domenica 27 febbraio 2022

Fare schifo

 «L'Istituto Scolastico Statale XYZ è vicino all’Ucraina e in particolare tutti gli studenti ucraini, in questo momento di grande crisi e di profondo dolore della popolazione ucraina. Insieme per dire NO alla guerra.» Questo il messaggio che circola in molte scuole pubbliche d'Italia. Nessuna anima bella che, con le mutande arcobaleno, pensi agli studenti russi, neanche a quelli che magari protestano nelle piazze russe contro la guerra; e nemmano agli studenti del Donbass, perseguitati dagli ucraini stessi. E figuriamoci se si ricordano degli studenti siriani, yemeniti, iracheni. E perché no, a quegli studenti italiani che hanno osato protestare contro la scuola lavoro e si sono presi in testa i manganelli della celere... 

P.S.
Riguardo a quegli studenti che non hanno il certificato verde anti corona virus 19 e per questo non possono accedere alle università o sono discriminati in altre e per altre occasioni, la scuola italiana, non essendo a loro vicina, è distante, lontana, indifferente, cazzi loro s'avessero a fare la puntura?

giovedì 24 febbraio 2022

Nobel della pece

Ci sono spiegazioni, lo so, sebbene io non abbia mai visto pieghe, piuttosto piaghe, e so che la notte ha un debito con me. Non si possono, infatti, disturbare i sogni che si vorrebbero tranquilli, o quantomeno svincolati dall'orrida realtà, cariatide e geremia e qui, purtroppo, non c'è traccia di alcun numero uno. E invece si piombano, i fantasmi, a perturbare il riflesso autonomo della respirazione notturna, la agitano e s'insinuano per cacciarmi in una semi-veglia in cui l'impotenza manifesta mi fa scoprire dal caldo, costringere ad alzarmi con solo mezza voglia di orinare e voglia di bere poca, gli occhi stanchi, il buio triste, e l'impossibilità di divagare con altri sollazzi, comprese le meditazioni della vita offesa. Niente. Oh, come vorrei saper odiare, esprimere questo sentimento naturalmente compresso in noi miti in attesa del regno dei cieli. Ahimè, maledire senza essere profeti è come sputare contro vento. Vi benedico, allora, nel nome dei signori della distruzione creatrice, soprattutto quelli finti, incravattati, funzionari d'alto loco al servizio dell'informe massa di capitale in cerca di valorizzazione, i quali richiamano le parti in lotta a ritrovare calma e moderazione, che non ricordano quanto fu bello bombardare Tripoli senza prima scrivere punte lettere ai governatori di laggiù. 

Quest'anno vincerò il nobel della pece, conferito dall'accademia del bitume.

lunedì 21 febbraio 2022

Mi devo ricordare che siamo in Italia

Primo Levi, “Un passato che credevamo non dovesse ritornare più”, in L'asimmetria e la vita, Einaudi, Torino



domenica 20 febbraio 2022

Morte a credito sociale


Louis-Ferdinand Céline, Mort à credit, 1936 (l'immagine è tratta dalla traduzione di Giorgio Caproni per Garzanti, 1964)

***

Imagine ! Pour une maladie !… Pour une compagnie qui roule sur des cent millions ! qu’a des immeubles presque partout ! C’est pas une honte ?… C’est pas effroyable ?… D’abord tiens c’est bien exact… plus qu’ils sont lourds plus qu’ils en veulent… C’est insatiable voilà tout ! C’est jamais assez !… Plus c’est l’opulence et tant plus c’est la charogne !… C’est terrible les compagnies !… Moi je vois bien dans mon petit truc… C’est des suceurs tous tant qu’ils sont !… des voraces ! des vrais pompe-moelle !… Ah ! C’est pas imaginable !… Parfaitement exact… Et puis c’est comme ça qu’on devient riche… Que comme ça !

— Oui mon oncle !…

— Celui qu’est malade peut crever !…

— Oui mon oncle !…

— C’est la vraie chanson finale, petit fias, faut apprendre tout ça !… et immédiatement ! tout de suite ! Méfie-toi des milliardaires !… Ah ! Et puis j’oubliais de te dire… Y a encore quelque chose de nouveau… du côté de leurs maladies… Ton père veut plus voir un médecin !… Même Capron qu’était pas mauvais ! et pas malhonnête, en somme… Il poussait pas à la visite… Elle non plus ta mère, elle veut plus en entendre parler… Elle se soigne complètement elle-même… Et je te garantis qu’elle boite… Je sais pas comment qu’elle s’arrange…

