lunedì 31 ottobre 2022

31 ottobre

Ottobre si conclude oggi e non è piovuto neanche un giorno uno. A parte le scie disegnate dagli aerei, provocate dalla combustione del kerosene e dallo spruzzo di altri veleni aeriformi, il cielo è sempre stato azzurro, sempre. Forse è piovuto di più in Iraq. 
Purtroppo l'Iraq non esiste più, è sparito, come il Vietnam.
La corda intorno al collo di Saddam adesso penzola sulla nostra memoria occidentale, così debole, strozzata, così facilmente suggestionabile. In Italia, soprattutto. E dire che ricordare dovrebbe essere un riportare al cuore... Invece, temo che chi condiziona la memoria (come chi spruzza in cielo robaccia velenosa) intenda riposizionarci i fatti accaduti in altre parti del corpo meno nobili.

Dunque, preghiamo.

Oggi si venerano, tra gli altri, Santa Lucilla di Roma e San Volfango di Ratisbona. Due nomi bellissimi, almeno per me.




 

giovedì 27 ottobre 2022

Due tuitti

 

Esattamente. Gli universitari che protestano ‘a prescindere’ contro l'appena insediato governo Meloni sono ridicoli scimmiottattori del nulla piddino boldriniano, gretini ottenebrati dai pifferai prezzolati dai predoni di Davos.
E non solo muti stettero un anno fa contro la Tessera Verde e obblighi annessi: sono stati e stanno altresì muti contro la Nato e l'invio di armi al regime ucraino e non fanno neanche mezza manifestazione per la pace.



Ha ragione la Undiemi. Forse Gramsci sarebbe meglio leggerlo alle riunioni di partito, oh yes.

venerdì 21 ottobre 2022

Tutto il complesso dei vostri guerrieri

Che peccato! Se l'audio carpito a Berlusconi, nel quale racconta ai propri deputati come sono andate e come stanno le cose riguardo alla faccenda ucraina, fosse stato divulgato prima delle elezioni, sono persuaso che Forza Itaglia avrebbe raddoppiato i consensi.

A margine di questa vicenda, ho sentito una vocina riferire che la Meloni avrebbe detto che il suo governo sarebbe stato arcisicuramente atlantista e chi non fosse d'accordo nel mantenere questa linea atlantica, beh, quella la porta, esca e non scassi le palle più.

Sebbene non mi sia chiaro che cosa s'intenda auto dichiararsi atlantisti, se non forse avere una vocazione atlantidea allo sprofondare, mi piacerebbe per un attimo interloquire con i responsabili del nuovo governo per propor loro quanto segue: dato che non muterà la linea di sostegno al governo ucraigno e che quindi fiotti di miliardi di euro gli saranno elargiti, perché non vincolare la spesa di quei soldi affinché siano spesi per qualcosa di più costruttivo invece di comprare petardi, mortaretti, bombe a mano e tric trac?

Possibile che nessuno stronzo pensi a cosa di buono si potrebbe fare con tutta quella massa di soldi a fondo perduto? Io credo ci riuscirebbe persino il sindaco di Roma.

mercoledì 19 ottobre 2022

Gulp, gli stronzi in tv

Un collega oggi mi ha detto che ha visto una scimmia in tv dire che il presidente della camera non va bene perché sarebbe contro le sanzioni alla Russia, mentre La Russa sarebbe ok perché atlantista. 
Sempre lo stesso collega - che guarda la televisione per me, gli offro un caffè ogni tanto - mi ha detto pure che, in quella trasmissione, erano in cinque bucaioli a favore dell'invio armi al governo nazista ucraino contro uno, uno storico accademico, il quale è stato invitato dai bucaioli a occuparsi di crociate.

- E poi come ha proseguito la trasmissione?, ho chiesto al collega.
- Ho spento, ha risposto.

sabato 15 ottobre 2022

Giorno della memoria

Un anno fa, forti della vox populi, il governo impose a tutti i lavoratori l'obbligo di possedere il Certificato Verde Anti... Anti che? Qualcuno se lo ricorda anti che? Anti comunismo? Anti fascismo? Anti diritti costituzionali? Anti che, perdio, anti che?

