sabato 22 febbraio 2020

Chiamare le cose per nome

« Le comunità medievali temevano talmente la peste che il suo solo nome le terrorizzava; evitavano il più a lungo possibile di pronunciarlo e perfino di prendere le misure che urgevano, a rischio di aggravare le conseguenze delle epidemie. La loro impotenza era tale che riconoscere la verità non significava far fronte alla situazione, ma piuttosto abbandonarsi ai suoi effetti disgregativi, rinunciare a ogni parvenza di vita normale. Tutta la popolazione si associava volentieri a questo tipo di accecamento. Una simile volontà disperata di negare l'evidenza favoriva la caccia ai “capri espiatorii”. »
Rene Girard, Il capro espiatorio, Adelphi, Milano 1987

A vedere quel che accade col Coronavirus, è innegabile che la peste odierna sia pronunciata abbastanza, da tutti, complici i media, i socialmedia o dai classici discorsi da bar. L'impotenza popolare, grazie ai progressi in campo medico e all'organizzazione del sistema sanitario nazionale, si è trasformata in uno scaramantico (almeno per il momento) che Dio ce la mandi buona con preghierina a mani giunte dell'emoticon su whatsapp. La caccia ai capri espiatori è (quasi) unanimemente esecrata. Vige insomma la Speranza (non solo ministeriale) che si trovi presto un vaccino e il contagio non si diffonda più di tanto, o attenui i suoi effetti ad una semplice febbrata da influenza invernale. 

Dette queste banalità, oltre al superamento dell'emergenza, quello che sarebbe veramente auspicabile è la comprensione generale e diffusa di quanto sia importante trovare una coscienza planetaria svincolata dagli interessi particolari dei singoli stati nazione, giacché la corona dei virus potrebbe - almeno potenzialmente - anche essere messa sul capo dei re.
Nondimeno, qualora uscissero fuori leoni come quelli raccontati da La Fontaine in Les animaux malade de la peste (Favole, 1669), occorrerà diffidare delle volpi e dei lupi che cercheranno il modo di incolpare qualcuno (l'asino) per deviare l'attenzione dalle responsabilità reali della società di classe.


2 commenti:

Francesco ha detto...

ma lo sai che per certi versi mi piace questa cosa che ci troviamo a combattere contro qualcosa di oscuro ed antico?

Luca Massaro ha detto...

speriamo di fare squadra, per davvero