sabato 19 febbraio 2022

Sepolcri imbiancati

Quelli al governo sono tutti colpevoli di questa dittatura conclamata, di questa erezione del solo uomo al comando che vuole le mani libere e non si abbia ad ostacolarlo, cazzo, sennò non si va da nessuna parte. Epperò, tra i figuranti che lo sostengono, i più deplorevoli, i più schifosi sono i pddiucci e i forzacchi, partiti un tempo nemici, ma che si vogliono tanto bene adesso, i fotti popolo. 
Gentaccia che se gli dici che senso ha l'imposizione che per andare a scuola o al lavoro coi mezzi pubblici ci voglia il lasciapassare, essi rispondono: «Che vadano a piedi». Se insisti che i lavoratori non possono lavorare senza la tessera verde, essi sentenziano: «Si vaccinino». Se infine gli fai notare che tutte le limitazioni idiote e perverse che sono state instaurate non hanno alcuna valenza sanitaria, bensì un'evidente matrice politica discriminatoria, essi prima t'insultano e, poi, incazzati come belve, replicano che chi gli fa notare queste cose fa un uso distorto della storia, giacché loro "se fossero stati ai tempi del fascismo, non avrebbero indossato la camicia nera e sarebbero finiti in carcere come Gramsci o ammazzati di botte come Matteotti; loro sì che non avrebbero giurato fedeltà al regime e si sarebbero fatti sospendere dal loro incarico; loro sì che avrebbero impedito a che gli ebrei fossero deportati, sia aiutandoli, sia offrendosi al loro posto per andare nei campi di lavoro nazista... Loro, insomma, non si sarebbero certo comportati come i loro nonni in orbace... loro sì che si sarebbero dati alla macchia coi partigiani e non avrebbero certo perseguitato i dissidenti politici, né tanto meno fatto gli indifferenti dinanzi alle leggi razziali...»
Tal quali i famosi sepolcri imbiancati di evangelica memoria, ipocriti e vili.

venerdì 18 febbraio 2022

O altro

 Durante la precedente Legislatura, nel 2016, fu istituita una Commissione parlamentare:
 

La sintesi di tale relazione finale è stata l'elaborazione della cosiddetta Piramide dell'odio.



Ebbene, io invito tutte le persone che ancora hanno un barlume di umana comprensione a verificare a  che livello sia giunto l'odio politico, mediatico e popolare verso coloro che per scelta hanno deciso e decidono di non aderire alla campagna vaccinale contro il corona virus 19. 
Secondo me, attualmente, siamo al livello numero due, ammesso e non concesso che si riesca a dare un significato alle parole “o altro”.

lunedì 14 febbraio 2022

Tanto proclive

1. Dell'avviso che tutto meriti di essere estinto, di tramutarsi in un caos finale, un ribollimento magmatico analogo a un'eruzione vulcanica, lento e rumoroso, con tanti dentro a friggere senza pastella, a sciogliersi, a liquefarsi e svaporare in nuvole grigiofumo che oscurano l'orizzonte.

2. Intuisco, dietro tante maschere, rivoli di bava agli angoli delle labbra, dovuti a troppa salivazione: hanno ragione, non si devono far attendere troppo i commensali. Tranquilli, il sangue vi sarà offerto e vi sazierete trincandolo in grande quantità. Mettetevi comodi, domani s'inaugura un altro banchetto.

3. Alcuni triangoli sono chiamati ottusangoli perché hanno un angolo ottuso. Mentre gli ottusi come sono chiamati se non sono triangoli?

4. «Perché l'uomo è tanto proclive all'obbedienza e perché gli riesce tanto difficile disobbedire? Finché obbedisco al potere dello Stato, della Chiesa, dell'opinione pubblica, mi sento al sicuro e protetto. In effetti, poco importa a quale potere obbedisco, trattandosi sempre di un'istituzione o di esseri umani che fanno ricorso alla forza in una qualche forma e che fraudolentemente si proclamano onniscienti e onnipotenti. La mia obbedienza fa di me una parte del potere al quale mi inchino reverente, e pertanto io mi sento forte. Non posso commettere errori, dal momento che è esso a decidere per me; non posso essere solo, perché il potere vigila su di me; non posso incorrere in peccato, perché il potere non me lo permette, e anche se peccato commettessi, la punizione non è che il mezzo per far ritorno all'illimitato potere». 

