venerdì 31 dicembre 2021

Da chi imparare la lotta

« Nella nostra epoca, ogni giorno può portare alla ribalta sistemi inauditi di coercizione, di schiavitù e di sterminio - diretti contro alcune categorie sociali o estesi a interi territori. La legalità è invece rappresentata dalla resistenza, in quanto essa rivendica i diritti fondamentali del cittadino, che sono garantiti, nella migliore delle ipotesi, dalla Costituzione, anche se spetta al singolo metterli in atto. Esistono metodi efficaci a questo scopo, e chiunque si trovi sotto tiro, dev'essere preparato ed esercitato a farne uso. Anzi, è proprio questa la principale materia di insegnamento della nuova educazione. È già importantissimo che chiunque sia minacciato si abitui a pensare che la resistenza comunque è possibile: solo in seguito, una infima minoranza che avrà fatta sua questa idea sarà in grado di abbattere il colosso, che è si poderoso, ma anche estremamente impacciato. In questa immagine, che ritorna di continuo, la Storia ha i suoi fondamenti mitici sui quali edifica costruzioni durature.
I despoti tendono naturalmente ad attribuire un significato criminale alla resistenza legale e anche al semplice non accoglimento delle loro pretese: nascono a tal fine settori ben precisi a cui viene dato l'incarico di organizzare la violenza e di propagandarla. Per lo stesso motivo il delinquente comune occupa, nella scala di valori del despota, una posizione più elevata di quella che spetta all'oppositore.
E tanto più importante, dunque, che il Ribelle si differenzi nettamente dal criminale per moralità, conduzione della lotta e rapporti sociali e che tale differenza sia viva anche nel suo foro interiore. Egli può trovare il diritto solamente in se stesso, giacché oggi non c'è docente di diritto civile né di diritto pubblico che possa offrirgli il necessario bagaglio teorico. Sarà più facile per noi imparare dai poeti e dai filosofi quale posizione è giusto difendere. »

Ernst Jünger, Trattato del ribelle, (1951), Adelphi, Milano 1990

giovedì 30 dicembre 2021

Il treno va

Prendevo parte e gli toglievo la p, come uno scultore senza martello e scalpello. 
In direzione del mattatoio, ascoltavo annunci governativi come un vitello.
E ripensavo a Beppe Grillo, a quando se ne fregava dei trasporti.




Ma sono magro, galleggio poco, il fiato nautico punto dato che quel poco da dieci vasche fottuto dalla mancanza di allenamento.

Dicono pure che mi seccheranno il conto corrente e sarei preoccupato se in esso avessi tanti sghèi.

Diventerò un non consumatore, un consumatore da poco. Alimentato a secco.

A stento - se avessi la forza - mi vendicherò, anche perché livelli simili di cattiveria e vigliaccheria sono per me inimmaginabili persino adesso che sono realtà.


Può succedere di tutto con questi al governo, di tutto. 
E succederà




lunedì 27 dicembre 2021

Che cosa c'è

Ansa: notizia in primo piano: il commissario anti raffreddore e un po' di febbre, fai la fila che cosa vuoi che sia la fai per il black friday, generale alpino plurispillettato di stelle al petto, annuncia el triplete di dosi in your arms (sarebbe stato simpatico a Christiane F. dello Zoo di Berlino) e si dice preoccupato per i più di cinque milioni di persone che ancora non ne hanno fatta manco una (pensasse alla penna sul cappello, una, perché una sola, Geronimo?).

In secondo piano: notizia di persone iper famose triplamente addosate e supergrinpassate rafforzatamente, le quali risultano positive (pensavano positivo) e febbricitanti. Loggia ffp2.
In terzo piano: l'attesa dell'asteroide grande come un bus che sta per sfiorare la Terra: gli scienziati della nasa (antigenica) si dicono pronti a sparare razzi contro l'oggetto volante, purché il ministro della carità e della fede e dell'altra virtù teologale che ora mi sfugge, autorizzi i missili terra cielo senza che essi abbisognino della certificazione verde anti-che-cosa-c'è.


domenica 26 dicembre 2021

Raffreddori di Stato

Due giorni di raffreddore forte, forte, senza febbre, insistente, colante a tratti, a fiotti, il domandarsi donde si trovi la sorgente del muco, il frizzare delle narici continuo e discontinuo, il credere troppo alla tregua dopo una soffiata, il trattenersi dal soffiare, lo starnutire, l'imprecare a capo e dodici, il consumare copioso dei fazzoletti di carta, il lavarsi frequente delle mani, l'incartavetrarsi delle stesse, l'irrigarsi le narici di acqua e sale, il fare suffumigi, il chiudere gli occhi, l'assopirsi... 
E finalmente, dopo due giorni e due notti - e due tamponi salivari a due euro, di quelli ai quali il nostro ministero rifiuta di riconoscere validità (sono omologati ovunque nel mondo) - al mattino la tregua diventa una quasi pace per il naso che ha ritrovato il posto di sempre, invisibile tra gli occhi che guardano tutto fuori che lui.

Che fortuna che i raffreddori siano, per noi comuni mortali, di breve durata. Niente a che vedere coi raffreddori di Stato che si sa bene quando iniziano, ma quando finiranno - nonostante tanti illustri dottori a disposizione - non si sa.

Pratiche persecutorie

 Ripropongo, tal quale, lo stesso post di anno scorso per il giorno di Santo Stefano, con una piccola variante, spero apprezzabile e facilmente comprensibile.

Auguri a tutti gli Stefano. Oggi si celebra, infatti, il primo martire della storia cristiana (anche se, in realtà, fu il secondo, giacché il primo fu Giovanni il Battista, decollato da Erode). Stefano morì lapidato da una folla che lo giudicò "eretico" perché predicava il messaggio evangelico (tra la folla, c'era anche Paolo di Tarso, colui che poi diventerà San Paolo). A proposito di lapidazione - pratica di omicidio rituale molto in voga nei millenni passati - è universalmente noto l'episodio evangelico dell'adultera che stava per essere lapidata dalla folla (una volta, la gente si poteva assembrare sotto le feste) e che, in extremis, fu salvata da Gesù con la celebre frase «Chi è senza green-pass¹ scagli la prima pietra».

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¹ Non tutti i tesserati sono persecutori, ma tutti i persecutori hanno il green-pass.

venerdì 24 dicembre 2021

La bambina di regia

Mattina al parco cittadino semi deserto. Un'anziana signora dall'accento romano, che tiene al guinzaglio due barboncini neri, chiama a gran voce: «Rita, Rita, dove sei?». E cammina in qua e in là, tra un'aiuola e un'altra, chiamando ripetutamente quel nome. Io, che distante la vedevo e sentivo, credevo che stesse richiamando un altro barboncino sfuggitole dalla presa. Invece, dopo tanto chiamare e girare, dietro una cantonata, ecco che Rita è ritrovata. «Ah, finalmente!», sento la signora senza vedere né lei né Rita. «Sai che mi hai fatto spaventare? Non devi allontanarti dalla nonna o almeno: potevi rispondere». Dopodiché, vedo spuntare i barboncini, la signora e Rita, una bambina dai capelli biondi e ricci che, con il naso all'insù, osserva uno spicchio di sereno tra la coltre di nuvole nere. Era stata distratta da qualcosa finalmente senza mascherina.

mercoledì 22 dicembre 2021

Pronomi personali

 Si sono alzati in piedi e hanno applaudito. Chi? Loro? Sì, loro: il pronome dei prostituti.

lunedì 20 dicembre 2021

Più di niente

Potrei lasciarmi prendere dallo sconforto L come lusso, come quello di una Ritmo fiat in attesa di essere rottamata. Ma poi penso: dei miei fari resterà traccia in qualche parte dell'universo, tutti i chilometri per la gloria e per l'amore percorsi consumando energia combustibile e me, mentre ascoltavo mare mare mare voglio annegare / portami lontano a naufragare e dopo pure L'Inferno di Dante, raccontato e letto da Vittorio Sermonti con la supervisione di Gianfranco Contini; e Mozart, la Sinfonia Haffner. D'altronde la vita si consuma un po' come ci va. Gli spazi concessi, diversi. I tempi, pure. I cieli: guardati. Gli orizzonti: memorizzati. I tramonti: raccolti. E quindi? Grazie a Dio e alla Vergine Santa.

