprietà dei miserabili, ma quella dei fottuti mezzi di produzione) porta al gulag e bla bla bla, bene, aggrappiamoci ognuno a quello che ha in attesa della inevitabile catastrofe sociale, ambientale, bellica... boh.

bag ha detto...

ok, ma Bentham non diceva quello che gli fa dire (in buona o malafede) Marx. Solo quello dicevo.

Luca Massaro ha detto...

sì, sì, è che mi sono lasciato prendere la mano e ne ho approfittato per un'ulteriore citazione marxiana :-)

Marino Voglio ha detto...

il PSV mi guardi dal mettermi addirittura con Marx, ma la natura (umana) purtroppo produce schiavi e padroni. il denaro è solo la cartolarizzazione dei rapporti di forza e di paura (un giorno scriverò una parodia del manifesto dei comunisti, mi sa).

Luca Massaro ha detto...

Ma il PSV che è? Eindhoven?

Unknown ha detto...

Caro Luca, oggi attorno alle sette di sera dopo aver fliudificatamente (cioè appena preso) passato il mio stipendio di una mesata, all'avvocato che cura il disordine retributivo della mia mamma (cioè dieci anni di contributi INPS artigiani di trent'anni addietro, che non è riuscita a versare a se stessa e che mai riceverà). Rimastemi una cinquantina di euri, ho pensato di festeggiare con due birre belge trippel e un Carignano povero (cioè 12€e88 più o meno). Ecco mentre giravo pe gli scaffali, li gioveni commessi (cioè età max quella dell'ultimo contributo INPS di mamma) era tutto un lamentare per le nuove divise che a dir loro erano investibili e sconce, e ciopperché trattavasi di magliette rosse e quindi comuniste, alcuni, i più indignati simulavano addirittura una certa orticaria intellettuale staccandosi dal pelo il telo come una colpa...
Ora che vuoi che ti dica, che vuoi dirgli...

Olympe de Gouges ha detto...

Vedo che i tuoi commentatori sono bene informati, soprattutto su Marx, il quale, come riportato, si faceva mantenere da Engels. Cosa, in sé, peraltro vera. Vorrei per completezza scientifica dare notizia (ma è cosa anche questa ampiamente nota e soprattutto divulgata in certi ambienti) che Marx ha ingravidato la cameriera di famiglia. Sempre per completezza scientifica potrei rilevare altre cose di questo genere. La cosa che a mia volta apprendo come nuova, e però devo dire senza troppa sorpresa data la fonte, è che Marx semplicemente non esisterebbe come tale “senza la teoria della proprietà privata di quel brutto protoliberale di Locke”. Questa me la sono scritta a parte, in un mio quaderno, perché potrebbe tornarmi utile in un eventuale dibattito, sempre scientifico, sul tema. Buona giornata a te, mio caro amico.

Marino Voglio ha detto...

ProdigiosoSpaghettoVolante (ramen)

...NON convertirti, tanto a Lui nun je frega gnente.

Anonimo ha detto...

decenni fa crepavano di fame due miliardi di persone
oggi ?

il divario ricchi poveri sta diminuendo non aumentando


RIMANGO in attesa che voi geniacci proponiate, dopo attente rivistazioni marxiane s'intende, IN CONCRETO, un modello di societa' alternativo a quello delle democrazie liberali CAPITALISTICHE

MA ANDATE TUTTI A FARVI UN GIRO BOLIVARIANO IN VENEZUELA VA' VA'

Luca Massaro ha detto...

Ah, Sudamerica, Sudamerica...