Erich Fromm, Disobedience as a Psychological and Moral Problem, London 1963, 
(trad. it. La disobbedienza come problema psicologico e morale, Milano 1981).

sabato 12 febbraio 2022

La pietra d'inciampo

È un momentaccio. È inutile sforzarsi di pensare ad altro, ché l'altro non è pensabile quando si ha davanti un macigno, una trave davanti agli occhi. Non è (non mi è) possibile. In questo momento, temo, potrebbe pure esserci l'imminenza di una guerra tra superpotenze, anzi forse sarebbe meglio si concretizzasse questa ipotesi per sgomberare il campo dagli equivoci, per capire se ancora riusciamo a vedere, tra noi soccombenti, qualche traccia di fratellanza, di comunione, di umanità riconosciuta nel volto dell'altro, dato che, al momento, non vedo proprio come possa essere ricucita la lacerazione del tessuto sociale provocata dalla politica, dai media e da tutti voi che applaudite o quanto meno approvate, senza battere ciglio, tutti i provvedimenti dittatoriali imposti dal governo; voi tutti della loggia effeffepidue che avete applaudito all'introduzione dell'infernale Certificato Verde Anti-Che, e che vorreste di esso la perpetuazione... Voi che avete reclamato l'obbligatorietà d'inoculo di un farmaco che funzionicchia; voi che discriminate e mostrate fieri la tessera; voi che state attaccati alla flebo dei numeri e non avete il coraggio di guardare - e figuriamoci parlare - in faccia le persone, la loro sofferenza reale (penso a tutti i sospesi dal lavoro, a tutti i ragazzi costretti a farsi vaccinare senza alcuna ragione, senza alcuna ragione, senza alcuna ragione... ai bambini... e mi si stringe lo stomaco, farabutti, vigliacchi, criminali).

Non esiste uno straccio di logica in tutto ciò, uno, se non, appunto, una logica criminale di asservimento totale agli interessi del potere.


Che il potere - il concentrato di interessi politici, finanziari, industriali, burocratici e sindacali - faccia di tutto per perpetuarsi, rispettando la massima del Principe di Salina, è una triste constatazione, ma non è un alibi per i sudditi di giustificarne i mezzi (il fine è il suo perpetuarsi). Non c'è bisogno di andare indietro troppo nel tempo: da tutte le manfrine di palazzo che hanno fatto sì che l'Italia, di fatto, non abbia un governo politico da almeno un decennio, alla tragica farsa di un movimento anti-sistema che, nel giro di poche settimane di potere, è diventato una pustola strutturale al sistema stesso; dalle lacrime della Fornero, al chiudiamo tutto perché andrà tutto bene. Fino all'ammucchiata finale del governo Draghi e alla rielezione di colui che disse non s'invochi... 
Credo che la repubblica italiana stia vivendo i suoi giorni peggiori, i giorni del marcio, del deperimento e svilimento dei fondamenti che la costituiscono e della menzogna di chi vi ha giurato sopra nell'interesse esclusivo della nazione.

È tutto così avvilente, onnipervasivo che mi ritrovo a patirne persino nei sogni o quando, fingendo che questo scandalo non esista, provo a discutere con quegli amici che fanno finta di niente, abbassano la testa e io pure perché non abbiamo neanche la forza di sputarci addosso.

Ecco: io vorrei che ci sputassimo. Vorrei che venisse fuori tutto il non detto, il malinteso ontologico che sta a monte di questa finzione purtroppo assai reale, tutto lo stillicidio di discriminazioni e spinte fuori dalle zone consentite da parte delle forze del disordine che controllano... che cazzo controllano? Il diritto di vivere? Di esistere, passeggiare, entrare in un negozio o alle poste a inviare una lettera a Marsala? Il diritto minimo di vivere in pace esiste ancora? Ma come fate a stare in pace? Possibile non percepiate come questa farsa stia cementificandoci i neuroni? Ma non avete voglia di scuotere la testa follemente per impedirlo e, come le Baccanti, prendere a brani tutti i figli di puttana che ci hanno portati e costretti qui? Non avete voglia?

No. E avete ragione. Il sangue degli aguzzini non si beve.


martedì 8 febbraio 2022

La vita semplice

 


Consiglio a tutti i miei amici la lettura di questo libro, la cui edizione italiana è fresca di stampa. Credo che mi capiterà spesso, direttamente o indirettamente, di parlarne. Per il momento, mi limito a estrarne una citazione, presa dagli autori da un certo James Willard Schultz, un diciottenne appartenente a un'importante famiglia di New York che, agli inizi del Novecento, si unì ai Piedi Neri, rimanendo con loro finché non furono deportati, dalle autorità statunitensi, in una riserva.

