domenica 13 giugno 2021

Hub OGM

Da molti anni, la posizione della Coop sugli Organismi Geneticamente Modificati è chiara:
Coop ha messo in campo da anni per garantire che i propri prodotti a marchio siano senza Ogm...
“La posizione di Coop non era e non è preconcetta o faziosa, – come spiega il responsabile sostenibilità innovazione e valori di Coop Italia, Claudio Mazzini – ma è frutto di una analisi approfondita che prende atto di tutti i dati disponibili. Per questo, già da anni, abbiamo lanciato lo slogan “Conoscenza e prudenza”, binomio attraverso il quale intendiamo esprimere e sintetizzare il mandato e la natura di Coop legata all’idea di responsabilità sociale di impresa. Non un atteggiamento di rifiuto, ma una richiesta di potenziare preventivamente la ricerca (soprattutto pubblica e non autoprodotta da chi vende Ogm) al fine di valutare accuratamente tutti gli effetti. Nel frattempo, Coop ha deciso di non impiegare Ogm nella produzione dei propri prodotti a marchio nonché nell’alimentazione degli animali destinati a diventare carni fresche di bovino, avicolo e suino. Analoga garanzia sulle filiere del latte fresco e microfiltrato, delle uova e molti dei salumi a nostro marchio”. L’impegno a garantire questi risultati ha costo complessivo stimabile intorno ai 10 milioni di euro all’anno. In esso vanno compresi gli interventi per tenere separate le strutture di lavorazione e impedire le contaminazioni, l’utilizzo di materie prime garantite (ad esempio la soia non Ogm, che costa più cara di quella Ogm), le attività di controllo.
In previsione della sentenza del Tar del Lazio, che ha confermato lo stop alla coltivazione di Ogm nel nostro paese, il presidente di Coop Italia, Marco Pedroni, aveva scritto al governo ribadendo la preoccupazione Coop perché “la possibilità di seminare, anche in pochi casi, con OGM potrebbe provocare una crisi in moltissime filiere agroalimentari, mettendo in discussione il diritto dei cittadini italiani ad una libera scelta su quali alimenti consumare. Infatti immettere in ambiente materiale geneticamente modificato attraverso una semina è un atto irreversibile che contamina il patrimonio genetico delle nostre colture e rischia di colpire duramente quello che oggi è evidentemente uno degli asset principali della nostra economia: l’agricoltura e la produzione alimentare. 
Questo per quanto riguarda i prodotti alimentari a marchio Coop, siano essi di natura vegetale o animale.
Per quanto riguarda la forza lavoro, invece, l'impegno della Coop nel far assumere ai lavoratori - mi auguro su base volontaria e senza alcun tipo di mobbing verso chi si rifiuta - un farmaco geneticamente modificato è leggermente diversa:
Informatore

Se per i vegetali e gli animali, destinati alla alimentazione umana, conoscenza e prudenza sono un obbligo, per gli umani (una tipologia strana di esseri viventi che giustamente non rientrano nel gruppo perché non solo nascono, crescono, si riproducono, invecchiano e muoiono, ma altresì rompono i coglioni, soprattutto la categoria dei politici e dei giornalisti) no, fotte sega. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiace: sugli OGM ho una mia opinione che è diversa da quella delle COOP e forse anche dalla tua. Mi sembra comunque che accusare sempre e comunque di ogni nefandezza giornalisti, politici, funzionari, medici, economisti, virologi. immunologi...sia un esercizio di autocompiacimento sterile e a lungo andare noioso. Non intendo polemizzare perchè se uno non si convince da solo la discussione diventa una inutile gara di ars retorica. Farebbe piacere però se ogni tanto dal mare della protesta emergesse una proposta sensata.

Luca Massaro ha detto...

Con questo post, se non indirettamente, non ho espresso posizioni "mie". Cosa io pensi degli ogm e dei vaccini, nel mio piccolo, è irrilevante. Ho cercato soltanto di far notare l'evidente contraddizione della Coop tra l'adottare il principio di precauzione per gli ogm e non usare lo stesso metro per i vaccini che (se non erro) sono ogm, e fino a prova contraria, sono ancora "in fase di sperimentazione".