domenica 31 luglio 2022

Sennò vince la destra

- Addio, Federica, addio... Ti lascio, vado via.
- E perché mi lasci?
- Sennò vince la destra.

Aveva ragione Huxley

« Aspettavamo tutti il 1984. Venne, ma la profezia non si avverò; gli americani più riflessivi tirarono un sospiro di sollievo, congratulandosi per lo scampato pericolo. La democrazia aveva resistito. Altrove nel mondo forse c’è stato il terrore; a noi furono risparmiati gli incubi di Orwell.

Avevamo dimenticato che, oltre alla visione infernale di Orwell, qualche anno prima ce n’era stata un’altra, forse meno nota anche se altrettanto raggelante: quella del Mondo nuovo di Aldous Huxley. Contrariamente a un’opinione diffusa anche tra le persone colte, Huxley e Orwell non avevano profetizzato le stesse cose. Orwell immagina che saremo sopraffatti da un dittatore. Nella visione di Huxley non sarà il Grande Fratello a toglierci l’autonomia, la cultura e la storia. La gente sarà felice di essere oppressa e adorerà la tecnologia che libera dalla fatica di pensare.

Orwell temeva che i libri sarebbero stati banditi; Huxley, non che i libri fossero vietati, ma che non ci fosse più nessuno desideroso di leggerli. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privati delle informazioni; Huxley, quelli che ce ne avrebbero date troppe, fino a ridurci alla passività e all’egoismo. Orwell temeva che la nostra sarebbe stata una civiltà di schiavi; Huxley paventava l’avvento di una cultura volgare, interessata soltanto a cose frivole. Nel Ritorno al mondo nuovo, i libertari e i razionalisti – sempre pronti a opporsi al tiranno – “non tennero conto che gli uomini hanno un appetito pressoché insaziabile di distrazioni”. In 1984, aggiunge Huxley, la gente è tenuta sotto controllo con le punizioni; nel Mondo nuovo, con i piaceri. In breve, Orwell temeva che saremmo stati distrutti da ciò che odiamo, Huxley, da ciò che amiamo.

Il mio libro si basa sulla probabilità che abbia ragione Huxley, e non Orwell. »

Neil Postman, Amusing Ourselves to Death: Public Discourse in the Age of Show Business, 1985, edizione italiana Divertirsi da morire, Luiss University Press 2021

mercoledì 27 luglio 2022

Facciamo chiodo

Stamani, all'alba, mentre impolveravo i piedi su una strada costeggiata da cipressi, m'è balenato un pensiero, tipo una massima alla Marco Aurelio: non devi cedere al timore di infangarti perché è dal fango che è nato l'uomo. 

Se un giorno tornerà a piovere, chiederò alla polvere.

Stanotte ho sognato una scimmia con un paiolo. Credo le servisse per cucinare una emergenza rapida.

«Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello». E noi, chiodi, perché pensiamo di andare a farci martellare alle urne? 

Ve l'ho raccontato che io, a scuola, ho fatto pure ferro battuto? Pazienza. Sappiate che non c'ero portato, nel senso che, picchia picchia, non riuscivo quasi mai a dare al pezzo di ferro la forma voluta. Epperò picchiavo, e vedere la materia incandescente piegarsi sotto i miei colpi mi faceva sentire un biscotto della plasmon. Inzuppato di sudore, chiedevo spesso ai compagni più capaci di intervenire per non prendere di continuo cazziatoni dal professore. «Massaro, tu farai lo spazzino». E, infatti, feci pure quello...