Dopo tanto scrivere a vuoto, finalmente, un non fare che significa - per me - più di niente.

sabato 18 dicembre 2021

La Tessera del Fascio

Ispirato da questa geniale ballata, stamani ho pensato che

Nato dentro e cresciuto ed educato e io stesso imbevuto da una cultura che detesta ogni tipo di fascismo (non la chiamo più cultura antifascista da quando penso, come sostenne in tempi non sospetti Amedeo Bordiga, che il peggior prodotto del fascismo sia l’antifascismo), mi costa dunque un po’ di fatica dire che  l’attuale imposizione Certificato verde rafforzato (obbligo vaccinale) per l’attività lavorativa, sociale e culturale sia peggiore e più crudele della imposizione della tessera del fascio, ossia della fedeltà ideale che occorreva sottoscrivere al Regime fascista pena l’esclusione dal lavoro e dalla società. Perché questo? Perché, all'epoca, si poteva tranquillamente essere spergiuri per necessità senza violare la sacralità del proprio corpo; si poteva indossare un camicia nera nei dì di festa e mantenere il cuore tranquillamente rosso dentro. Forse anche per questo, allora, la maggioranza degli italiani non ebbe problemi, dopo l'Armistizio badogliano, a cambiare casacca. Per carità, non voglio con questo sostenere che coloro i quali si opposero e si rifiutarono di aderire al fascismo avrebbero potuto quindi tranquillamente rinnegare i propri ideali e che siano stati degli ingenui; anzi: proprio per questo sono i nostri Maestri e sono i veri fondadotori della Repubblica e della Costituzione. 

Spero s'intenda che non sono un nostalgico, né un simpatizzante di quell’area politica che ancora si ostina a credere nel Duce. Il Regime Emergenziale (in questo caso di natura sanitaria) odierno vuole qualcosa di più che una tessera di partito e quindi una sottoscrizione ideale ai propri nefasti principi. Vuole, sotto le mentite spoglie della scienza, che tu, cittadino (che tu sia lavoratore e/o studente), firmi il consenso informato; ma se uno liberamente si informasse e decidesse di non firmalo, quindi di rifiutare il consenso alla inoculazione, ecco che scatta l’esclusione: non puoi lavorare, non puoi studiare, non puoi viaggiare coi mezzi pubblici (a breve l’elenco delle limitazioni sarà aggiornato). 

P.S.: cari amici, spero siate indulgenti col paragone da me proposto; so benissimo che se mi azzardassi a proferirlo coi democratici de sinistra sarei azzannato subito, appena dicessi “Bordiga”. Se tuttavia mostrerete la fallacia del mio ragionamento, tosto mi morderò la lingua e lo cancellerò dal repertorio di idee malsane che quest’epoca puttana produce.

Sette volte meno

 «L'acqua, alla pietra, dice qualcosa?» 
Guido Ceronetti

No, silenziosamente scorre, passa sopra senza pretendere nient'altro che poterlo fare, levigando levigando,  togliendo, anno dopo anno, alla pietra, quel di più che le impedirebbe di diventare storia. 


***

21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
23 A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 24 Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. 25 Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. 26 Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. 27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! 29 Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. 30 Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
31 Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. 33 Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? 34 E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

martedì 14 dicembre 2021

I giardini del 31 marzo

C'è stato un tempo in cui la voce, quando usciva fuori della bocca, riusciva a entrare dentro le orecchie e, da queste, a raggiungere il cervello, in modo tale da mettere in moto, dentro la testa delle persone, quello che un tempo si chiamava ragionamento. In questi tempi afoni, disgraziatamente, la voce resta sospesa a mezz'aria, proprio non ce la fa a spingersi in là più di tanto, vuoi perché bloccata da luridi stracci messi davanti alla bocca, vuoi perché le più volte questa voce è un riflesso di strumenti elettronici, telefono di casa compreso, quello classico con il disco per i numeri e la cornetta. La voce, in pratica, ha perso le vocali. Restano la v e la c. Purtroppo non indicano un vaffanculo.

domenica 12 dicembre 2021

Osservazioni

«Convenne finalmente col crescere della peste e il moltiplicarsi giornalmente il numero de' morti disingannare il popolo, e persuaderlo che il malore purtroppo era nella città, e laddove i discorsi nessun effetto producevano, si dovettero far manifesti sopra gran carri gli ammassi de' cadaveri nudi aventi i bubboni venefici, e così per le strade dell'affollata città girando questo spettacolo portò infine la convinzione negli animi, e forse propagò più estesamente la pestilenza. Allora fu che il popolo furiosamente si rivolse ad ogni eccesso di demenza. Nei disastri pubblici l'umana debolezza inclina sempre a sospettarne cagioni stravaganti anzi che crederli effetti del corso naturale delle leggi fisiche».

Pietro Verri, Osservazioni sulla tortura, 1776

venerdì 10 dicembre 2021

Massa e Decreti Legge

 «Da qualunque parte lo si consideri, il comando nella sua forma compatta, compiuta, che oggi gli è propria dopo secoli di storia, è divenuto l’elemento singolo più pericoloso della vita collettiva degli uomini. Bisogna avere il coraggio di opporvisi e di spezzare la sua sovranità. Si devono trovare mezzi e vie per liberare da esso la maggior parte degli uomini. Non gli si può permettere altro che di scalfire la pelle. Le sue spine devono diventare solo più lappole di cui ci si sbarazza con un gesto».

Elias Canetti, Massa e Potere, (1960), Adelphi eccetera

Lo so, potreste dirmi: e fattela scalfire la pelle, suvvia: una punturina... Keep calm. Tempo al tempo. Adesso mi farebbe l'effetto di una strizzata di palle - e sinceramente no, vadano a fare in culo. Per un po', nevvero, per un po', giusto il tempo di togliermi qualche lappola che, correndo in questo frangente di storia dello stracazzo, rimane incollata ai miei calzini lunghi fino al ginocchio. È questione privata, confessata qui timidamente, e vi prego di credermi e lo so che ci credete, dato il mezzo e la consistenza della diffusione delle mie volatili parole: non sto sbandierando niente, non voglio dimostrare niente, è solo un timido corpo a corpo tra un lillipuziano e un gigante. Partita persa in partenza, mai pensando di giocarla per essere vinta. Giusto per entrare sul ring, fare dieci passi, schivare un colpo, buttarsi in terra e sperare che l'arbitro conti in fretta fino a dieci. Mi arrenderò, come Buster Keaton, ma per favore: alla fine la massaggiatrice mandatemela cinese.

mercoledì 8 dicembre 2021

Convinzioni

Se un virus simile, con effetti anche più gravi, fosse comparso tre lustri fa (ma facciamo anche dieci anni fa), tutto questo schifo autoritario del governo e la conseguente emersione del fascismo latente delle persone sarebbero rimasti repressi, e il governo e le autorità, forse, si sarebbero occupati solo della cura e non del controllo; ovvero, si sarebbero concentrati più sul rimedio anziché ricercare continuamente un colpevole.

È la stessa situazione tragica rappresentata e rivelata, in un certo senso, dall'Edipo re. C'è una pestilenza a Tebe, e c'è la fame; e la gente chiede al sovrano di trovare una soluzione al contagio e ai loro stenti. Edipo, che non aveva comitati tecnici scientifici a disposizione (aveva un cognato e basta porca miseria) invia Creonte a Delfi, a consultare l'Oracolo. E l'Oracolo risponde che la causa del male che contamina la città (peste + carestia) è dovuta al fatto che non è stata ancora fatta giustizia dell'assassinio di Laio, il re precedente, e soltanto quando sarà trovato il colpevole la peste finirà e la prosperità ritornerà a Tebe.
Noi, spettatori, incidentalmente sappiamo che Laio è stato ucciso da Edipo stesso, figlio ripudiato e condannato da Laio a morire se non fosse stato che un servo, impietosito, gli salvò la vita e lo fece crescere. Edipo, a forza di domande, e nonostante in molti, a cominciare da Giocasta, capiscano la mal parata, scopre così che... stava cercando sé medesimo; e, scoprendosi parricida e incestuoso, e ritenendosi responsabile della crisi (epidemica ed economica) che serpeggia in città, prima si acceca e poi si autoesilia. Peste e miseria finiscono? Non è dato sapere, ma sembra di sì dato che è stato trovato il colpevole.

