domenica 26 giugno 2022

Aridatece Scalfari

Editoriale della domenica. 

La domenica era il giorno in cui compravo quattro o cinque giornali. E li leggevo pure. Di essi, la cosa che più m'interessava erano gli editoriali e le pagine culturali. Bei tempi. 
Gli editorialisti e gli scrittori delle pagine culturali sono tutti morti. E anche noi lettori, in parte, lo siamo, dacché non esistono più i giornali né tanto meno gli editoriali e, quindi, anche noi lettori di editoriali e quotidiani esistiamo più. A chi dirà: «Ma come, anche se le copie vendute sono drasticamente ridotte, i giornali non sono del tutto scomparsi e poi esistono pure in rete, nel formato online». Risponderò: «Sì, ma è roba transgenica, tenuta insieme con lo sputo e finanziamenti pubblici impropri, dopata, alterata, edulcorata, roba da chiamare i Nas.»
La produzione editoriale classica non offre più alcun contributo alla crescita culturale del Paese: è un prodotto scadente, un omogeneizzato andato a male e noi poppanti, piuttosto che buttare in corpo tale sbobba, restiamo digiuni o le notizie le diffondiamo e le commentiamo da soli, con tanti sbagli, tanti idee sbagliate, una miscellanea di memi che certamente non edifica, ma che non brucia i neuroni con le fiamme della voce del padrone.

In buona sostanza: oggi l'editoriale me lo sono scritto da me, breve, senza essere un lenzuolo di citazioni colte o elucubrazioni a culo.  

venerdì 24 giugno 2022

Transizione a carbone

 «Il CTEM [Comitato Tecnico Emergenza e Monitoraggio del sistema gas naturale: il dio degli acronimi ha colpito ancora] ha condiviso la proposta di una misura per programmare, con il coordinamento di Terna, acquisti di carbone in via prudenziale, in misura sufficiente all’eventuale piano di massimizzazione delle centrali a carbone, in vista dell’embargo su quello di provenienza russa stabilito dall’Unione Europea a partire dal mese di agosto». 

Con tutto il rispetto per il gender e le transizioni, mi sembra che qui siamo in presenza di una mutazione che, al posto delle tette, ci ha messo un par di coglioni.

martedì 21 giugno 2022

Un punto di luce nella notte

Stare zitti, subire, lasciare che non piova - tanto non piove, tanto pare che - persino - sia vero che dai cieli, con quei cazzo di aerei, oltre a spruzzare kerosene, spruzzino pure scie che impediscono alle nuvole di piovere - raramente il contrario. Oramai credo a tutto quello che viene detto a proposito dei complottismi, giacché ogni cosa si avvera, come si è avverato persino quello che alcuni, un semestre fa, prima ancora dunque che la Russia andasse a schiacciare il capo a quei pezzi di merda di nazisti ucragni e mercenari accidentali al servizio, si è avverato, dicevo, quello che veniva detto in certi ambienti complottisti e cioè che ci sarebbe stata scarsità di gas ed energia varia, e quindi interruzioni di corrente e porche. Tutto accade secondo i piani più assurdi, persino che Dima Io eccetera. E il Dr. Aghi a infilare siringhe non più nei deltoidi, d'altronde adesso non è più un ago, ma un cannone. E pensare che - in certi altri ambienti laterali e complottari - c'è addirittura chi lo elogia e lo pregia perché egli lavorerebbe nell'interesse esclusivo della nazione, Lui, e in certe occasioni sarei pure tentato di dar retta a costoro, perché sapermi comandato da qualcuno che lavorerebbe nel mio piccolissimo interesse esclusivo mi rincuora, mi alleggerisce il panico litù ano. Solo un attimo, giusto il tempo di godermi queste ultime ore notturne di solstizio illuminate da una lucciola che è sfuggita dalla ragnatela appesa al mio soffitto e io con un calzino l'ho catturata e, anziché metterla sotto un bicchiere per trovarci l'indomani un rublo, l'ho fatta uscire per illuminare un punto nella notte, questa notte prima degli esami dell'Italia immatura.

domenica 19 giugno 2022

Un'aria che non è più nostra

«Qualcosa deve essere accaduto, qui tra noi, anni fa. Ciò che io avverto come mutamento sembra essere soprattutto un improvviso salto di qualità - non in alto -, una caduta di convenzioni e memoria delle convenzioni; un improvviso passaggio dalla cultura di convenzioni e memoria a cultura di fisicità e di orrore della memoria. Di colpo, come da una falla, la vita senza aggettivi, la vita come pura esaltazione di momenti fisici e dittatura della fisicità assoluta, è entrata nella vita delle università, di ogni tipo di scuola, ha allagato la stampa. Il momento - della fisicità - è tutto. La parola viene rimandata al grido. Chiunque dica o scriva riferendosi a qualcosa che era prima - una legge, per esempio, una inclinazione alla pietà - non è udito. La sua voce si perde nel fragore generale. La grammatica non c'è più. La sintassi è casuale. Il vocabolario è stato invaso e distrutto. Da tutte le finestre e le porte del millenario edificio si affacciano i volti distorti e ottusi della beffa, del turpiloquio.

