sabato 18 maggio 2019

Fondere sgarbi


Nella mia, poco onorevole, carriera di blogger, mi vanto di non aver mai parlato di Vittorio Sgarbi (ho controllato: ho elencato il suo nome solo un paio di volte in riferimento a qualcos'altro e non a lui).

Oggi, un'eccezione, che poi non è tale, in quanto il nuovo proprietario dell'opera di Koons, oltre a chiedermi di preparargli un brodo di coniglio nella pentola ricavata dalla fusione, mi ha chiesto di domandare al pubblico italiano come cazzo mai potranno riciclare, loro, i libri dell'accredidato critico internazionale e, ancor meno, i vaniloqui ammorbanti che hanno impestato l'aere mediatico italiano nelle ultime decadi di tv commerciale.

E come ultima considerazione mi ha pregato di fare il conto di quanti soldi statali, in quanto parlamentare o funzionario di governo o sindaco, sono stati elargiti all'attuale deputato di Forza Italia e di considerare, date le risultanze effettive sulla cosa pubblica, che cosa mai potremmo fondere con ciò noi italiani.


4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

...ma è pieno?

(scusa, ma io di arte...)

Olympe de Gouges ha detto...

non ho alcuna simpatia per il personaggio, le cui avventure – quelle veneziane – conosco da ben prima diventasse noto (critico di notorietà internazionale? mi pare eccessivo), e però sulla pentola ha ragione.

Luca Massaro ha detto...

E certo. È scappato fuori un pentolone dal cilindro

Luca Massaro ha detto...

Era per delineare ironicamente i contorni nazionali della fama