Il nostro briciolo di ragione desacralizzata ci consente di capire che tra peste e miseria e parricidio e incesto non c'è, di fatto, alcun nesso? Direi di sì. Ovverosia: anche se Edipo ha ucciso suo padre e trombato la madre, che cazzo c'entrano questi crimini e misfatti con la malattia e la fame? Niente.
Che cazzo c'entra chi non si vaccina e la circolazione di questo cazzo di virus? Meno di un cazzo, forse solo un testicolo per la riproduzione (Gaber) dello schifo autoritario governativo, della relativa propaganda e del pubblico che se ne bea gongolando un po'.

domenica 5 dicembre 2021

La libertà personale era inviolabile

È così: tutte, o quasi tutte le pattuglie di carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale dalla Val d'Aosta alla Sicilia, sono andate, in questi giorni, dai gestori di locali pubblici (bar, ristoranti, alberghi, pizzerie, birrerie, negozi di ogni tipo) ad avvisare, avvertire che, da domani, entra in vigore il super certificato verde e che loro, i gestori, sono gli addetti al controllo, loro dovranno verificare se i clienti sono in regola e se a un controllo delle forze dell'ordine qualche cliente risulta sprovvisto, per i gestori saranno guai, multe salatissime, minacce di chiusura del locale.

Io non so quanto ci metteranno a fare lo stesso nelle case.

sabato 4 dicembre 2021

Ho scritto già una lettera

Faceva freddo; pioveva e io piangevo; il sale delle lacrime impediva che le gocce d'acqua brinassero sui baffi: una fortuna, così non avevo bisogno di rubarne qualche chicco dai sacchi messi ai lati della strada dai cantonieri comunali. Non volevo avere niente in comune, e infatti non ho niente, a parte una casa, segnata al catasto. Alla riforma della puttana della tua sorella. Si è rifatta le tette e io pure. Anche i labbri (maschili) mi sono rifatto, diversi dalle labbra nuove di Dietlinde. Non mi occorrevano scialuppe di salvataggio, anche perché io in crociera, vero... piuttosto in croce. E passava il tempo e faceva sempre freddo. Io continuavo a piangere lacrime senza sale; avevo finiti i sali minerali, e mi scocciava passare in farmacia. E cosa avrei potuto scrivere al Governatore della Libia? Lo sai, che quell'idiota di (scegliere un generale a caso) farà una brutta fine. Che bella lettera sarebbe stata, l'avessi scritta, la potessi scrivere anche domani, a chi voglio bene, bene assai.

mercoledì 1 dicembre 2021

Diospero




Non mi abbatto, non sono un albero (purtroppo), non so usare la motosega e l'ascia la uso giusto per spaccare i capelli in quattro (e in testa io ne ho due). Sicché mi lascio in pace, in piedi, allo stormir del vento e allo sgocciolar di nubi grige e fredde; alzo il bavero e guardo passeri e passere passare, piluccare qua e là, svolazzare su e giù, cantare forse, ritrovare il nido, cercare il caldo e aspettare che la notte dicembrina diventi primavera e io pure.

Amare il silenzio come metodo, il foglio bianco come pratica, l'orizzonte come fine. E le mani in tasca che si allungano per aggiustare la direzione del desiderio.



domenica 28 novembre 2021

Tendenza Bartleby

Dunque: pensavo di avere un corpo e di averne la proprietà; credo di conoscerne i confini nello spazio tempo che attraversa respirando, mangiando, camminando, eccetera. Pensavo di avere un corpo e che fosse mio e che non avesse niente da dimostrare, anche perché quando mi sono reso conto - adolescente - che invece doveva dimostrare qualcosa, il corpo si è ritirato nel proprio guscio ed è stato così, per alcuni anni, a scrivere poesie e farsi le seghe in modo privato, onesto, cristallino, senza spargere versi e sperma pubblicamente se non quando, saltuariamente, gli veniva richiesto. Pensavo di avere un corpo, di accudirlo, lavarlo, pettinarlo, dargli la vitamina c per l'inverno e altre acidità di stomaco. Un corpo che si è reso conto presto dei suoi limiti e che non ha cercato di superarli; un corpo che è stato e resta dentro le possibilità inscritte dal codice genetico e dal contesto storico e socio-economico nel quale è cresciuto, sviluppato e rimasto in attesa che gli anni passino, si consumino tutti e trovi, alla fine, un po' di metri quadrati al cimitero della propria città (anche se non vedo male l'ipotesi cassetta delle ceneri da sotterrare nel giardino di casa, vicino a un nespolo che ancora deve crescere, si farà). 
Avevo un corpo, ce l'ho ancora, lo faccio nuovamente correre dopo un infortunio perché il corpo a una certa età non va stressato troppo correndo, le cartilagini, si sa, sono soggette a deteriorarsi, insomma, un corpo che nonostante tutto reputo piuttosto in forma, un corpo che va di corpo abbondantemente, anche su richiesta, un corpo che consuma il giusto, non fuma, beve un bicchiere di rosso al giorno dopo cena, e poco più. Un corpo lontano dai farmaci, a parte un'aspirina ogni tanto. Un corpo che è qui, e che credevo tutto mio e che, invece, lo stato, dato il mestiere che il mio corpo fa, gli ha intimato di dover assumere una certa cosa per ragioni che non ha ben capito: gli esecutori al governo parlano del bene della collettività a scapito dell'individuo e degli impegni che lo stato avrebbe assunto in sede internazionale, quali impegni? non si sa. Il fatto è che, davanti a tale obbligo, il mio corpo indugia, nicchia e ponza. Siccome io pensavo che il corpo fosse mio e lui pure pensava di essere me, ci siamo presi del tempo per meditare sul da farsi, perché il mio corpo e io pure, siamo da sempre stati inclini a seguire una tendenza, la tendenza Bartleby. Ma ora fatemi pensare ad altro ché ho da scrivere ancora un po'.

giovedì 25 novembre 2021

Ancora oggi il mio lamento è amaro

Vorrei vomitare, ma per vomitare ci vorrebbe qualcosa sullo stomaco e non ce l'ho, non mangio da giorni, ho un buco: posso vomitare un buco? Un buco nero, che assorba tutta la vostra smisurata detenzione mentale, la rinchiuda dentro di sé e la faccia esplodere, sparire nel niente o qualcosa di più. Do del voi a degli umani che si atteggiano a potenti e, di più, a coloro che contenti applaudono e gioiscono perché trovano soddisfazione al desiderio della loro bava. 

I carnivori, soprattutto i carnivori, sono animali che quando pregustano del cibo cominciano copiosamente a sbavare. Chi ha un cane conosce bene il fenomeno: l'animale sta vicino al padrone, a tavola, e aspetta un agognato boccone che sa che arriverà e, nell'attesa, comincia a gocciolare ai lati della bocca. Così molti concittadini sbavano alle conferenze draghiane quando il padrone fa vedere loro il boccone. Solo non sono cani. Solo il dragone non è un padrone: è peggio, vi assicuro, peggio.

2 I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le menano al pascolo;
3 portano via l'asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.
Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.

Il Libro di Giobbe, 24

mercoledì 24 novembre 2021

Dare sostanza ai nomi

I sostantivi hanno perso sostanza. Le parole sono gusci vuoti, come le scatole aperte di Amazon Prime gettate dentro i raccoglitori della carta. Tutte quelle frecce disposte come una Guernica, destinate al macero e alla disperazione dal potere di acquisto. E quando il potere di acquisto sarà impotente, le frecce di Prime, che mimano un sorriso, saranno rivolte al pianto. Ma sarà un bene, ché la carta, per essere riciclata, ha bisogno di lacrime. O di acqua. Al limite di orina.

Io, per esempio, stasera - rientrando a casa - mi sono fermato in una piazzola della strada per orinare. Nel farlo, ho indirizzato il getto in una parte del terreno che i fari della macchina illuminavano e sul quale erano ammucchiate numerose cartacce. Tra queste, uno scampolo di giornale della sera dov'era disegnata una faccia di drago che sputava fiamme. Ho provato a spegnerle.

 


martedì 23 novembre 2021

San Sebastiano aiutaci



Si crede che [San Sebastiano] protegga dalla peste perché è crivellato di frecce e perché le frecce significano sempre quello che già significavano per i Greci e probabilmente anche per gli Aztechi: i raggi del sole, la peste. Le epidemie sono frequentemente rappresentate da piogge di frecce lanciate sugli uomini dal Padre Eterno e persino da Cristo.