Ma torniamo all'incudine e ai colpi di martello sull'arancione prima che diventa rosso e, a poco a poco, grigio e nero. All'immergere nell'acqua il pezzo per... non mi ricordo perché, serviva a qualcosa che ora mi sfugge e non ho voglia di ricercare, lasciamolo così il ricordo, il ferro, l'incudine e il martello, uno dei due strumenti incrociati dentro una bandiera che, ancora minorenne, non vedevo ingenuamente l'ora di votare, ma non ricordo proprio più perché.




lunedì 25 luglio 2022

Astensione come vocazione

Per quel che vale - niente - non ho votato alle politiche del 2018, non mi fidavo di nessuno, tanto meno dei cinque stronzi. Ero già sulla strada di un pio astensionismo (l'ultimo voto in-utile alle politiche lo detti a Bersani nel 2013... e capii). 
In vista delle future elezioni, da pio il mio è diventato un astensionismo feroce, soprattutto per quello che questa legislatura infame mi/ci ha fatto patire (a taluni, a tanti, a troppi). Il cosiddetto voto antisistema è stato sistematicamente confutato dal fallimento politico ed esistenziale degli apritori di scatole di tonno. Ci affogassero dentro all'olio o, meglio, finissero tutti come tonni pescati e sfilettati, ’sti untuosi beccamorti.

E sulla scia di quanto scritto oggi da Olympe de Gouges, vado sotto a copia-incollare ciò che Paolo Sceusa, ex magistrato, promotore delle marce della libertà contro la tessera verde e gli obblighi farmacologici, ha oggi scritto nel suo canale telegram:


« Avviso ai votanti “antisistema”.
Ecco come andrà la faccenda dell’unirsi tutti e andare a votare: molti dei movimentini e dei partitini in campo cercheranno di unirsi per presentare una lista unica.
Al momento di stilarla ciascuno di loro vorrà piazzare in cima alle liste dei vari collegi, in posizione più utile a cercare di spuntare un seggio, il nome corrispondente al culo del suo capoccia.
Quindi si vedrà che  i cosiddetti nuovi partiti, non sono altro che l’ennesimo progetto arrivistico del deretani che li guidano e che ambiscono solo ad accomodarsi su di uno scranno parlamentare.
Fine del tentativo di presentare liste unitarie.
Quindi i nuovi partiti “antisistema” decideranno di presentarsi divisi. Ognun per sé.
E lì si vedrà che ciascuno di loro chiederà a tutti voi di firmare per far presentare la propria lista.
E ognuno di voi andrà a firmare per ciascuno di loro: eh! Sono tutti antisistema…!
Devo continuare?
Continuo: a quel punto solo pochissimi tra quelli di quei tanti di voi che saranno corsi a firmare per la presentazione delle liste di cinque o sei distinte liste “antisistema”, si soffermeranno a considerare che la proprie firme di consenso alla presentazione di tutte le varie liste (divise) non si sommeranno in cabina elettorale, ma si divideranno: sì, perché lì ognuno dovrà scegliere a quale tra le varie liste “antisistema” dovrà dare la sua maledetta crocetta, sulla scheda elettorale.
Anche in quel momento solo pochi di voi speranzosi elettori cominceranno a sentire la puzza di bruciato provocata dall’attrito della pigna elettorale, nel posto in cui nessuno vorrebbe trovarsene una.
La fregatura la capirete finalmente tutti quando dallo spoglio, pronto in ogni caso a far scattare i brogli, risulterà che ciascuna lista “antisistema”  avrà conquistato zero seggi salvo, forse, una o due, che saranno riuscite a piazzare inutilmente uno o due deretani nel nuovo parlamento.
E dovrete stare tutti muti: sì perché avrete giocato. E avrete perso! Muti! 
La scacchiera avrà vinto di nuovo. La scacchiera.

Amen.

