mercoledì 27 dicembre 2017

La minaccia dei sottaceti

A fine lettura di questo articolo, di primo acchito, mi è presa la voglia di dare uno schiaffo a chi l'ha scritto. Poi, invece, ho pensato: e se l'avesse scritto in tal modo perché anche un imbecille capisse il contrario di quanto affermato? E cioè: davvero i russi vogliono attaccare i paesi Nato coi sottomarini? Davvero i russi vogliono rompere i cavi sottomarini di fibra ottica coi sommergibili? Davvero i russi sono pronti a scatenare la terza guerra mondiale?
Chi ci può credere?

Gli imbecilli, appunto. O gli interessati: amministrazione USA, comandi militari di vario genere.

E quando gli ufficiali ammerigani della Nato dichiarano che «l'attività dei sottomarini della Russia è tornata ai livelli della guerra fredda» come non capire, se non si è imbecilli, che il comando militare USA sta semplicemente chiedendo ai paesi europei di mandare più soldi ancora alla Nato perché anche loro vogliono andare a fare attività sottomarina? 

Quanto costa un viaggetto in sommergibile? E dove li trova i soldi Putin per le sue scorribande ventimila leghe sotto il mar? Col petrolio. Col gas che vende agli europei e alla Cina. E quali altri interessi può avere che continuare a vendere tali mercanzie?

Il segretario Stoltenberg (nomen omen) ha dichiarato che i russi
«Hanno investito massicciamente nelle loro flotta e ora si muovono lungo l’intero Atlantico. Sono una vera minaccia: per l’alleanza è essenziale garantire che le rotte atlantiche siano aperte e sicure»
Sono una vera minaccia? Siamo sicuri che in zona Porto Cervo e altre amene località mediterranee non siano contenti? Arriva la flotta russa: ristoranti aperti anche d'inverno. Accoglienza e via. E chi, se non un imbecille o un interessato può credere che i russi ci vogliono sparare?

Ah, no. Non lo credono neanche i generali inglesi, che tuttavia temono che i russi vogliano bombardare i cavi.

«La vulnerabilità dei cavi marini può mettere a rischio il nostro modo di vivere»

Capisci a me. Mi si inceppa il Google Drive e addio dadi Knorr. Meno male che balene non hanno i denti adatti a mordere i cavi, sennò, povere, rischierebbero con la Nato quanto rischiano con le baleniere dei giapponesi.

Ma andiamo avanti: la suddetta cronista inviata in Ammeriga, che in sostanza fa da portavoce dei militari Usa e Nato sudditi Usa, getta l'amo affinché i lettori si convincano (in un primo momento elettoralmente) della bontà dell'esistenza dell'alleanza atlantica e perciò stesso che gli stati appartenenti vi investano massicciamente risorse perché da soli, poverini, gli ammerigani nun gliela fanno. 

«La sfida [appunto] si giocherà sui numeri».

Come a richiamare in pieno il clima della Guerra Fredda in cui il deterrente atomico, e cioè la gara a chi ce l'aveva più lungo e potente, il missile, consentiva lo stallo e impediva la guera (una r di proposito).

Scrive la cronista:
«Sulla sua flotta Mosca ha investito tantissimo fin dal 2011 costruendo sottomarini sempre più veloci, silenziosi e letali: come quei Krasnodar che si dice possano evitare i radar più sofisticati – li chiamano i “sottomarini invisibili” – e sono stati usati quest’estate per lanciare missili verso la Siria. Il conto è 60 sottomarini russi contro 66 americani: una distanza troppo corta per Washington che anche per questo ha deciso di rilanciare la produzione.»
Anvedi, gli ammerigani, come fossero olimpiadi dello stronzo, non a galla, bensì sottomarino, sentono il fiato sul collo dei russi che hanno raggiunto quota 60 sommergibili contro i 66 degli USA. Che si deve fare? Si rilancia la produzione, of course. 
Nondimeno, anche alla cronista, retoricamente, viene un dubbio:
«In vista di una guerra? A parlarne è stato perfino il capo dei marines, il generale Robert Neller. È stato proprio lui, la settimana scorsa, durante la visita alla base di Trondheim, in Norvegia, a gelare i trecento militari riuniti per celebrare il Natale: "Spero di sbagliarmi, ma c’è una guerra all’orizzonte e voi ci finirete in mezzo". Con tanti auguri di fine anno.»
Secondo voi, merita di più uno schiaffo l'ironia finale, da sciampista, della cronista o un calcio in culo quello stronzone di generale?  

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza ombra di dubbio ,scelgo lo "scampoo"della cronista a pari merito con il titolista/a .
Impressiona quel "ma anche " (sarà il nipote/a di Veltroni ?).
Il pezzo forte è comunque quello dell'annessione della Crimea, che a furia di ripeterlo finisce per diventare scontato.
Non v'è alcun dubbio infatti che "Noi tutti" avremmo visto di buon occhio i sottaceti nostrani galleggiare a Sebastopoli ,quasi alla pari dei famosi missili di Cuba dei bei tempi andati.
I generaloni vedono sempre "lungo" tocca poi ai "cronisti" farci intendere che le loro pisciate siano credibili.
A Moncalieri si è incagliato un sommergibile russo !

ps-Direi, un sostanziale pareggio , con la rivista on-line Sputnik", nemmeno i Russi scherzano quando si tratta di pisciare lungo.

caino

Olympe de Gouges ha detto...

https://video.repubblica.it/mondo/los-angeles-dove-la-vita-non-e-un-film-l-amara-carrellata-di-senzatetto-a-skid-row/293291/293905?ref=RHRD-BS-I0-C6-P3-S5.6-T1

metti che queste cose succedano in russia. e los angeles non è caso isolato, ma conferma una situazione generale comune negli Usa

UnUomo.InCammino ha detto...

Io che non bazzico (più, sono guarito) la sinistra, non capisco come mai parte della sinistra, quella al caviale, quella progressista, quella smarf smorf lgbt antiqua antilà snurf antirazz antispec che prima si sdilinquiva per il "paradiso" sovietico del comunismo e marxismo reali e per le meraviglie del glorioso popolo russo, che andavano a gridare "Yankee go home!" coll'eskimo, ora vedano nei russi (ma anche negli austriaci o nei magiari, etc.) il male, rozzi abruttiti, abbiano Steve Jobs come guru, copino il nome del partito democratico degli SUA, adorano tutto il politicamente corretto che più corretto non si può che viene da oltre Atlantico.

Forse voi che state a sinistra avete qualche conoscenza in merito.