Tra san Sebastiano e le frecce, ovvero l'epidemia, esiste una specie di affinità e i fedeli sperano che sarà sufficiente la sua presenza, la sua effigie nelle loro chiese, perché il santo attiri su di sé le frecce vaganti, ed egli sia colpito al loro posto. Insomma, si propone san Sebastiano come bersaglio preferenziale della malattia; lo si brandisce come un serpente di bronzo. Il santo svolge quindi la funzione di capro espiatorio, protettore perché appestato, e quindi sacralizzato nel duplice senso primitivo di maledetto e benedetto. Come tutti gli dèi primitivi, egli protegge perché monopolizza il flagello, anzi, al limite, lo incarna. L'aspetto malefico di questa incarnazione è quasi sparito. Bisogna dunque astenersi dal dire: « Presso gli Aztechi avviene esattamente la stessa cosa». Non si tratta della stessa cosa, perché qui non vi è violenza effettiva, ma si tratta certamente dello stesso meccanismo, tanto più facilmente individuabile per noi dal momento che funziona a un regime infimo, a un livello di credenza molto basso.

René Girard, Il capro espiatorio, (1982), Adelphi, Milano 1987 pag. 102

Viviamo in un'epoca in cui il meccanismo del capro espiatorio ha ripreso a funzionare quasi a pieno regime sopratutto perché, come i motori delle auto elettriche, se è in moto e viaggia non lo si sente. 




domenica 21 novembre 2021

Non un vizio

 «Ma il mio argomento è questo: nella natura non c'è niente che si possa attribuire a suo vizio; la natura è infatti sempre la stessa, e la sua virtù e potenza di agire una medesima dappertutto; cioè le leggi e le regole della natura, secondo le quali tutte le cose divengono, e da certe forme si trasmutano in altre, sono dovunque e sempre le stesse, e perciò uno e medesimo deve anche essere il modo di intendere la natura di tutte le cose, quali che siano, ossia mediante le universali leggi e regole della natura».
Bento de Spinoza, Etica, 1677, parte terza, "Origine e natura degli affetti" (traduzione di Sossio Giametta)

Anche i governi, che fanno parte della natura, non possono essere attribuiti a suo vizio: i draghi e i brunetta; i grilletti e tutto il democratico partito non sono un vizio, sarebbe troppo bello lo fossero, ché sarebbe facile dismetterli, più che fumare. Il problema è che i governi non sanno che 1) fanno parte anch'essi della natura e 2) sulla natura hanno poco potere o nulla, nonostante i trimestrali di alcune aziende gli facciano credere il contrario.

E Luigi Di Maio è il ministro degli esteri. Esteri è una parola misteriosa.

venerdì 19 novembre 2021

Buttare lì qualcosa

Oggi, nel primo pomeriggio, ho incontrato una quercia, bella, grande, maestosa, rivestita ancora di quasi tutte foglie, bionde com'era bionda Brigitte Bardot. Un tronco possente, di benefattrice, silente, da abbracciare senza strofinare troppo le mani o le guance, data la consistenza della corteccia. E che slancio verso il cielo i rami protesi a catturare quanta più luce possibile, fonte primaria del suo, del nostro essere qui. 
Fatte le presentazioni ( - Buon pomeriggio, signora Quercia... - Mi chiami pure Luisa.), le ho chiesto se potevo permettermi di raccogliere alcuni dei suoi frutti caduti sul manto erboso, quei pochi rimasti ché - immagino - molti in precedenza già manducati da ghiotti scoiattoli e da voraci cinghiali. 
- Certamente, faccia pure e mi dica, se posso chiedere: a che cosa le servono? 
- A niente signora Luisa, a niente, solo a gettarli in qualche posto lontano da qui, perché sarebbe bello - penso anche per lei - se queste piccole ghiande potessero replicarla altrove, tra mezzo secolo e più, quando io non ci sarò e lei, sì, forse ci sarà ancora più vecchia di quanto sia già, ma soprattutto ci saranno dei nuovi alberelli che cercheranno di riprodurre le stesse sue gesta di amore. 
- Oh che pensiero gentile, che cosa gradita mi fa. 

E così, con una tasca piena di ghiande, l'ho salutata con un leggero inchino e ho proseguito i miei passi buttandone una or qui, or là come fosse cosa buona giusta, e sono andato via.

mercoledì 17 novembre 2021

Ho visto

Ho visto prima un cane che sembrava 
avere i tuoi stessi occhi e per questo 
forse mi guardava
in cagnesco.

Ho visto poi una Panda diesel euro boh
che salendo una strada di campagna
lasciava dietro sé una scia di fumo nero;
il guidatore comunque era protetto:
aveva i finestrini chiusi e naso e bocca
coperti dalla mascherina.

Ho visto quindi una mano amica che
per compassione e per benevolenza
si è posata tra le due scapole
per sciogliere finalmente la tensione
come un elettrotecnico dell'enel.

Infine ho visto il mare e la linea
in fondo all'orizzonte in cui gli ultimi
raggi erano tutti verdi, 
e io pure così potevo
esprimere me stesso e forse basta.


lunedì 15 novembre 2021

Controversie a parte

Poi ci fu un giorno in cui decisi di mettere da parte le controversie. Andai in banca e chiesi informazioni se ci fosse stato un apposito conto deposito, anche a interessi bassi. «Sì», mi rispose un consulente finanziario «ne abbiamo uno specifico per esse, dal canone di cento euro al mese, una tredicesima, il mese inesistente». Capii. Asserii. Rifiutai e decisi di tenermi le controversie in tasca. Il consulente finanziario, contrariato, mi chiese quindi se fossi interessato a una polizza. «Non mi sono mai piaciuti i questurini», risposi. Esitò. Prese in mano il telefono; io mi tirai su la cerniera dei pantaloni che avevo distrattamente lasciato mezza aperta senza accorgemene. Il consulente conferì con il direttore e questi si presentò al mio cospetto. «Massaro, che mi dice di comprare un'azione?». «No, mi rincresce; ho paura del fuorigioco». Rimase un attimo immobile, come un guardialinee. Quindi mi congedò in fretta, dovevano sbrigare delle pratiche. «Io, invece, devo ritardare delle teorie». Non capirono neanche questa volta, ma dovevo aspettarmelo. Non si va in banca per fare filosofia. 

***
Se me ne ricordo, durante le festività natalizie cercherò di redarre il mio testamento biologico: lo fece anche Ceronetti dopo i cinquanta, mi pare nel suo La carta è stanca. Io ho le palle sgonfie, ma questo è un altro discorso. 


***
Avete vinto; avete ragione; hanno ragione Fabio Fazio e i suoi illustri ospiti; hanno ragione il governo e il Presidente Mattarella. Chiudiamola qui: quando ci concederete la grazia (Graziella)? Quando potrò rigonfiarmele?

domenica 14 novembre 2021

Forza Edipo

Cari figli, (cioè: cari noi, in quanto siamo stati tutti, nostro malgrado, figli: figli di avvocato, figli di operaio, figli di professore, figli di puttana, eccetera), perché abbiamo (hanno: i nostri genitori, anche quelli di questo individuo sottostante) fatto incontrare uno spermatozoo e un ovulo per farvi (farci) nascere? Perché vi abbiamo messi al mondo? Perché continuiamo a infestare - noi esseri umani, il vero virus del pianeta - questo cazzo di mondo? Cari figli: perché non ci mandate a fare in culo?





sabato 13 novembre 2021

Ciao Maschio

 


Cercasi maschio tra i 30 e i 50 con basso livello distruzione, ergo pacifico. Residente nel Nord-Est-Sud-Ovest purché non sia Max Pezzali. Operaio? Disoccupato? Non importa: bastano 1500 euro al mese nette per contribuire alla sussistenza. È questo l’identikit del #NoFava tracciato dall’Atlante Illustrato De Agostini che disegna le quote di livello della crosta terrestre con colori diversi, a seconda dell’altitudine sul livello del mare.
Lo scenario pandemico si sta rimettendo un colpo e in moto, come vecchie le Vespe o le Lambrette che, appunto, si accendevano con un colpo di tacco o a spinta. Controllate spesso le candele. Accendete ceri. L’evoluzione dell’opinione pubblica appare più lenta: ha le palle sgonfie, l’opinione, sebbene femmina. Portare l’opinione pubica dal gommista per mettere quelle da inverno, con il pelo più spesso per assorbire i picchi. Woody Woodpecker, detto meglio Picchiatello.

venerdì 12 novembre 2021

Indici indubbi

«La storia ha indici indubbi che l'abuso dell'autorità arriva a maggiori eccessi dell'abuso della libertà».  Don Luigi Sturzo