Invece non presentarsi alle urne fa contare quell’elettore come non votante. Punto. Zero possibilità di brogli, su questo. Non c’è alcuna “sua scheda” che qualcuno potrebbe riempire a tradimento.
Il suo nome risulta fra gli aventi diritto al voto, ma non fra quelli presentatisi al seggio (magari a inscenare opinabili manfrine).
L’unica conta che mi interessa è quella fra votanti e non votanti. Stop.
Questi sono gli unici due numeri che contano.
Ripeto: un governo lo formeranno anche se avranno votato due sole persone.
A quel punto, e solo a quel punto, cioè in caso di massiva astensione, la spinta unitaria si potrà realizzare. Perché non ci saranno liste “unitarie” da formare. Ci sarà una maggioranza di popolo, autocosciente di esserlo perché parte di una massa enorme di non votanti che non accetterà di farsi imporre tasse, greenpass e di farsi spedire in guerra da due votanti che hanno espresso un parlamento e un governo.
Quella massa sarà già unita. Senza l’ennesimo merdoso leader o leaderino pronto a rifarvi la festa [...] Ri-amen».

Mi sembra un buon punto di partenza (anche se non sono così ottimista sulla «spinta unitaria», ma vedremo).


sabato 23 luglio 2022

E lucean le stelle

È luglio, solleone, fa caldo, come quasi sempre di questi tempi ha fatto caldo. Piove meno, questo sì, e salutari acquazzoni estivi sono rari rispetto a qualche anno fa. Ogni tanto sento raccontare che esistono già tecnologie per favorire (produrre?) la pioggia... chissà, per il momento mi rivolgo a sant'Anna 

Sant'Anna Metterza

Ieri notte, verso le tre e mezzo, mezzo sudato e bisognoso d'aria fresca, mi sono allungato sulla sdraio in giardino, ho alzato gli occhi sopra di me e mi sono fatto tuffato dentro la Via Lattea. Nel volgere di pochi minuti, la spuma di stelle mi ha donato frescura bastante per farmi sentire il bisogno di avere addosso una leggera coperta sulla pelle nuda. Ma ho tenuto duro, gli occhi sempre rivolti al cielo, per osservare un puntino viaggiante (un Ufo?) che, silenzioso, zigzagava tra i corpi celesti. Quanto siamo piccoli, ho pensato, rivolgendomi ai testicoli che, grazie alla brezza notturna, ciondolanti qual erano, si sono ricomposti un po'. Quanta pazienza ci vuole a contare le stelle... Io a duecentotré  ho smesso e ho ripreso la via del letto, a pancia in giù.

mercoledì 20 luglio 2022

Guai a noi



Signori,

se avete ancora un briciolo di pietas, concentrate la vostra attenzione sullo sguardo del fanciullo, per qualche secondo, solo su quello e nient'altro e pensate a quello che è stato fatto ai bambini e ai ragazzi in questi anni e, se non capite, se sorridete leggiadri come tutti quelli che stanno intorno a lui, sarebbe meglio che vi metteste una macina da mulino intorno al collo e vi gettaste in mare, brutti bastardi. 

martedì 19 luglio 2022

A 80 km da Algeri

« Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: “Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti.” Questo non dice nulla: è stato forse ieri.
L’ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l’autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio. Così potrò vegliarla e essere di ritorno domani sera. Ho chiesto due giorni di libertà al principale e con una scusa simile non poteva dirmi di no. Ma non aveva l’aria contenta. Gli ho persino detto: “Non è colpa mia.” Lui non mi ha risposto. Allora ho pensato che non avrei dovuto dirglielo. Insomma, non avevo da scusarmi di nulla. Stava a lui, piuttosto, di farmi le condoglianze. Ma certo lo farà dopodomani, quando mi vedrà in lutto. Per adesso è un po’ come se la mamma non fosse morta; dopo il funerale, invece, sarà una faccenda esaurita e tutto avrà preso un andamento più ufficiale. »

Albert Camus, incipit de Lo straniero, (traduzione di Alberto Zevi, Bompiani editore).