La degradazione è la dea del momento. Si portano fiori agli altari della degradazione, ma viene chiamata dissacrazione, che è cosa più lieve. Tutto è dissacrato, o sta per esserlo. Il patrimonio ultramillenario di modi, di intese, simboli, atti-simbolo è passato al macero. Chi vuol dire qualcosa, non spera più di essere capito. Se c'è bisogno di aiuto, l'aiuto è impossibile: ciò perché i segnali sono cambiati. Quali sono? La nostra vita non ha più segnali che siano riconoscibili un istante dopo, o a un metro di distanza. Il privato - come ora si dice - è il morto, a meno che non sia sacralizzato dal denaro. Il denaro, o una personale giustizia, resta il valore che non cade, che tutti riconoscono. Tutto questo, prima, [alcuni] anni fa, non era. Da vari anni, è la nostra vita, il nostro baratro quotidiano; ed appare ineliminabile. Ed è questa vita, così deturpata, questo quotidiano maligno e triste, che io stento a riconoscere come il mio paese e la vita che si prospettava. Dico che la vita di questo paese non si prospettava così; non aveva in programma di farsi inconoscibile. L'estraneità a noi stessi non era il nostro scopo. Ciascuno sperava di restare se stesso. Ora non lo è più nessuno. Ogni giorno si leva più strano. Quando stringiamo la mano a un amico che abbiamo salutato appena ieri sera, non siamo sicuri che in queste poche ore non sia diventato un altro. E perché c'è una invasione, quaggiù, da noi: non certo persone o soldati o autorità di altri Stati. Ma un'aria che non è più nostra. Il Mediterraneo non è più azzurro. Montagne e territori che credevamo lontanissimi ci hanno raggiunto. E crediamo siano effetto di nebbia. E forse lo sono. Ciò non toglie che non ci riconosciamo più, che non possiamo più intenderci, che siamo tristi.»

Anna Maria Ortese, Corpo celeste, Adelphi, Milano 1997

sabato 18 giugno 2022

La distanza

Se non ci fosse la distanza io,
in questo momento,
sarei distante lo stesso
perché... perché è inutile che finga
di esserti vicino col pensiero mio
di esserti vicino, non con quello tuo
che mi vorresti vicino veramente,
veramente presente e non con un passo
dentro e l'altro fuori della porta,
non con un occhio che ti guarda
come se desiderasse te e soltanto te
e l'altro che invece guarda altrove;
in breve: non saprei offrirti 
altro che un io diviso
che confonde il tuo intero
integralmente radicato in questa vita,
concentrato sull'essere qui e ora
perché la vita è questa è non un'altra,
un io che non porta pazienza e che è
capace di rivolgersi a se stesso,
per trovare tutto quello che basta;
inutile entrare nelle gabbie degli altri,
soprattutto quando ci si è messo
una vita intera ad uscire dalla propria.



mercoledì 15 giugno 2022

Accorgimento a tutte le nazioni

 Abitator del mondo, al Senno Primo

volgete gli occhi, e voi vedrete quanto
tirannia brutta, che veste il bel manto
di nobiltà e valor, vi mette all'imo.

Mirate poi d'ipocrisia, che primo
fu divin culto, e santità con spanto
l'insidie; e di sofisti poi l'incanto,
contrari al Senno, ch'io tanto sublimo.

Contra sofisti Socrate sagace,
contra tiranni venne Caton giusto,
contra ipocriti Cristo, eterea face.

Ma scoprir l'empio, il falsario e l'ingiusto
non basta, né al morir correre audace,
se tutti al Senno non rendiamo il gusto.

