venerdì 31 marzo 2017

A portata di mano


Non ho più niente tra le mani, solo un sogno, potrebbe anche essere un segno del destino, ma non lo prendo in considerazione perché la simbologia mi annoia, quel che vedo, è – e il gioco è fatto, inutile interpretare, ché se poi le interpretazioni non collimano coi nostri desideri, restiamo delusi e io piuttosto mi annuso le mani per capire se quel niente che è rimasto sia la risultanza di un sogno o di un incontro realmente avvenuto, di passi realmente compiuti in un giorno di vento, sospesi sul selciato come i gerridi sull'acqua, senza affondare nell'illusione di amarsi anche solo per un minuto, ma di crederlo ogni minuto possibile, a portata di mano.

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