lunedì 27 maggio 2019

La fusione dei motori

«Il governo francese si dice "favorevole" alla fusione, mentre per la maggioranza di governo italiana parla il presidente della Commissione Bilancio, Claudio Borghi, secondo il quale è un'anomalia da tenere d'occhio il fatto che lo Stato francese abbia una partecipazione del 15% in Renault.»

Se saran fusioni, fonderanno, purché non siano i motori ad andare fusi.

Per il resto, per le dinamiche interne al sistema, non mi sembra una cattiva idea il dar vita a un gruppone di tal fatta, anche perché oramai la Fiat, a parte la Cinquecento, ha lasciato perdere il settore utilitarie, e riguardo all'elettrico non ha in listino ancora alcun modello.

Riguardo alle eventuali "anomalie", quella evidenziata dal Borghi mi pare sarebbe ampiamente compensata dalla prevista struttura dell'azionariato post fusione che:

«secondo gli analisti di Intermonte, dovrebbe vedere la Exor della famiglia Agnelli al primo posto con il 13% del capitale, davanti alla Francia e a Nissan, che avrebbero il 7% ciascuna. A seguire i fondi Tiger al 3%, Harris, Blackrock e Vanguard con il 2%, quota che avrà la stessa Renault, mentre Daimler avrà l’1%. Il restante 53% resterebbe in mano al mercato.»

Casomai, anomalo è il fatto che entrambe le parti sarebbero concordi nell'ubicare la sede del nuovo gruppo in Olanda. Chissà che cosa avrà mai di particolare l'Olanda... Forse la presenza dei Coffee Shop?

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