Ma qualcuno che si penta e si vergogni mai ci sarà? Qualcuno che si cosparga il capo di cenere, o che si dia fòco per fare luce nel buio in cui aveva riposto la propria ragione?








 

giovedì 13 ottobre 2022

Forza Dostoevskij

 Quanta poca voglia di affacciarsi su questa pagina, prima bianca, ora non più. Per scrivere che? Per pubblicare quali pensieri inutili? Sicché è come un sollievo non avere premura di venire qui a dire questo e quello perché quello e questo mi hanno fatto incazzare, ridere, adombrare, illuminare, odiare o amare.

Anno scorso, avevo tanta rabbia in corpo contro la maggioranza degli italiani che avevano aderito con convinzione alla campagna di vaccinazione obbligatoria imposta dai governanti (che ancora governano in attesa del nuovo governo), che avevo tante parole da dire contro la loro pezzodimerdaggine che adesso, a carte scoperte, non ho nemmeno la voglia di rinfacciargli quanto siano stati stronzi dentro, teste bacate che non si erano accorte che era tutta una presa di culo persecutoria, cosa che già gli esordi della primavera del ’20 doveva far presagire. E invece no, non presagirono e si comportarono di conseguenza. 

Ma non voglio parlare di questo, dell'odio o dell'olio. Voglio parlare della stretta che mi prese allo stomaco già quando i russi, invadendo - secondo me, a ragione - l'attuale Novorussia dettero la stura alle élite occidentali, con tanti sudici prezzolati pennivendoli e televendoli al seguito, all'attuale clima persecutorio contro la Russia, fino ad arrivare a un certuno, che un tempo scriveva per un foglio e che poi diresse persino un foglio giallino culturale, che ha definito i russi terroristi. E io devo ripetere la rabbia provata un anno fa nel dover fare i tamponi ogni 48 ore per dimostrare al prenditore di lavoro che - che cosa perdio? 

Quindi lasciamo stare. Risentirsi è una cosa inutile.

Io non dico più nulla. È tutto chiaro, lucente. Leggo e prego. Studio, lavoro, cerco funghi e castagne, faccio il fuoco, godo le cardane delle mie compagne di vita e avanzo ancora qualcosa da fare in questo autunno ancora mite. 




sabato 8 ottobre 2022

Verso l'estremo - Marco Guzzi

Una domanda per Stranamore

Inutile mi nasconda nel non detto, per scaramanzia. Trovo anzi urgente condividere questi pensieri, per capire se essi formino una rappresentazione plausibile e non siano soltanto ingenuità.

Tra i belligeranti formalmente in campo (Russia e Ucraina) la contesa non vede attualmente uno sbocco diplomatico, giacché ciascuno è fermo sulle proprie posizioni. Come ha rilevato più volte Olympe de Gouges, l'intento di Putin era quello di costringere l'Occidente a una trattativa, magari con rinnovati e imposti accordi di Minsk, cosa che invece adesso non è più realizzabile.

Se il conflitto proseguisse alla maniera di quello israeliano-palestinese, a parte qualche lacrimuccia di prassi, si continuerebbe a vivere tranquillamente in questa parte di mondo ‘illesa’.
Purtroppo, i capi della Morto (Washington D.C. e Londra in testa), che non sono Europa, vogliono fottere per bene le nazioni del continente, con la complicità delle élite e il rincoglionimento dell'opinione pubblica, cosicché ai territori in questione e al neo-colonizzatore non sarà concesso di fare quel che, da oltre cinquant'anni, lo Stato israeliano in Palestina fa.

E quindi? 

Quindi, quel che prima era una impossibilità, adesso è diventata una possibilità. E passare dal campo del possibile, a quello dell'attuabile il passo è molto più breve.

La possibilità è quella delle bombe nucleari.

Sul loro utilizzo da un punto di vista “militare” non so che dire.

