domenica 28 maggio 2017

Essere altro (2)

Circa un mese dopo aver immaginato di essere il capoufficio, Giovanni decise di essere suo cugino, noto avvocato, il quale aveva il suo bello studio nella piazza principale della città. L'idea gli venne quando seppe che il cugino era partito per un lungo viaggio in Polinesia, sogno di una vita che finalmente si realizzava. Così, Giovanni, complice il fatto che anche la segretaria e le stagiste avevano preso ferie, una mattina di buon'ora, di soppiatto, si introdusse nello studio del cugino e vi rimase dopo che il personale delle pulizie ebbe finito il suo lavoro.
Non trascorse neanche mezz'ora che qualcuno si presentò per essere ricevuto. Inventandosi una scusa sul fatto che si trovasse solo senza nessuna segretaria, Giovanni fece accomodare il signore nello studio del cugino, presentandosi come un collega che lo sostituiva fino al termine delle vacanze.

«Avvocato, avevo già spiegato al suo collega la mia urgenza, e mi scuso in anticipo se mi sono precipitato senza preavviso, ma non ho potuto fare diversamente. La situazione è questa: ho intenzione di separarmi da mia moglie».

«Se è questo che desidera, va bene. Dove sarebbe il problema e l'urgenza di risolverlo?»

«Nel fatto che voglio andare a vivere con un'altra. E che quest'altra è incinta e non ne vuole sapere di continuare a nascondersi».

«E dunque?»

«E dunque, se dico a mia moglie che voglio separarmi e andare a vivere con un'altra e quest'altra è incinta, beh, avvocato, è prevedibile che mia moglie me la farà pagare – e cara – la separazione».

«Esclude quindi che sua moglie possa convenire a una separazione consensuale».

«Sì».

«Lei invece vorrebbe separarsi consensualmente».

«Beh, sì»

«Sua moglie sa dell'esistenza dell'altra?»

«No. Almeno credo di no».

«Ha mai manifestato a sua moglie l'idea di separarsi?»

«Sì... o meglio: no. Le dissi tempo fa che ero in crisi, che il nostro matrimonio non funzionava, che bisognava fare qualcosa, le solite scuse per vedere come poteva reagire: un dramma. Per due settimane mi è stata addosso con amorevolezza e attenzione che non hanno fatto altro che aumentare il mio senso di colpa e la preoccupazione nel dirle la verità».

«Avete figli?»

«Sì, due, gemelli, maschio e femmina: fanno le medie».

«Dunque, mi faccia pensare a voce alta: per avere la “consensuale”, bisogna avere il “consenso”. Occorre, cioè, che sua moglie convenga su una decisione che, al momento, è unilaterale, soltanto sua, egregio signore. E come far sì che la povera moglie si persuada della bontà di qualcosa che, al momento, le fa solo orrore? Il nostro è uno studio rinomato per la professionalità e il rispetto della legalità; quindi non possiamo suggerirle o proporle soluzioni ai confini del raggiro».

«Raggiro?»

«Sì, perché – stante così le cose – sua moglie non cambierà idea.

«E come potrei raggirarla?»

«A questo ci potrebbe pensare un'agenzia esterna con la quale saltuariamente collaboriamo per risolvere i casi più complicati. Soltanto, capirà, richiederne i servigi determinerà un aumento della parcella».

«Non importa. Sempre meglio che pagare gli alimenti a vita. Il problema è la fretta»

«Non si preoccupi. Se tutto va per il meglio (il suo meglio), entro due settimane dovremmo vedere i primi risultati».


[...]

3 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

non ci tenere sulle spine a lungo

Rachel ha detto...

Uff, e quindi? Stiamo aspettando, daje su!

Luca Massaro ha detto...

sì, mie care, quanto prima continuerò