Le autorità, invece, hanno i medi, con parecchi mignoli che guidano ministeri o ne presiedono il consiglio. Mignolini con l'unghia che si ficca dentro gli orecchi della gente per frugarne il cerume per di poi ciucciarlo come fosse miele, golosi dei miasmi del corpo umano. Volete un etto di sperma da mettere in frigo? Mezzo litro di orina per farvi uno shampoo? Un po' di forfora per condire i vostri comunicati? E levatevi le cispe dagli occhi, orbi che turbate il benestare del popolo che tanto vorrebbe essere lasciato in pace e non perseguito dai vostri assurdi provvedimenti e prepotenti. Avete gettato fiumi d'ansia nelle fosse orbitali delle persone che erano e sono lì a guardarvi a bocca aperta: gli avete fottuto il bulbo oculare e ottenebrato il cervello, aguzzini che vi parate dietro discorsini da crocerossine. Mentecatti e vili. Arroganti e pusillanimi. Seminatori di scandalo e di scisma. Ma soprattutto: fetecchie.

mercoledì 10 novembre 2021

Bizzarri

Oggi ho ascoltato ampi stralci del Convegno Generazioni future organizzato dal gruppo Studenti contro il greenpass di Torino. Ci sono stati interventi molto interessanti, da parte di tutti i partecipanti. Mi limito a consigliare l'ascolto di quello del professor Mariano Bizzarri, Professore di Patologia Clinica al Dip. di Medicina Sperimentale presso l'Università La Sapienza (dal 51 minuto e seguenti). Perché vorrei non essere più solo a stramaledire e infamare tutto l'apparato governamentale, prepotente e ottuso, che governa, medica e informa.

martedì 9 novembre 2021

La libertà

La libertà di manifestare nelle piazze e nelle vie delle città finisce dove comincia la libertà altrui di fare shopping online.

lunedì 8 novembre 2021

Sottosegretari in salamoia

Succede a tutti d'invaghirsi d'un sottosegretario, soprattutto se sta sotto la panca segretamente a svolgere mansioni ministeriali, tipo presenziare l'inaugurazione di o la commemorazione del. La miglior posa sottosegretaria è quella compita durante i funerali di Stato, un participio passato da un pezzo. I sottosegretari, in particolare, sono simpatici quando rilasciano interviste a tempo perso, fuori onda, rispondendo a domande in diretta che i giornalisti gli avevano fatto anche prima in differita, stupendosi poi di come la risposta data al pubblico non corrisponda esattamente a quello che avevano detto prima. I sottosegretari sono sfasati: troppi impegni, troppi fusi orari, acidità di stomaco conseguente, il diger seltz non basta. La fiatella. A volte hanno dei fine settimana liberi che restano tali finché il presidente della pro-loco pro-stituti, amico d'infanzia perduta, non li reclama per la sfilata della banda nelle le vie del paese, svolta in occasione della festa di un santo patrono. In seconda fila, proprio dietro il sacerdote, accanto al sindaco con la fascia tricolore e al maresciallo con i guanti bianchi, i sottosegretari salutano con deferenza le due ali di folla che, al passar del Santo Patrono, s'inchinano e fanno il segno della croce. Osanna nel basso dei cieli e ai sottosegretari in terra di buona volontà. 

domenica 7 novembre 2021

Questo io lo so

« Io purtroppo devo dirlo, lo so questo, non è che lo pensi, lo so; so che si possono fare [campi di concentramento] dappertutto, possono esistere. Dove un fascismo - non è detto che sia identico al Fascismo - cioè, un Nuovo Verbo, come quello che amano i nuovi fascisti in Italia [e che dice] "non siamo tutti i uguali, non abbiamo gli stessi diritti; alcuni hanno dei diritti e altri no", [ecco] dove questo Verbo attecchisce, alla fine c'è il Lager; questo io lo so con precisione ».

venerdì 5 novembre 2021

Boccucce

Lo sono tutt'ora, boccuccia, ma pare che, da piccolo, lo sia stato ancor di più. Lo svezzamento fu per me un trauma piuttosto rilevante, ma anche in seguito, per parecchi anni, di sicuro sino alla fine dell'adolescenza, ho dato parecchie pene a mia madre per mangiare. 
Nonostante questo, lei o mio padre mai mi hanno costretto a mangiare per forza. Mai. Cercavano sempre di persuadermi con degli esempi della loro giovinezza, delle ristrettezze e persino della fame patita in tempo di guerra. Niente. Ero sordo a tutto: se una cosa non mi andava, non mi andava. Loro, dopo un po' di insistenze, lasciavano perdere. 

Così ho fatto con le mie figlie, sempre, anche se loro non sono state boccucce come me: mai le ho forzate a mangiare qualcosa se questo qualcosa non andava loro. Mai. Ho insistito, ho provato a persuaderle, certo non con la storia della guerra e della fame, ma con altri espedienti legati a contingenze e immediatezze meno suggestive e con scarsa presa.

Perché ricordo questo?

Proprio oggi, con alcuni amici, mi domandavo dove fosse finita la satira, la satira vera, quella che non appoggia mai il regime o, peggio, lo solletica o lo amplifica. E chiedevo, in particolare, se Altan avesse disegnato una vignetta sulla questione che assilla l'Italia da alcuni mesi e ipotizzavo sul perché sinora non l'avesse fatto. Per paura di venire bacchettato come, per esempio, Alessandro Barbero? Non ho fatto in tempo a porre la questione che, una cara amica, mi ha mostrato questo:




Ho fatto boccuccia, ho lasciato la vignetta nel piatto e, vi dirò: anche il cane si è rifiutato di mandarla giù. 

mercoledì 3 novembre 2021

Braci

Non mi dire ti amo, per favore, ché in questo momento l'amore non riesco proprio a tollerarlo. Dimmi piuttosto ti arrabbio mi fa sentirti più vicino. Ecco, vieni qui: urliamoci addosso, digrigniamo i denti, odiamoci, muoviamo le mani veloci vicine al nostro viso senza toccarci, violenza solo verbale, fitta fitta, arrogante, assordante; confondiamoci, scambiamoci ruoli, risultiamo velocemente indistinguibili. Colpo su colpo di parole che ci scambiamo, mescolate, come panni di dosso. Se qualcuno assistesse al nostro triste (o comico?) spettacolo, non saprebbe più dire chi, dei due, sia l'uno o sia l'altro. Alla fine facciamo un tutt'uno e, esausti, ci avvinghiamo come due pugilatori che non ne possono più e cadono letteralmente l'uno nelle braccia dell'altro. Quanta fatica. Adesso il respiro si calma, rallenta, la nebbia nella mente si dirada. Ci raffreddiamo e per questo ci stringiamo di più, per scambiarci quel poco di calore che resta delle nostre braci che non bruciano più. 

Vegeti e cannibali

Vorrei darvi una buona notizia, se foste pronti a riceverla: il governo è morto, d'un tratto, tutta la compagine, tutta d'un colpo, un malore improvviso, secco. Chiamato per un'interrogazione alla camera, non si è presentato. Provato a chiamare i componenti, ma niente: nessuno ha risposto. Andate le forze dell'ordine: tutto in ordine, tranne il corpo del governo, esanime, steso a terra. Chiamato la scientifica («Cazzo ci fai Burioni qui?» urla un sottotenente assai preciso nel rilevamento «Non c'entri un Fazio»). Chi sarà stato? Toro seduto? No, non l'hanno fatto sedere manco un giorno. I Talebani? No, a Roma vengono solo a vendere oppio per i popoli. Dillinger? È morto prima lui. Un sogno? Può darsi, con polluzione notturna.

Caso risolto: di desiderio non è mai morto ammazzato nessuno. Il governo è vivo, vegeto e cannibale.

lunedì 1 novembre 2021

Intensificar legami

A parte un certo - non so quanto giustificato - sbandamento iniziale, dopo poche settimane della primavera del '20 gli elementi in gioco erano già tutti visibili per osservare che l'esperimento politico sociale in corso non aveva altro fondamento che una emergenza artatamente imposta e quindi mantenuta in piedi dai poteri dello Stato, da tutti i poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario e mediatico, al fine di governare un po' come cazzo ci pare a noi, fare cose che altrimenti avrebbero avuto un decorso meno veloce, e non sono tempi da lentezza democristiana questi, ci vuole speditezza, risoluzione rapida, esecuzione di ordini immediata. C'è un'Agenda con degli impegni da rispettare.

Il corona non è un virus, bensì una gallina dalle uova d'oro che, contrariamente al contadino della favola che la uccise, il Potere tiene artificialmente in vita per trarre da essa: legittimità, finta autorevolezza (ovvero vera tracotanza con tratti di autoritarismo), “mani libere”, finzione.