Sulla possibilità di essere usate per altre ragioni, mi limito a questa suggestione.

Tranne per chi non vuole vedere e per i prezzolati informatori che non vogliono informare, è oramai acclarato che le Torri Gemelle sia stato un'attentato ideato, voluto (agognato) e compiuto (con complicità esterne o meno) dal governo statunitense. E dato che gli USA sono stati capaci di questo in casa propria (lasciando da parte che sono stati capaci di buttare loro le bombe a Hiroshima e Nagasaki), è inevitabile chiedersi se - dato che abbisognano di nuova linfa terroristica per il loro impero - saranno capaci pure di fare peggio.

Tra i motivi che indussero ad auto-provocarsi l'undici settembre, poi, ce n'è uno che mi fa preoccupare più del motivo principe (l'estensione del loro diritto a invadere e bombardare dove cazzo volevano e vogliono); ed è il fatto che la struttura dei tre grattacieli era piena zeppa di amianto e che la bonifica “civile” avrebbe comportato costi astronomici, impossibili da sostenere: meglio due razzi a forma di aereo, più l'esplosivo per autodemolizioni controllate e in un colpo, bum!, l'amianto non c'è più, sparito nell'aere di Nuova York.

Ecco che chiedo, ingenuamente. Tutti gli ordigni nucleari a disposizione, non è che siano “sorpassati” e da dismettere tanto che a bonificarli e/o aggiornarli sia troppo costoso e quindi convenga più farli esplodere per costruirne di nuovi?

Date le mascherine nei depositi dei ministeri che non si sa che cazzo farne, preferirei l'amianto.

giovedì 6 ottobre 2022

Un bambino che cerca il latte

Il brano che segue è tratto da La filosofia della libertà (1894), di Rudolf Steiner 
(traduzione di Dante Vigevani)

“ In una lettera dell’ottobre o del novembre 1674, Spinoza scrive: 
«Io chiamo libera una cosa che esiste e agisce per semplice 
volontà della sua natura, e forzata quella che viene invece determinata
all’esi­stenza e all’azione, in modo preciso e fisso, da qual-
cos’altro. Così, per esempio, Dio esiste liberamente, benché
necessariamente, perché sussiste soltanto per la necessità della
sua propria natura. E così Dio conosce liberamente se stesso
ed ogni altra cosa, poiché soltanto dalla necessità della sua
natura consegue che egli tutto conosca. Voi vedete dunque che
io faccio consistere la libertà non in una libera decisione, ma
in una libera necessità.
«Scendiamo ora alle cose create, che vengono tutte deter­-
minate all’esistenza e all’azione, in modo fisso e preciso, da cau-
se esterne. Per comprendere più chiaramente, consideriamo un
caso semplicissimo. Per esempio, una pietra, cui venga comuni-
cata da una spinta esterna una certa quantità di moto, continua
necessariamente nel moto, dopo che la spinta della causa esterna
sia cessata. La persistenza della pietra nel suo moto è quindi
forzata, e non necessaria, perché deve essere definita dalla spin-
ta di una causa esterna. Quello che qui vale per la pietra, vale per
qualsiasi altra singola cosa, per quanto complessa possa essere:
ogni cosa, cioè, viene necessariamente determinata ad esistere e
ad agire, in modo fisso e preciso, da una causa esterna.
«Immaginate ora voi, per favore, che la pietra, mentre si
muove, pensi e sappia che sta sforzandosi, per quanto può, a
perseverare nel suo movimento. Questa pietra, ora cosciente
del suo sforzo e per nulla indifferente nel suo comportamento,
crederà di essere completamente libera, e di persistere nel suo
movimento per nessun’ altra causa se non perché lo vuole. Ma
questa è quella libertà umana che tutti ritengono di possedere,
e che consiste solo in questo: che gli uomini sono coscienti dei
propri desideri, ma non conoscono le cause da cui essi vengo­
no determinati. Così il bambino crede di desiderare libera-
mente il latte, il ragazzo irato crede di desiderare liberamente
la vendetta, il timido la fuga. Così l’ubriaco crede di dire per
sua libera volontà quelle parole che, tornato in sé, vorrebbe
non aver dette; e poiché tale pregiudizio è innato in tutti gli uo-
mini, riesce molto difficile disfarsene. Infatti, se anche l’espe-
rienza insegna sufficientemente che nulla gli uomini sanno do-
minare così poco come i propri desideri e che, mossi da opposte
passioni, essi vedono il meglio ma seguono il peggio, pur tutta-
via si ritengono liberi; e proprio per questo: che vi sono cose che
essi desiderano di meno, e che certi desideri si possono facilmen-
te domare per mezzo del ricordo di altri, a cui si pensa spesso».