Tommaso Campanella

Commento dell'Autore

Parla a tutte le nazioni, mostrando che la tirannia falsificò in sé il valore, la sofistica il senno, la ipocrisia la bontà. Contra sofisti nacque Socrate, contra tiranni Catone; ma Cristo Dio contra ipocriti, che sono i pessimi, disputò più che contra ogni altro: perché in questo vizio s'inchiude il primo e 'l secondo. Ma non basta ch'e'ci abbia scoperto la verità di tre vizi contrari alla Trinità metafisicale e teologale, se non rendiamo il gusto tutti al Senno vero, ch'è la Sapienza divina incarnata, che col gusto, più che con l'orecchio, internata ci persuade. Vide Metaphysicam.

martedì 14 giugno 2022

Solitari geopolitici

Il solitario che gioco ultimamente è a carte scoperte; basta avere la pazienza di riordinarlo e, di solito, nove volte su dieci ci riesco, metto in fila i quattro segni, dall'asso al re, poi riunisco il mazzo per ricominciare una partita.
Anche le carte del mondo là fuori, se pur disordinate, sono scoperte e, con un po' di pazienza e volontà, sarebbe possibile rimetterle in fila; ma il gioco non è un solitario e ogni giocatore vede un ordine diverso dall'altro. Sicché sul tavolo le carte se stanno mescolate: rosse, nere, fanti lontani dalle regine e la solitudine dei re che si contano i peli della barba. Forse non resta che girarle, mostrando il dorso uguale di tutte. E con pazienza  costruire un castello - ma chiudete le finestre per impedire al vento e agli stronzi di buttarlo giù.

lunedì 13 giugno 2022

Il primo segreto


Guardare ogni mattina il semaforo sulla piattaforma di controllo predisposta dal ministero per vedere chi dei docenti segna rosso (ossia non ha la tessera verde) e dirgli stop.

domenica 12 giugno 2022

Il capitale mondo

«Nel mainstream della coscienza sociale (inclusa la cosiddetta scienza) si manifesta il degrado del presupposto fondamentale di ogni teoria, vale a dire la capacità di collocarsi in una prospettiva virtuale esterna o superiore, ossia di “distanziarsi” e di osservare la propria realtà da un punto di vista differente. Ma l'unica prospettiva riconosciuta dallo pseudo-dibattito dominante, che presuppone pur sempre il consenso universale sull' “economia di mercato” e sulla “democrazia”, è una prospettiva capovolta, tutta interna al capitalismo. Ed è questo a rendere il dibattito così deprimente e insulso. Una percezione immanente, deformata e priva di distacco, non potrà mai dar vita a una riflessione teorica. Ciò che appare come riflessione o che si contrabbanda come tale, resta confinata sin dal principio sul livello fenomenologico. D'altro canto questa limitazione si concilia perfettamente con il Credo postmoderno, che nega qualsiasi differenza tra l'essenza e l'apparenza e proclama la fine delle “grandi narrazioni”, ossia la fine di ogni teoria che abbia per oggetto la totalità, che si sforzi di ricostruire un nesso tra l'essenza e l'apparenza mediante la riflessione critica».
Robert Kurz, Il capitale mondo, Meltemi Editore 2022, 
traduzione a cura di Samuele Cerea e Massimo Maggini.


mercoledì 8 giugno 2022

I giorni dell'autofagia

Sto seriamente pensando di sostituire il citofono con una campana, così almeno essi leccheranno il batacchio.

***
Sento vociferare che per accedere al seggio elettorale e votare al referendum occorrerà indossare la mascherina costituzionale.

***
Ho letto che Letta è entusiasta del fatto che l'Unione europea abbia raggiunto un accordo che impone l'uso di un caricabatterie universale che ha la presa per il culo.

***
A considerare l'evoluzione del movimento politico da lui creato, era piuttosto evidente che Beppe Grillo finisse per auspicare l'autofagia: 
«Ci sono circa 2.000 specie di insetti commestibili in tutto il mondo, molti dei quali ricchi di proteine, come larve di mosca, vermi della farina, grilli, locuste etc…»


lunedì 6 giugno 2022

Adam Smith però leggeva

Siccome sono filorusso, "putiniano", Z, eccetera, l'Ambasciata russa m'informa che il 6 giugno 1799 nacque Puškin e per questo, tale giorno, è dedicato alla lingua russa che, ahimè, non conosco. Fatto sta che ho aperto l'Eugenio Onegin e, dalle edizioni che ho sott'occhio, estraggo una delle strofe iniziali del capolavoro puskiniano che dedico volentieri al ministro degli affari esteri in carica del governo italiano affinché comprenda.