Dell'aspetto sanitario in sé non frega un cazzo nulla a questi beccamorti diffusori delle statistiche di stocazzo. Lo attesta lo stesso Capo che, mi pare ieri al G-Fava, ha dichiarato:
"Abbiamo intensificato i legami tra finanza e salute. Anche perché è necessario per prevenire epidemie, nuove pandemie. E soprattutto in generale per assicurarci la preparazione ai prossimi purtroppo inevitabili drammi sanitari"
Purtroppo inevitabili. S'interessa e preoccupa dei futuri, ma dei presenti drammi sanitari gli frega, appunto, un cazzo. Forse perché i cordoni della finanza andrebbero sciolti in favore della salute?

 

sabato 30 ottobre 2021

Subire, capire

C'è stato un giorno, non ricordo quale, in cui ho subito capito che subire è un po' capire a scoppio ritardato, un meglio tardi che mai, anche se non mai capito perché il mai non sia mai meglio del tardi, in fondo restare nell'incoscienza spesso aiuta, soprattutto la classe che subisce senza saperlo, con classe, senza acqua, senza idranti che la polizia ti spara addosso coi cannoni ad acqua senza un perché, ovvero perché lo dice la legge; e chi è la legge, tua sorella? Il più che prefetto è un trapassato che non ama il prossimo suo come se stesso, perché lui stesso si fa schifo da solo? E ci credo: se fossero dei narcisisti avrebbero pietà degli altri considerando se stessi impareggiabili modelli da imitare; invece, proprio perché lo specchio riflette il loro fallimento, per non spaccarlo portandosi sfortuna, preferiscono spaccare i coglioni altrui: non si diventa governanti per caso, c'è sempre dietro una motivazione edonistica. Chi se lo inculerebbe un beccamorto se non diventasse ministro o un sottosegretario, per esempio del contrario della salute? 
Ma lasciamo stare le circostanze; apriamo le finestre, cambiamo aria, che entri in casa un po' di bruma di fine ottobre a decomporre e disfare pensieri con poca linfa che, stanchi, si staccano dalla testa e cadono al suolo, come foglie senza clorofilla. Bello sarà camminarci sopra per udire il fruscio.

mercoledì 27 ottobre 2021

Trottolino facinoroso


Anno 2000, 43 aprile 
Oggi è una giornata di immenso trionfo! In Spagna c'è un re. È stato trovato. Questo re sono io.
Nikolaj Gogol', Memorie di un pazzo 



Io vorrei essere un facinoroso perché mi rode il fare; infatti, preferirei non fare, giacché la via del fare è l'essere (Lao-Tzu); e l'essere è uno stare fermi, seduti, in piedi, in ginocchioni, a buco pillonzi il culo rivolgendo in direzione di un colle di Roma sul quale è ubicata la residenza di uno che dovrebbe essere primo servitore e invece strafà, straparla, strapazza quella carta su cui Egli ha giurato prima di insediarsi per un settennato e speriamo che sia morto lì, il mandato, e non prorogato come accadde indebitamente e irritualmente al suo predecessore.
Insomma, io vorrei essere facinoroso ma le turbolenze al momento le ho soltanto intestinali, le ribellioni meramente lessicali e le violenze sono quelle che infliggo solo a me per non saper astrarmi da questo merdume sparso che impesta l'Italia, la ammorba, la svilisce, deperisce e infama nell'attacco concentrico di tutti i poteri riuniti contro noi poveri sovrani ignudi e sbertucciati. Ah, fossi un Giobbe o un Geremia come bestemmierei contro di loro volentieri!

Come si vergogna un ladro preso in flagrante
così restano svergognati quelli della casa del Potere,
essi, i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti.
Dicono a un intruglio: Tu sei il Salvatore!
E per ogni dose: Benedizione che rigenera!
E vogliono i bambini sull'altare
per marchiarli col fuoco dello Stato.
[...]
Ognuno si beffa del suo prossimo,
nessuno dice la verità.
Hanno abituato la lingua a dire menzogne,
operano l'iniquità, incapaci di convertirsi.
Angheria sopra angheria, inganno su inganno;
[...]
Una saetta micidiale è la loro lingua,
inganno le parole della loro bocca.
Ognuno parla di pace con il prossimo,
mentre nell'intimo gli ordisce un tranello.
[...]
Siano confusi i miei avversari ma non io,
si spaventino essi, ma non io.
Manda contro di loro il giorno della sventura,
distruggili, distruggili per sempre.[*]


_______________
* versetti dal Libro di Geremia, alcuni dei quali rimodellati per esigenze di cronaca.


martedì 26 ottobre 2021

domenica 24 ottobre 2021

Adesso la riconosco

Non sono più io, disse lui, in preda al tragico. Ho scambiato pronome, non riesco più a identificarmi con la prima persona singolare: più mi guardo e più mi sento in imbarazzo con me stesso, mi vergogno come un ladro in chiesa, ammesso e non concesso che i ladri in chiesa si vergognino. Diciamo meglio (vedete come mi riesce facile passare alla prima persona plurale?): chi siamo noi se non tanti io che non valgono il proprio assunto? Sembra una mera questione grammatica, invece è assai drammatica, altro che storie.

Tu per esempio: chi sei per giudicare? Un giudice? Hai fatto giurisprudenza oppure sei stato a scuola dai salesiani? E chi ti pagava la retta? I genitori? E chi ti pagava la semiretta? Gli zii? Chi il segmento? Euclide? Come vedi, potremmo arrivare all'infinito, dato che i punti che comprendono una retta sono infiniti. E sicché smettila di giudicare senza che nessuno ti chiami in causa per dirimere la questione, non sei Salomone, non ci sono mica due puttane che si contendono un figlio, su, non fare lo stronzo come un ministro qualsiasi: sii uomo.

Da un punto di vista sociale, una delle cose più stupide che si possa fare è parlare di televisione sui social. Finché la televisione non sarà considerata allo stesso pari di un frigorifero, il cervello si scuocerà, diventerà una pappetta che sillaba parole babbee in attesa dei consigli per gli acquisti. Di più: voi nel vostro frigo non tenete merda, vero? E perché allora la tenete dentro il televisore?

Ehi, ma tu stai giudicando, non ti sembra? No, sto constatando; tuttalpiù criticando; meglio ancora discernendo. Lo so: quattro gerundi di fila sono indigesti, sputateli pure qui in fondo a destra pensando (e cinque) alla faccia di un ministro o di un segretario di partito dell'attuale maggioranza di governo. 

***
«Lei sta dunque lavorando a un quadro, vero?». «Sì» rispose il pittore [...] «È un ritratto. Un buon lavoro, ma non ancora finito». Il caso veniva in aiuto a K., gli offriva per così dire l'occasione di parlare del tribunale perché era evidentemente il ritratto di un giudice. Somigliava moltissimo al ritratto nello studio del suo avvocato. Si trattava bensì di un giudice tutto diverso, un uomo grasso con tanto di barba nera, cespugliosa, che gli arrivava fino in cima alle guance [...] “Ma questo è un giudice” stava per dire K. Sennonché per il momento si trattenne e si avvicinò al ritratto come per studiarne i particolari. Una grande figura in piedi nel mezzo della spalliera fu per lui un mistero sicché chiese spiegazioni al pittore. Questi rispose che doveva essere ancora elaborata e preso dal tavolino un pastello tratteggiò leggermente i contorni della figura, ma senza che a K. risultasse più chiara. «È la giustizia» spiegò infine il pittore. «Già, adesso la riconosco» disse K. «Questa è la benda sugli occhi e questa la bilancia. Ma non ha anche le ali ai calcagni e sta correndo?» 
Franz Kafka, Il processo, Cap. VII

giovedì 21 ottobre 2021

Pezze sulla fronte

Quando raggiunse la maggiore età, Lucas ebbe il desiderio di scendere a valle, tornare indietro alla minore. Stava così bene quando era bambino, a parte saltuari, feroci mal di testa, che non riusciva a identificare, consolàti comunque dalle pezze umidificate nell'aceto rosso da sua madre o dalla zia: si sdraiava sul divano, chiudeva gli occhi e, mentre l'odore forte dell'aceto lo stordiva, sentiva al contempo la pezza riscaldarsi sulla fronte come se la pelle avesse trasferito su di essa una parte del dolore. Il dolore si attenuava a poco a poco e si distribuiva, sciogliendosi, in altre parti del corpo sì da trasformarsi in semplice stanchezza. E dormiva, sognava forse: la bicicletta, la fatica della salita, gli amici che ridevano, la partita di calcio in cui, dopo un dribbling efficace fece un cross e permise a un compagno di fare rete, gli zii che al bar Petrarca di Porta Romana gli regalavano sempre un gelato. 