[fin qui Spinoza. Ora riprende Steiner]

Poiché abbiamo qui davanti a noi una concezione chiara e
chiaramente espressa, ci sarà anche facile scoprire l’errore fon-
damentale che in essa si nasconde. Come è necessario che la
pietra compia un determinato movimento in seguito ad una spin-
ta, cosi dovrebbe essere necessario che l’uomo compia una certa
azione, quando vi è spinto da una qualche causa.
E soltanto perché l’uomo ha coscienza della sua azione,
egli si riter­rebbe libero autore dell’azione stessa; trascurerebbe
però di vedere che vi è una causa che lo spinge, a cui egli deve
incondizionatamente assoggettarsi. L’errore di questo ragiona-
mento è presto trovato. Spinoza, e tutti quelli che pensano co-
me lui, dimenticano di notare che l’uomo non ha soltanto co-
scienza della propria azione, ma può aver coscienza anche
delle cause dalle quali è guidato all’azione. Nessuno contesta
che il bambino non è libero nel desiderare il latte, come non è
libero l’ubriaco, quando dice cose di cui più tardi si pentirà.
Entrambi ignorano completamente le cause che sono attive nel-
le profondità del loro organismo e sotto la cui incontrastabile
costrizione essi si trovano. Ma è giustificato mettere in un fa-
scio azioni di tal genere con azioni nelle quali l’uomo non sol-
tanto é cosciente del proprio agire, ma anche delle cause che ve
lo spingono? Sono forse le azioni degli uomini tutte di un unico
genere? L’azione del guerriero sul campo di battaglia, quella
dello studioso nel laboratorio scientifico, e quella dell’uomo
di stato nelle più intricate circostanze diplomatiche, possono
seriamente essere messe allo stesso livello con l’azione del
bambino che cerca il latte? 

[Zelenschi!]

È ben vero che un problema si risolve tanto più facilmente 
quanto più semplice è il caso di cui si tratta. 
Ma è anche vero che già molte volte l’incapacità di di-
scernimento ha portato ad una confusione senza fine. Ed è una
differenza assai profonda quella che corre fra il caso in cui so
perché faccio una cosa e il caso in cui non lo so. A tutta prima
questa sembra essere una verità evidente. Eppure gli opposito-
ri della libertà non si chiedono mai se un motivo della mia
azione, che io riconosca e compenetri, rappresenti per me una
coercizione nello stesso senso in cui per il bambino è coercizio-
ne il processo organico che lo fa gridare per il latte.

domenica 2 ottobre 2022

Sera d'ottobre

È sera, è ottobre e i fili di luce all’orizzonte
si richiudono dietro veneziane blu di vapore.
Se ci amassimo si potrebbe fare all’amore,
ma non ci amiamo più, e andiamo al fronte

a giocare ai notturni giochi di bengala
come in una festa che ci fa tutti monchi:
chi comanda il mondo non è un figlio di maiala
perché la maiala vuole bene ai suoi cioncoli.

Ah, se ci potessimo guardare negli occhi
senza l’elmetto in testa e abbassando le bandiere
nelle sere di luna piena, come innamorati:

ci vedremmo come foglie sugli albicocchi,
soldati consapevoli che basta un soffio per cadere
e un abbraccio per non finire morti ammazzati.