«Voglio ricordare come nel 2021 il presidente Tebboune abbia conferito alla memoria di Enrico Mattei la medaglia di amico della rivoluzione algerina». Dal discorso di Mario Draghi

venerdì 15 luglio 2022

La scoperta dell'acqua calda

 


Nel mio piccolo, a casa mia ho fatto tentativi di risparmio energetico, quasi tutti fallimentari, soprattutto quelli legati al "solare" (un po' meglio con la termocucina). Non per causa mia, ma perché per gli "investimenti" (senza bonus) ho trovato, in due casi, dei tecnici-idraulici che mi hanno fatto spendere soldi invano, per me, mentre per loro utili per qualche rata del minivan.
Nello specifico, i pannelli solari: tre tentativi, tre insuccessi. E sul tetto ho pannelli solari termici che non funzionano più (rotti per la seconda volta, la prima in garanzia furono sostituiti). Così ho detto basta e produco l'acqua calda dei sanitari con una caldaia Riello a gasolio, che ha più di trent'anni, ma ancora va.


martedì 12 luglio 2022

lunedì 11 luglio 2022

Due per mille

Il segretario del partito scostumista, Nicola Frantùmami, ha sfilato al gheipraidde di Abbiategrasso con una falce in culo e un martello sui coglioni.

Il segretario del partito demoplutocratico, Enrico Lecca, durante l'assemblea della confarmamenti, ha ribadito che il segreto militare per la salute pubblica è sinonimo di libertà e che Assange è un criminale stupratore di renne svedesi.

Il segretario del partito per andare in centro, la prima a destra, Baby Cocomeri, è rimasto senza semi.

Il segretario della Sega, Matteo Panicucci ha lanciato un appello a Federica. 

Il segretario di Ponza Italia, Mara Regina Tenderly, ha smentito che nel suo partito ci siano lotte intestine.

Il portavoce del Momento-Cinque-Minuti-e-Arrivo, Giuseppe Conchi, dopo un prelavaggio senza candeggina, ritira e allunga la fiducia.

Il segretario della Ci-Gi-Eh-Elle moda, Maurizio New Hollande, ha dichiarato alla Santissima Annunziata che, essendoci un vuoto politico, a settembre sarà in campo come trattore senza gasolio agricolo perché non vuole lasciare spazio alla destra, anche in considerazione del fatto che, da tempo immemore, quell'ala politica la occupano lui e gli altri fattori sindacanisti.


domenica 10 luglio 2022

Tali cose esistono ancora?

“ Una sera ritornando dall’ufficio trovai con mio stupore Haller seduto sulla scala
fra il primo e il secondo piano. Si era seduto sull’ultimo gradino e si spostò per
lasciarmi passare. Gli domandai se si sentisse male e mi offrii di accompagnarlo
fin sopra.
Haller mi guardò e mi parve di averlo quasi destato da un sogno. Cominciò a
sorridere, di quel suo sorriso grazioso e doloroso che spesso mi ha stretto il
cuore, e m’invitò a sedermi accanto a lui. Lo ringraziai e dissi che non avevo
l’abitudine di mettermi a sedere sulle scale davanti agli appartamenti altrui.
«Già, già,» disse sorridendo ancora «ha ragione. Ma aspetti un momento,
devo pur farle vedere perché non ho potuto fare a meno di sedermi qui.»
E così dicendo indicava il pianerottolo del primo piano dove abitava una
vedova. Sul pianerottolo di legno fra la scala, la finestra e la porta d’entrata era
appoggiato alla parete un armadio di mogano con sopra vecchie stoviglie di
stagno, e per terra davanti all’armadio, su due sgabellini, c’erano due vasi con
un’azalea e un’araucaria. Erano piante molto belle e tenute sempre pulitissime,
tant’è vero che lo avevo notato anch’io con piacere.
«Ecco, vede,» continuò Haller «questo pianerottolo con l’araucaria ha un
odore delizioso, non riesco mai a passare senza fermarmi un momento. Anche
da sua zia regna il buon odore, c’è ordine e massima pulizia; ma questo posticino
con l’araucaria è così pulito, così spolverato e lavato e lustrato, così immacolato
che sembra luminoso. Non posso fare a meno di aspirare quest’aria a pieni
polmoni... Non lo sente anche lei? L’odore della cera e un lontano sentore di
trementina insieme con il mogano, con le piante lavate e tutto questo profumo
formano un superlativo di candore borghese, di precisione e accuratezza, di
fedeltà e dovere compiuto. Non so chi ci abiti, ma dietro questa porta ci
dev’essere un paradiso di pulizia e di borghesia spolverata, di ordine e di
meticolosa e commovente dedizione a piccole abitudini, a piccoli doveri.»
E poiché tacevo, soggiunse: «Non creda, per carità, che io faccia dell’ironia!
Caro signore, nessun pensiero è lontano da me quanto l’intenzione di deridere
quest’ordine borghese. Io sì, è vero, vivo in un altro mondo, non in questo, e
forse non sarei capace di resistere neppure un giorno in una casa con queste
araucarie. Ma pur essendo un vecchio e un po’ sordido lupo della steppa, sono
anch’io figlio di mamma, e anche mia madre era una buona borghese e coltivava
i fiori e badava alle stanze e alle scale, ai mobili e alle tendine, e si sforzava di dare
alla casa e alla vita la massima pulizia e accuratezza, il massimo ordine. Questo
mi rammenta il sentore di trementina, questo mi rammenta l’araucaria, e perciò
mi metto qui a sedere e a guardare la piccola silenziosa oasi di ordine e sono
felice che tali cose esistano ancora».