- Su, alzati, non dormire adesso ché sennò stanotte non prendi sonno. E poi devi fare i compiti. 

Il mal di testa non c'era più; era quasi ora di cena; la luna illuminava le foglie ingiallite delle piazza. Lucas parcheggiò la macchina, salì in casa con le borse della spesa ed ebbe il desiderio di riscenderle, tornare indietro, alla bicicletta, alle pezze inumidite di aceto, a certe voci nella stanza accanto che adesso non ci sono più.

lunedì 18 ottobre 2021

Lampi, fuori nel buio

 


Avete voglia ad annacquare la luce, signori; avete voglia ad annebbiarla, signore; avete voglia a tentare di oscurarla, padroni e servi: la luce non si spegnerà.

domenica 17 ottobre 2021

Perdo i pezzi

Sono salvo, sono solo, sono uno specchietto per le allodole, fischietto, mai nessun mi dividerà, ma capisco che sono già diviso, non so ancora definire in quanti pezzi, facciamo tre. Il primo: un pugile al tappeto che, mentre l'arbitro conta, sente solo gli ultimi numeri sgranati, come le avemarie del rosario; meno male, dopo tre mesi, suona il gong; era solo la fine del primo round. Il secondo: un principe che, insonne, canta nella notte all'alba vincerò; quale alba? «C'è una fava che aspetta solo te». Il terzo e ultimo (non il terzultimo) un uomo in gamba, che cammina due minuti e due minuti corre, alternativamente, da buon podista walseriano, perdigiorno e poeta a tempo perso (altrimenti non sarebbe un perdigiorno).

Ecco qua i tre pezzi che da alcune settimane mi compongono. Non è facile farli andare d'accordo, ma quando accade tutto fila liscio, digerisco meglio, dormo tra due guanciali, e mi alzo con un'erezione che, sebbene renda arduo l'orinare, m'invita alla gloria del mattino. Poi penso all'Italia, al Governo, e mi scompongo ancor di più.

sabato 16 ottobre 2021

Viva Vera

«Manifestazioni in tutta Italia, alcune migliaia in piazza a Roma contro il certificato verde, a Bologna insulti a Liliana Segre.» Ansia notizie, prima pagina 15 e 16 ottobre.

Non ero a Bologna e dunque non posso né confermare, né smentire, ma posso ragionevolmente ritenere che, oltre a insultare (ma chi, ma come, ma perché?) la senatrice a vita Liliana Segre, alcuni manifestanti abbiano pure indirizzato insulti a qualche ministro dell'attuale governo in carica (ma non esplode?) o ex ministro bolognese, quello che considera il Certificato Verde frutto del genio italico. Epperò questi insulti non sono pervenuti alle cronache: misteri della stampa, bellezza.

Nello specifico, a me dispiace molto che si insultino tra loro persone che la pensano diversamente su una determinata questione, tanto più se nessuna di loro sia stata artefice della realizzazione di uno dei più schifosi ricatti contro la costituzione che un governo abbia mai legiferato nella storia repubblicana. Tuttavia, così come certuni talvolta accostano alla parola Dio e alla figura della Madonna un epiteto ingiurioso senza tuttavia pensare o credere, nel concreto, che Dio e la Madonna siano, nella sostanza, quello che momentaneamente (per rabbia o stizza) li qualifica, altrettanto può succedere d'insultare una persona che certamente non lo merita in sé (non avete mai mandato affanculo un genitore o un fratello?), ma solo perché ella magari ha espresso un'opinione che, per un attimo, toglie il velo della moderazione e fa sconfinare nel vituperio.

Perché in fondo è vero: sulla questione del certificato verde la senatrice Segre è gazionista. E sarebbe assai gradito se ella si confrontasse pubblicamente con una signora, anch'essa sopravvissuta ai campi di sterminio tedeschi: Vera Sharav (1, 2).

mercoledì 13 ottobre 2021

Profondo imbarazzo

Io non so quanto i portuali di Trieste potranno resistere e riuscire nella loro protesta, e trascinare con sé gli altri lavoratori di altri gruppi e comparti. Non so, soprattutto, se riusciranno a far retrocedere il governo. Lo spero molto, con tutte le mie forze. Allo stesso tempo, però, provo un grande senso di imbarazzo perché la categoria alla quale appartengo, il cosiddetto personale scolastico, non ha minimamente mosso un dito quando, dal primo settembre scorso, il governo con un decreto legge (il 111) ha imposto l'obbligo di possesso del Certificato Verde per entrare in servizio al lavoro. Sì, qualcuno ha protestato, qualcuno ha diffidato, qualcuno ha fatto ricorso individuale o collettivo, qualcuno ha preso l'aspettativa; qualcuno semplicemente non va a lavorare; una (una maestra soltanto!) fa sciopero della fame; alcuni fanno i tamponi per avere il Certificato verde a scadenza breve; altri hanno tale certificato perché vaccinati o perché guariti. Ma non c'è stato mai, mai!, da parte del personale scolastico alcuna forma collettiva di protesta, di rifiuto, di solidarietà. 

E io, ripeto, sento un profondo, profondissimo imbarazzo.

domenica 10 ottobre 2021

Fatto? Fatto

 


Quali erano le soluzioni più efficaci per far sì che i sindacati - la CGIL prima di tutti - avessero un pretesto per non rispondere ai tesserati e ai lavoratori in generale sulla questione (da un punto di vista costituzionale, aberrante) del Certificato Verde? Quella di ieri, consentire a poche decine di persone - meglio ancora se, tra queste, alcuni iscritti a Forza Nuova - di entrare, sfondando un inconsistente cordone di sicurezza (con i celeri di lato che non hanno opposto barriera), dentro la sede nazionale del principale sindacato italiano a spaccare qualche scrivania e poco più. Che scandalo! Che offesa! Che stupro del mondo del lavoro!

Siccome non voglio essere accusato di complicità con Forza Nuova e/o neofascismi vari, riporto sotto la copia di un documento sindacale dello scorso agosto, emesso dal comparto metalmeccanici, scritto dopo che il decreto legge 111, che obbliga alla Tessera Verde il personale scolastico e gli studenti universitari, era stato approvato, ché i metalmeccanici prevedevano dove si sarebbe andati a parare...

Si legga con attenzione, per favore:


Come poter "spezzare" la naturale solidarietà della classe lavoratrice dovrebbe avere nei confronti delle persone discriminate dal Certificato Verde a scadenza breve (48 ore)? Come provocare, anziché impedire, «che questa situazione porti a derive incontrollate nel mondo del lavoro e nella società»?

Venghino signori: la porta è mezza aperta.

Il saliscendi bianco e nero

Ma basta, ma basta. Basta. Perché ragionare? Perché sforzare la mente in connessioni neurali così complicate da sostenere? Il cervello - lo dico a occhio - è l'organo che consuma più energia del nostro corpo anche quando è a riposo, figuriamoci quando cerca di mettere in fila le cose, di ordinare gli eventi, di considerare, di decifrare, di discernere, di argomentare. Costa troppa fatica, non solo cercare soluzioni al grande enigma chiamato vita, anche capire che esistono modi diversi di legarsi le scarpe, di orinare, di guardare camminando il bordo della strada.

venerdì 8 ottobre 2021

Lo sai: debbo riperderti e non posso

Avevo un cazzo, me lo guardavo, me lo toccavo, ci facevo delle cose che sarebbe tedioso riportare qui. Lo avevo e, a un certo punto, non mi ricordo quale esattamente, uno a caso della retta che a ognuno di noi è destinata dal punto n della nascita al punto m de li mortacci vostra, me lo sono rotto e l'ho dovuto portare a riparare presso un'officina specializzata in cazzi altrui, la ditta Cazzaniga: ripara cazzo e figa, a Crescenzago. Oggi ho telefonato per sapere se i lavori previsti rientrassero nella garanzia, ma l'impiegata, con tono perentorio, mi ha risposto: «Col cazzo».

Ci sono rimasto male: pensavo che, come ogni organo, soprattutto se caldo (Bukowski), anche il cazzo avesse un'estensione della garanzia a vita; invece, come mi hanno fatto gentilmente notare, sul contratto c'è scritto solo estensione, ma senza precisare quanto a lungo per un verso o per un altro. 
Giorni fa, ne ho parlato con un mio amico medico e lui mi ha risposto, tra il serio e il faceto, che me lo smanettavo troppo mandandolo spesso fuori giri. «Bisognava tu facessi attenzione: oramai è notorio che tecnologia del cazzo è superata. Adesso esistono copie assai più performanti dell'originale, con il vantaggio che queste si regolano facilmente tramite app». 

