lunedì 20 maggio 2019

Misteri sovranisti

« In Italia, al tempo del fascismo, ci si divertiva a immaginare l'Europa fragile, decadente, corrotta, disfatta. È contro questa immagine dell'Europa che il fascismo reagì. Non che esso suggerisse un'altra Europa, giovane e forte. Secessionista, esso era per l'anti-Europa. Una rivista scelse persino di intitolarsi: Antieuropa. La dirigeva un personaggio del regime, Asvero Gravelli, che poteva vantare un'impressionante somiglianza con Mussolini. E non era la sola a fare professione di sentimenti anti-europei. Altre riviste, culturalmente meno rozze, conducevano con più brio e sottigliezza una polemica anti-europea che oggi noi saremmo tentati di definire "ecologica".
La campagna, pura e luminosa, era esaltata in contrasto alla vita malsana, opprimente e crepuscolare della città. La città era il cosmopolitismo, era l'Europa. Gli "strapaesani" di "Strapaese" (Soffici, Maccari, Longanesi), e gli "stracittadini" di "Stracittà" (Bontempelli, Malaparte), furono gli uni contro gli altri in una disputa letteraria. Nei fatti la polemica anti-europea si ridusse a una polemica anti-francese. Il complesso d'inferiorità si trasformò nel suo contrario, si proclamò una superiorità che si volgeva più alla buona salute, alla forza fisica e alla crescita demografica, che all'intelligenza e alla cultura. In compenso, nel campo dell'intelligenza o della cultura, chiunque propendesse per l'Europa era, quasi automaticamente, sospettato d'antifascismo. Quando Giorgio De Chirico e Alberto Savinio rientrarono in Italia (nel 1934, credo), nei confronti dei due italiani più europei del momento, Il Selvaggio, settimanale "strapaesano", scoccò questa freccia: "La Francia ci offende non quando li prende, ma quando li rende". »

Leonardo Sciascia, Didattica della fragilità, Le Monde e Il Mattino, giugno 1979, in La palma va al Nord, Gammalibri, 1982,

Ieri, sul palco a Milano, misteri dolorosi a parte, la cosa visiva che più mi ha colpito (visiva, perché non ho udito alcun comizio) è stato il cartellone Prima l'Italia, il buon senso in Europa che ha fatto da sfondo alla presenza dei leader sovranisti europei. Ora, se andava bene per Salvini, mi chiedo come potesse andare bene per l'olandese (l'austriaco... no l'austriaco era impegnato altrove) e per la Le Pen. O quando sono apparsi i leader stranieri il cartellone si modificava in automatico con Prima l'Olanda, oppure Prima la Francia eccetera?

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