Hermann Hesse, Il lupo della steppa, traduzione di Ervino Pocar (Oscar Mondadori).

sabato 9 luglio 2022

Tempi d'Ulisse

Che mondo, che tempi: fibrillanti, scoppiettanti: persino un petardo basta per ammazzare un politico del Sol Levante che faceva notare cose che risultavano indigeste ad altri colleghi banchettanti, mentre da noi, in particolare nella città culla di tricche tracche e bombe a mano, i ministri degli esteri vegetano ancor.

È la dieta mediterranea, senz'altro, senza dubbio, senza fondamento.

In Georgia sono cadute le torri di granito, simbolo di qualcosa che (vedete), sulle quali c'erano scritte cose neo malthusiane. A Francoforte va all'asta la statua simbolo dell'Euro per via dei costi di manutenzione: è per questo che il Buonarroti non ha messo le mutande al David?

Stralci di televisione estiva, replicati in luoghi dove li possa vedere ché la televisione non ce l'ho più, mandano in onda sconcezze pregliasche, mature più delle marasche, che merli sfavorevoli beccano e ricacano sulle teste di spettatori fiduciosi nella scienza e nelle virtù teologali. 

Intanto, riprendo l'Ulisse: 

«Or dunque, uomo, chiunque tu sia, guarda a quella fine estrema che è la tua morte e alla polvere che afferra ognuno che sia nato di donna perché come egli uscì ignudo dal grembo della madre così ignudo dovrà egli dipartirsi alla fine per andarsene come se ne venne».

Quando sarò morto, se vorrò dipartirmene ignudo, nelle disposizioni dovrò lasciare scritto che mi si copra giusto con un lenzuolo e mi si posi sulla nuda terra, senza cassa da morto, soprattutto quella zincata, ché i vermi e altri simpatici decompositori facciano in fretta il loro lavoro e la terra digerisca presto il cadavere che sarò. 

Intanto, continuo l'Ulisse...

«E Sire Leopold che era il meglior commensale che mai avesse seduto al desco di quei clerici ed era l'uomo più mite e cortese che mai abbia posto man di massaro sotto cul di gallina ed era il più leal cavaliere del mondo che mai abbia servito donna gentile, levò a lui cortesemente la coppa. Doglie di donna con meraviglia meditando»...


mercoledì 6 luglio 2022

La banda dei disonesti

 Ci sono molti modi per far ragionare le persone in modo corretto, educato e convenevole alle direttive che l'azione di governo intraprende. I comunicati stampa, infatti, sono deputati a questo, così come i deputati sono deputati a far andare avanti il governo, nient'altro, perché il legislativo, è appurato, è un potere declassato, credo attualmente sia sesto in classifica, ma attendiamo i Pirenei.