[*]
Della stessa strofa, ecco la versione di Giovanni Giudici:

VII

Gran passione non sentiva
A tormentarsi per dei suoni,
Tra giambo e trocheo non riusciva
A stabilire distinzioni.
Teocrito e Omero derideva,
Ma Adam Smith però leggeva,
Era un profondo economista;
Come uno stato si arricchisca
Sapeva giudicare infine
E di che viva e anche perché
Necessario l'oro non è
Se vi sian materie prime.
Suo padre non lo comprendeva
E nuove ipoteche accendeva.

d

domenica 5 giugno 2022

Suggerimento pratico

 «Permettetemi di darvi un suggerimento pratico. La letteratura, la vera letteratura, non deve essere tracannata come una pozione che può far bene al cuore o al cervello - il cervello, lo stomaco dell'anima. Bisogna prenderla e farla a pezzetti, smontarla, spiaccicarla - e allora il suo amabile profumo si farà sentire nel cavo del palmo e la sgranocchierete e ve la farete passare sulla lingua con godimento; allora, e solo allora, la sua squisita fragranza potrà essere apprezzata nel suo vero valore e le parti frantumate e schiacciate torneranno a unirsi nella vostra mente e riveleranno la bellezza di un'unità alla quale avrete contribuito con qualcosa del vostro sangue»
Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura russa, Garzanti

sabato 4 giugno 2022

Quando la casa brucia


Fuori dalla calma ogni momento

vacilla – il senso che si dava al tempo

è senza – il cammino se ne va sospeso

come se l’appartenenza non avesse peso.


E si fluisce lentamente tra i sassi

del giugno dai muschi assetati perché

la rugiada non basta a spegnere il fuoco

dei sogni della casa che brucia.


«Resta la lingua», dice il filosofo

che ci sprona a pronunciare il nome

delle cose per quello che sono:

sono tutti figli di puttana quelli là - quelli,


quelle facce a culo che comandano

questa casa che brucia.

mercoledì 1 giugno 2022

Era meglio scrivere a Gramellini?

La scorsa estate, dopo che il governo italiano dette al green pass delle caratteristiche nazionali affatto particolari (a partire dalla traduzione nella nostra lingua del regolamento che non riportava la frase nella quale si evidenziava che il certificato verde non avrebbe dovuto discriminare chi, per scelta, non voleva vaccinarsi), come tanti altri miei connazionali (tanti, ma sempre pochi) scrissi all'Unione europea perché potesse ammonire l'Italia per le sue politiche del cazzo.
E già allora Europa Direct mi dette una risposta del cazzo.

Ora, dato che la mia mail è inserita nei loro databasali, essi mi hanno inviato la presente newsletter.

E, me sventurato, gli ho scritto:

spettabile Europa Diretta,
in una vostra lettera pubblica ho letto che l'Unione europea è a fianco dell'Ucraina. In quanto europeo, mi sia consentito di dissentire: io sono a fianco della Russia e contro il governo ucraino, contro la politica di espansione della Nato, contro i filo nazisti che hanno massacrato la popolazione russofona del Donbass. Quindi vi prego, non parlate a mio nome. 
L'Ucraina, secondo me, dovrebbe restare un paese neutrale e le nazioni europee dovrebbero smetterla di inviare armi al governo ucraino. E anche sull'accoglienza dei cosiddetti profughi ucraini ci sarebbe da capire perché a loro sia riservata un'accoglienza di lusso rispetto all'accoglienza da miseria subita da profughi di guerra di altre nazioni. 
L'Unione europea dovrebbe pacificare l'Europa non portarla nuovamente nel baratro del conflitto. La Russia è un paese fratello, non è il nemico. La cultura russa è parte dell'Europa stessa. Ed è l'ora di farla finita di essere vassalli dell'apparato militare ed economico americano. Guardate di ravvedervi. E mandate a casa la signora Ursula, che non è adatta per questo importante ruolo.
Grazie per l'attenzione
A stretto giro di posta, mi hanno risposto così:

Gentile Sig. Massaro,

Grazie per il Suo messaggio.

Molti cittadini dell'Unione Europea, e non solo, ci hanno contattato in merito alla guerra in Ucraina. La ringraziamo per il Suo impegno e per aver condiviso con noi le Sue opinioni e preoccupazioni. La vorremmo rassicurare che il Suo messaggio è stato ben accolto e trasmesso ai servizi interessati, che ne hanno preso nota.

L'UE è unita nella sua solidarietà con l'Ucraina e continuerà a sostenere l'Ucraina e il suo popolo insieme ai suoi partner internazionali, anche attraverso un ulteriore sostegno politico, finanziario e umanitario. Poiché la situazione sta cambiando rapidamente, La invitiamo a seguire i canali ufficiali sotto indicati. Qui troverà informazioni regolarmente aggiornate sull'assistenza dell'UE all'Ucraina, comprese le sanzioni contro la Russia e la Bielorussia, gli aiuti umanitari e le azioni per contrastare la disinformazione.

Il mio messaggio «è stato ben accolto». Mi auguro soltanto che i «servizi interessati» non siano quelli offerti dai nazisti del kAzov.