sabato 22 luglio 2017

Un uomo, come te

Mattina. Appena uscito dal macellaio (fetta di groppa alta per farci una tagliata), m'incammino sotto i portici del natio borgo urbano quando, da dietro una colonna, spunta un venditore ambulante, di colore, barba lunga, bianca (un po' alla Morgan Freeman, anche se certamente meno curata: segno, forse, ch'egli non è dell'ultima ondata migratoria), vestito di jeans compreso il giubbotto (con ’sto caldo), che mi si para davanti con espressione frammista di tristezza e disperazione:

- Buongiorno. 
- [... buongiorno...]
- Compra tu me qualcosa, per favore.
- [... e cosa compro? Non mi serve niente...]
- Per favore, compra. Anch'io sono un uomo, come te.
- [... sono un uomo?..]
- Gente mi guarda come non fossi uomo, io.
- [... non sei un uomo?..]
- Prendi qualcosa: accendini? Calzini? 
- [... fantasmini...]
- Guarda questi, come sono belli, con stelle.
- [... «He told me»...]
- Cinque euro, sì, cinque euro.
- [... il resto della groppa...]
- Grazie, amico, grazie.
- [...al...]

5 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

è normale provare pietà per queste persone, ma dandogli del denaro s'incentiva l'accattonaggio che spesso assume forme di racket. più in generale c'è un problema razziale che nel tempo si farà sentire nettamente. non si può rimuoverlo con le belle parole e qualche buon esempio. conosco due donne, ormai quasi cinquantenni, italianissime, nate da un matrimonio "misto", di aspetto più che gradevole, entrambe laureate, lavorano in un ospedale della zona. non si sono mai viste assieme a un maschio bianco, né con un maschio nero.
nelle numerose feste estive, di quartiere, di paese, qualsivoglia, non si vede mai un nero ma soprattutto mai un mussulmano o un asiatico. di quale integrazione stiamo parlando? stesso discorso per i luoghi di residenza, si stanno già costituendo delle enclavi "nere", mussulmane, rumene, ecc.. il nostro è un razzismo passivo (quando va bene), la loro è una chiusura totale e a prescindere.

Luca Massaro ha detto...

È quello che penso anch'io, riguardo all'elemosina, tra la nostra coscienza che si lava per un istante con pochi spicci e il racket che si monta, giacché (ho visto spesso) tali venditori ambulanti arrivano nei paesi al mattino trasportati da un furgone che poi, dopo "il turno" ritorna a prenderli.
Integrazione: disintegrazione, appunto. Enclave, chiusure, separazioni - le più irritanti e inquietanti quelle di ordine religioso (soprattutto l'islam come bandiera - nera - identitaria).
Comunque, come tu m'insegni, tutti quanti, noi indigeni compresi, mercificati e schiavi della forma valore: per quanto ognuno, nel proprio piccolo, si rincoglionisca con qualche fede (più o meno forte e aggressiva) il dio-denaro è a monte di tutte le nostre azioni.

Marino Voglio ha detto...

io gioco alla lotteria perché è un sogno smodato, e me lo posso permettere. un analgesico leggero, non cura la malattia ma allevia i sintomi per qualche tempo.

...se mi sentissi in colpa verso ambulanti e affini praticherei l'elemosina con lo stesso spirito.

Anonimo ha detto...

Da certe parti sono i gestori delle ong che li ospitano a caricarli sui pulmini e a lasciarli agli angoli ad elemosinare......ipocrisia doppiopesista

Luca Massaro ha detto...

Non per escludere a priori, ma se così fosse, sarebbe pesantemente esecrabile (e condannabile penalmente) la faccenda. Dalla mie parti, invece, i furgoni li guidano "caporali" di colore, probabilmente gli immigrati più anziani. Molti altri neri, poi, sono impiegati nella viticoltura, assunti - non so con quale tipo di contratto - da prestigiose case vinicole.