Il nostro Principe ha incontrato il Sultano - che bello fare pace dopo aver fatto a schiaffi ed essersi sputati addosso. 
«Mi scuso se ti ho chiamato dittatore, ma parlavo sotto dettatura». 
«Mi scuso di averti chiamato vile strozzino affamapopoli, ma poi ho pensato che i popoli erano europei».
«Pace».
«Pace».
«Accidenti al diavolino che ci ha fatto litigar».
«Ma è lo stesso diavolo che ci chiede adesso di fare pace».
«Avete ragione signor Lo Curto...».
«Lo Turco, donn'Antò, Lo Turco».
«Lo Turco, già».

domenica 3 luglio 2022

La pan-demenza

Ho visto il ministro e-Speranza intervistato parlare boccheggiando, ché coperto da effeffepidue, per dare consigli su altre dosi che i “fragili” e gli ultra-ottantenni dovrebbero farsi e sono sinceramente preoccupato per costoro e per la salute degli italiani in generale, anche di coloro che - e sono probabilmente la maggioranza - continuano a credere che le sue deliberazioni ministeriali siano state e siano ancora giuste e corrette. 

Vedo anche che, nonostante il gran caldo, ci sono tante persone influenzate con raffreddori, mal di gola, tosse, dolori muscolari - cosa mai registrata, tra giugno e luglio, da decenni a questa parte. E vedo anche la difficoltà di farsi delle domande sul perché questa cosa accada o, peggio, di non darsi delle risposte autonome, che non ricalchino quelle dei notiziari o dei giornali che dicono e scrivono le stesse cazzate anti sanitarie di sempre.

Vedo anche medici vassinatori camminare da soli per le vie della città con effeffepidue appiccicata e se chiedi loro perché, essi rispondono: «Perché è un periodo di pandemia».

Ah.

venerdì 1 luglio 2022

Liberatori

Stamani sono stato a Bagdad, per un caffè. Nella piazza davanti al bar c'era una buca, grande quasi come un cratere. A un arrotino che, nei pressi, affilava scimitarre, ho chiesto che cosa fosse quel buco enorme nel quale lui, di tanto in tanto, sputava dentro mezzo stecchino, o mezza cicca, a seconda di quello che aveva fumato. 
«È stata una bomba, qualche anno fa. Una bomba americana, potente, ma profumata come un dentifricio: infatti, quando cadde, qui intorno l'abbiamo presa tutti nei denti». 
Mi sono seduto in un angolo all'ombra e subito si è presentato un cameriere bengalese che capiva l'italiano a tratti, come la nebbia. Si chiama Aladino, ha i denti gialli (lui sostiene per via della curcuma) e la camicia marrone, giustificandosi che è l'unico colore che inganna le mosche. Mi ha detto che vorrebbe emigrare in Italia per lavorare come mozzo per la Sardinia Ferry. È stato un suo amico connazionale a suggerirglielo: la paga non è male, c'è vitto e alloggio compreso e ogni tanto qualche milanese che dà una buona mancia per farsi lavare i piedi perché, data la trippa, non riesce a piegarsi a sufficienza.
Il caffè non sarebbe stato neanche male, ma l'immagine dei piedi con le unghie incarnite del milanese me l'ha fatto andar giù di traverso. 
Avrei voluto lasciare dieci dollari ma il titolare, tramite Aladino, ha detto che avrebbe preferito pagassi in rubli. 
«Ma come, ho chiesto, non vi va più bene la moneta dei vostri liberatori?». 
«Liberatori un cazzo», ha replicato in arabo una voce, in lontananza. Non conosco l'arabo, ma dal tono giurerei che ha detto proprio così.