«Perché questa vita semplice non è potuta continuare? Perché [...] sciami di coloni hanno invaso quella terra meravigliosa e hanno derubato i suoi signori di tutto ciò che rendeva la vita degna di essere vissuta? Non conoscevano preoccupazioni, né fame, né bisogni di alcun tipo. Dalla mia finestra qui, sento il ruggito della grande città, e vedo le folle che si affrettano [...] “legate alla ruota”, e da essa non c'è scampo se non con la morte. E questa è civiltà! Io, per esempio, sostengo che non c'è felicità in essa. Gli indiani delle pianure [...] soli sapevano quali fossero la soddisfazione e la felicità perfette, e ciò, ci viene detto, è il fine principale e lo scopo degli uomini. La civiltà non lo concederà mai, se non a pochissimi, pochissimi»: J. W. Schultz, My life as an Indian, 1935 [trad. it. Ricordi di vita tra gli indiani, Rusconi, 1994]

Di questa citazione m'interessano due passaggi. 
Il primo: le «folle... legate alla ruota», che richiama evidentemente il rapporto che noi umani abbiamo con la Tecnica... e i problemi che ne derivano; non tanto dalla ruota, che sicuramente ha permesso di espandere il nostro esserci, quanto da altre invenzioni, soprattutto da certi marchingegni predisposti per comprimere il nostro essere, piuttosto che liberarlo (non dico quale, per non tediare i lettori).
L'altro passaggio da notare con attenzione è l'ultima frase che, nonostante siano trascorsi ottantasette anni, fotografa in modo assai nitido anche la realtà della nostra epoca, della nostra “civiltà”. La civiltà dei pochissimi soddisfatti e felici perché sfruttano la misera e la disperazione altrui. 

sabato 5 febbraio 2022

Imprigionamento per mezzo di un altro

“È ragionevole descrivere una sorta d'imprigionamento per mezzo d'un altro quanto descrivere qualsiasi cosa che esiste realmente per mezzo di un'altra che non esiste affatto”. 
Daniel Defoe (epigrafe a La peste, di Albert Camus)

Un secolo fa - e per oltre vent'anni - essere fascisti in Italia era la cosa più facile; una cosa digerita dalla maggioranza degli italiani che si era adattata alla governamentalità del regime fascista, tanto quanto oggi, per un discreto numero dei miei compatrioti, è normale adattarsi alle procedure di limitazione e di controllo della libertà che il governo, democratico e repubblicano, impone. 
«Che vuoi che sia!» la maggior parte di loro dicono: «Noi siamo in regola! Non ci costa alcuna fatica mostrare la tessera, anzi: il controllo, sia esercitarlo - se siamo messi nella posizione di controllori - sia subirlo - se siamo nella posizione di controllati - per noi è un motivo di orgoglio; è il sapere che stiamo facendo la “nostra parte” di cittadini che rispettano la volontà delle istituzioni, le quali hanno deliberato tali decreti legge per far fronte all'emergenza sa-ni-t'aria... Sani - t - aria... t - aria - t - aria - t - aria.... Cof, cof... non respiriamo, manca l'aria con questi beccucci... Per quanto ancora saremo sani a portare queste effeffepicazzo? f f f p t f f f p t fff p t 2 2 2 2 2 2 2... »

...

Mi ricordo che in prima elementare, durante la lezione di corsivo, avevo difficoltà a scrivere le “f” e le “t”. Alle “f” mettevo il taglio sotto la pancia; mentre le “t” le scrivevo tutte con il taglio orizzontale in cima alla sommità dell'asta, pressappoco come si scrive la τ greca. Il maestro, che non andava troppo per il sottile, un giorno m'impose di scrivere due paginate di tali lettere e guai se ne avessi sbagliata una. Non ne sbagliai una, dacché per ognuna, immaginavo di dare un calcio negli stinchi al maestro...
f f f f p p p 2 2 2 f f f f f  t t t t t t t t... quanti sono i componenti del governo?

mercoledì 2 febbraio 2022

Stasera purè

Stasera ho guardato questo documentario. Parallelamente al tema principale, è stato affrontato anche quello, ben più importante, di come è organizzata la produzione alimentare oggi nel nostro pianeta. Ebbene, secondo Olivier de Schutter, giurista, ex relatore speciale all'ONU per il diritto all'alimentazione: 
«abbiamo un sistema alimentare dalla forma di una clessidra: una grande quantità di aziende agricole; un piccolo numero di acquirenti di materie prime (i trader), in particolare di latte e cereali; un numero limitato di grandi industrie di trasformazione (Nestlé, Danone, Unilever, Ferrero e altre); una ristretta cerchia di grandi catene di supermercati, di distributori; infine, chiaramente, un grandissimo numero di consumatori».

Sebbene queste cose siano evidenti da anni e da anni siano oggetto di discussione (anche dei cinquini mezzi seghettati, ricordate?), ho come l'impressione che il dibattito politico italiano e non solo se ne sbatta bellamente le palle; e, non so perché, questo mi chiarifica anche perché riguardo al virusse, la soluzione unica vaccini sia quella preferita non soltanto dai padroni del vapore, ma anche dai miseri fuochisti che scorreggiano decreti a misura del loro meteorismo innato. Quanto mi piacerebbe ingozzarli di purè.