giovedì 23 novembre 2017

Eugenio Majoris

«La sera è tardi per intraprendere qualsiasi giudizio sensato sulla propria stabilità sentimentale perché la sera tardi i sentimenti sono stabiliti tutti in punta di giudizio», disse Lucas a un passante serale che girovagava in cerca di un collegio sindacale.

«Mi sa che è fuori orario, signore», provò a suggerirgli indicando l'orologio fermo di quella che una volta era la filiale di una banca popolare, adesso inglobata in una commerciale guidata da una cordata di pescatori di alto bordo, puttanieri che girano in Jaguar e Mercedes Benz, gente ibrida, che consuma gli avanzi del capitale, tre chilometri con un litro e tanto basta per essere abbastanza considerati come buoni inquinatori del mondo.

«Io sono uno dei millennials, di quelli di cui parlano tanto volentieri, e spesso, gli articoletti sulla fascia destra dei quotidiani online italiani. Quando la smetterete di assumere una posizione pregiudizialmente divergente e passatista nei confronti del nuovo che avanza?»

«Quale nuovo?» chiese, timidamente, Lucas, consapevole di essere da tempo lontano dalle istanze politiche ed economiche presenti sul territorio.

«Come sarebbe a dire: quale, lei che sicuramente quando aveva la mia età l'avrà visto sorgere, e parlo di circa un quarto di secolo fa, all'alba delle cadute e dei crolli, delle nuove ere e delle conclusioni definitive della storia. Avrà capito che cosa intendo, nevvero».

«È vero, il buon vecchio nuovo che avanza, quello in cui mi parve già allora troppo illusorio crederci e che invece adesso osservo, grazie a lei che girovaga per strada ad ora tarda, da una nuova prospettiva...»

«La stessa mia, suppongo».

«No, la prospettiva del lampione che la illumina, adesso sgombro dallo svolazzio delle falene e dagli inseguimenti dei pipistrelli che cercano, in stagioni loro più consone, con successo di catturarle.»

«Non la seguo».

«Si figuri io».

«Dovrebbe informarsi».

«Ho già una forma. Desidera suggerirmene un'altra?»

«Sì, la nuova Repubblica».

Lucas alzò gli occhi al cielo e, per la prima in vita sua, nonostante una leggera miopia, nello squarcio apertosi tra due dense nubi, ebbe modo di vedere la costellazione Eugenio Majoris. E per quanto tentasse di ricongiungere i puntini, non appariva niente.

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