Anche per pisciare?

Certo, niente di più facilmente programmabile, con il vantaggio che non hai bisogno di cercare un cesso o un albero. Il cazzo finto contiene un serbatoio al suo interno che, al momento, può contenere sino a mezzo litro di orina.

La tecnologia ci sopravanza, ci atterra, ci fa guardare i propri arti e i proprio organi con occhio diverso e tanta, tanta melanconia. 

Tutto quello che si è formato, evolutivamente, in milioni di anni, adesso è sostituibile con un click che dà l'avvio a una sequenza algoritmica espressa dalle nanotecnologie e si resta a bocca aperta e a cazzo perso, in riparazione. Eppure io avevo (ho?) un cazzo intelligente, una sorta di terzo cervello grazie al quale, talvolta, mi erano consentite lucide deduzioni. Spero proprio che me lo riparino in fretta, almeno per San Silvestro, per brindare insieme e godere un po'.

mercoledì 6 ottobre 2021

E meno male che c'è qualcuno che canta

Mi piace cantare, ma non lo dico in giro perché sono stonato e non mi va di ammetterlo. Sicché canto da solo, in auto, senza mascherina: apro il finestrino e canto. Se c'è una fila nei due sensi, a volte, la gente che passa accanto nella direzione opposta dice: «Canta che ti passa». Ma se è tutto bloccato? Di lì a poco, passa un'ambulanza in mezzo alle due file, a sirene spiegate bene, come quelle del Post, così non mi si sente più cantare. «Cosa stavi cantando?» mi chiede una signora dal finestrino della macchina successiva. «Che sto bene, signora, che sto bene come uno che si sogna».

È una bugia: sembra assurdo, ma sono passate delle notti che i pezzi di merda che di lassù decidono come rompere le palle alla gente in modo perfidamente ricattatorio (secondo alcuni stronzi di Bologna, frutto del genio italico), hanno disturbato anche i sogni, con le loro facce livide, mefitiche, racchie, brutte e tumefatte. Dio quanto fanno schifo. Ma pazienza.

È un mondo sempre più difficile e la gente si sta attrezzando, come i parlamentari del M5S: ancora un paio d'anni di godimenti poi, malchevada, la pensione non ci sarà da dividerla con nessun firmamento.

Mi piace anche pregare, leggere i Salmi nella versione di Ceronetti e affidarmi a Yawheh. 


Santità false inondano la terra
Potenze che tutti venerano

E innumerevoli siano pure
I loro idoli di sciagura
E con tanti a corrergli appresso!
Io trincate di sangue non gli verso
Né la bocca m'infetto coi loro nomi¹


_________
¹ Salmo 16, preghiera notturna di Davide, 3,4

lunedì 4 ottobre 2021

Il 5 Settembre


Non si invochi
si accendano fuochi
si spargano braci
per cuocere carni
al sangue ferito
che Italia versò.

Non si pretenda
si stia chiusi in tenda
senza cedere aria
del proprio respiro
non si arrischi la vita
di chi vicino passò.

Si impedisca una vita
cosiddetta normale
a coloro che evitano
la campagna vaccinale: 
i traditori di Patria
l'Italia infamò.

Di contro, imperitura sia gloria
a coloro che per la storia
d'Italia il braccio
hanno offerto allo spaccio
della ricerca più avanzata
che Scienza Sacra ci offrì.

Dall'Alpi alle Piramidi
sia reso omaggio sempre
all'italico marchingegno
di una colonia penale degno
che in modo geniale
gli immoralisti punì.

Ignominia e censura
per coloro che avanzano
pretese e sospettano
che qualcosa non quadra
della nostra amata Squadra
che in guerra partì.

E se dicono: «Ma che
cazzo di guerra è se
neanche un caporale
è rimasto ferito? Chi pensate
di prendere per il culo
ancora?» A questi qui

mandate la Digos.

sabato 2 ottobre 2021

La teta y la luna

Ansia, 2 ottobre 2021

 Quando il saggio indica la la luna, lo stolto guarda le poppe. 

venerdì 1 ottobre 2021

Che cosa c'è di buono

Sono indaffarato, senza affari correnti, quindi non ministro, senza portafoglio sempre, una carta di debito, due euro, funziona? Potrebbe anche pagare in contanti, li avessi, signora, li avessi, con tanto piacere pagherei per offrirle un caffè al banco e poi sedere su una panchina assolata, in questo primo giorno d'ottobre del Ventuno, primo anno (o secondo) della nuova era della repubblica sanitaria-malaria italiana, non per fare chissà che d'indecente pubblicamente, giusto leggere a bassa voce delle poesie, per esempio Walt Whitman, Ahimè, ah vita, giusto per darsi delle risposte consolanti la misura di un pomeriggio.

È bello ascoltarsi, avere l'impressione che la voce trovi una corrispondenza, un recapito, un corpo che la riceva e assuma trasformandola in tanti piccoli impulsi che cominciano a viaggiare in testa, velocissimi, per illuminare il pensiero e scaldare il cuore.



giovedì 30 settembre 2021

L'Unico è di loro proprietà

Mi è capitato di vedere, rimbalzato sui social, uno scampolo di una trasmissione intitolata L'aria che tira, durante la quale, il dottor Claudio Giorlandino, direttore sanitario di Altamedica, chiamato a supporto medico scientifico dell'argomento del giorno - Vaccino obbligatorio o tamponi a raffica? - dichiara certune cose che conviene ascoltare.
Ascoltate? Nel mentre avete visto come la conduttrice sbiancava, mutava il ghigno e, con un gesto si stizza, si buttava indietro la chioma leonina? Inoltre, avete notato la serissima espressione dell'emerito duca Alfonso Maria di Sant'Agata dei Cecchi Paone? E, infine, il riso (simile al mio, in verità, ma non divaghiamo) del senatore Paragone?
Io non mi permetto di entrare nel merito della questione sollevata dal dottor Giorlandino; certo, potrei fare domande, sollevare dubbi, ma nel merito non posso. Posso farmi un'opinione ed esprimerla, ma essa non ha o avrebbe alcun valore scientifico. Stessa cosa vale anche per i giornalisti e per i politici in studio. Stessa cosa dovrebbe valere anche per il governo e i suoi ministri, in particolare per il presidente del consiglio dei ministri, il quale, invece, in una conferenza stampa successiva alle dichiarazioni del dottor Giorlandino si è precipitato ad affermare che «il vaccino è l'unico modo sicuro per proteggere noi stessi e i nostri cari». Ipse dixit. 

martedì 28 settembre 2021

Lo spigolatore


 
Finalmente, dopo tanto gravame, un po' di sollievo dato dalle cronache. 
Sempre sia lodata, dunque, la Spigolatrice di Sapri. Grazie a lei ho potuto leggere vibranti dichiarazioni che mi hanno infuso tanta serenità e 'entenerito el core in questa sera settembrina altrimenti agitata da ubbie di basso conio.

La prima:
"La statua appena inaugurata a Sapri e dedicata alla Spigolatrice è un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare. Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato?Il maschilismo è uno dei mali dell'Italia". Laura Boldrini

A seguire
"A Sapri uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati. Questa statua della Spigolatrice nulla dice dell'autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l'oppressore borbonico. Sia rimossa!". Monica Cirinnà

A continuare:
"Siamo nel 2021. Vi pare normale raffigurarla così? E il maschilismo sarebbe superato? [sono] inorridita da quella statua e dalla sua inaugurazione, suggerirei di abbatterla". Manuela Repetti

Infine:
Presa di posizione anche della Conferenza donne democratiche della Toscana che fa sapere di aver firmato "un appello lanciato dalla Conferenza donne democratiche di Palermo per la rimozione della statua che vuole ricordare e celebrare la figura della Spigolatrice di Sapri".

Brave signore, paladine della democrazia, della civiltà e del buongusto; io vi ringrazio perché sennò avrei guardato non il mirabile culo velato della statua, bensì - stoltamente - gli occhi sarebbero rimasti incollati su altre fattezze umane, quelle in carne e ossa di contorno alla Spigolatrice, messe in posa, mascherate, alcune di esse persino con la mano sul petto per controllare se, a tanta bruttezza, corrisponda sempre un cuor.