mercoledì 20 settembre 2023

Esercizi

Tenere fermo il pensiero su un’entità o un oggetto senza divagare, senza far rimbalzare pensieri su altre entità o altri oggetti, non è facile, ma è un esercizio che conviene sperimentare per addomesticare la mente al pensiero puro, scevro di condizionamenti di natura altra dal pensare.
Bastano pochi minuti, poco rumore, una zona in penombra, gli occhi chiusi e, individuati l’entità o l’oggetto, il pensare si accende e parte per descriverne qualità e proprietà fino a esaurimento; dopodiché opera una sintesi concettuale che racchiude il tutto della cosa pensata.

Stamani ho provato con l’Italia: povera patria.

sabato 16 settembre 2023

Catasta

Ho accatastato la legna comme il faut con l'aiuto di due signori pagati a negroni. Tra un carico di carriola e l'altro, si parlava del più, del meno e della gente che si moltiplica e si divide; così essi, in poche ore, mi hanno aggiornato della situazione sentimentale di metà paese. 
T. non sta più con M. ed è andata a vivere con A. M. è andato in Estonia a vendere tinozze finlandesi. G. ha scoperto che il marito la tradiva con un altro uomo, così lei l'ha lasciato e si è messa insieme con una sua amica del liceo. Il figlio adottivo di costoro si è tinto i capelli di verde ed è andato a far parte del gruppo Penultima generazione in autostop. La farmacista è andata in ferie a Cavallo (Corsica) per regalare al Principe una confezione di compresse Falqui scaduta.

A fine lavoro, uno di loro mi ha chiesto se l'omosessualità fosse una malattia. Io ho risposto che, se così fosse, l'Inps smetterebbe di pagare la mutua. 

La catasta è veramente un bel sacre carré: ci girerò spesso intorno, ringraziando gli spiriti della legna.

sabato 2 settembre 2023

Gente infame senza pudore

Al buio delle dichiarazioni di Giuliano Amato (che sono state rilasciate non certo per fare "luce" e quindi giustizia, ma per probabili logiche ricattatorie ordinate dai capi di Washington D.C.; dichiarazioni, inoltre, assai parziali che nascondono gran parte del retroscena "Ustica"), la gravità impressionante, che dovrebbe (dovrebbe!) far indignare e far ribellare chiunque abbia minimamente a cuore l'Italia, è la seguente: se lo sapeva lui, lo sanno tutti, dal presidente della repubblica in giù. E tutti sinora hanno taciuto. E questo tacere dovrebbe auto vomitarli dai loro incarichi per dichiarata omertà di Stato. Dovrebbero tutti dimettersi e smettere di percepire emolumenti per complicità nella menzogna. Tutti. Perché tutti sono responsabili ostacolatori della verità e della giustizia. 
Sono vergognosi, ma questo già si sapeva. Ma ora di più. Tanto di più.

giovedì 31 agosto 2023

Tira +

In un circolo Rinascita, già Casa del Popolo, di un paese non troppo lontano da casa mia, organizzano una festa e all'interno di questa festa vi è una mostra dal titolo "Spazio di libertà LGBTQI+".

Devo confessare che, quando in fondo all'acronimo ho letto il +, non mi sono domandato che cosa esso voglia significare, no, ho pensato soltanto alla tombola e al fatto che tira più (+) un pelo di... ma vabbè, poveri giovani che, purtroppo, non siete stati giovani quando al cinema c'era Berlinguer...

sabato 26 agosto 2023

Espulsione e liberazione

 Come alla foto che ho ricordato ieri «non c'è bisogno di aggiungere nulla» (Olympe de Gouges), così pure alle parole che estraggo dal discorso del presidente della repubblica tenuto ieri al Meeting di Comunione e Liberazione non c'è bisogno di aggiungere nulla.

«Ecco, come nasce la nostra Costituzione: con l’amicizia come risorsa a cui attingere per superare - insieme - le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità.
Per superare, per espellere l’odio, come misura dei rapporti umani. Quell’odio che la civiltà umana ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando, così, le basi delle regole della nostra convivenza.»

Purtroppo, credevo non ci fosse bisogno di aggiungere nulla, senonché, immantinente, dopo tale lettura ho sentito un urgente bisogno di espellere l'odio...


Dopodiché, necessariamente, ho tirato lo sciacquone.

venerdì 25 agosto 2023

Ti scatterò una foto

 

Non so se vi ricordate questa foto. Io me ne ricordo spesso, soprattutto pensando al concetto di dittatura.
Un omicidio in diretta voluto dai su fotografati protagonisti, e ordinato specificamente da un premio nobel per la pace che dette il comando definitivo di ammazzare un uomo, probabilmente disarmato a casa sua; anzi: presumibilmente prigioniero di un carcere segreto. Eppure, anche negli stati americani dove la pena capitale è prevista, i condannati a morte, prima di essere giustiziati, subiscono un processo. Ma, in fondo, era impossibile portare in tribunale un fantasma radiofonico.
E pensavo: saranno mai ritrovate le Ultime lettere di Osama bin Laden?
Secondo me, sarebbero più folgoranti delle pagine normali di un generale.

giovedì 17 agosto 2023

Romena

Ivi:
là dove verifico la fedeltà alla terra,
alle stagioni che passano,
ai passi che sommati fanno 
milioni di chilometri quivi,
tra la Pieve e il Castello,
attraversando albe, tramonti, 
sotto l’ombrello sacro 
della volta celeste.

È:
la sete mai spenta di vivere il presente
(le sue bonacce, le sue tempeste);
è il calpestare dell’erba medica
che spunta dopo il primo fieno;
è il sereno che contorna i cipressi;
è scacciare i demoni della mente;
è combattere sé stessi
per non venire meno
al compito assegnato.

Romena:
contraddire Cioran,
scoprire la convenienza 
di essere nato,
di vivere e morire senza 
falsare l'esistenza nel tran tran,
in questa perfetta messinscena
del creato.


venerdì 11 agosto 2023

Non è un caso, Italia

«Non avevo mai vissuto un luglio (e la prima decade di Augusto) di temperature così fresche, con punte di freddo notturne. Mai era accaduto che dormissi con una coperta». 

Idem, a Olympe de Gouges, con l'aggiunta di un pigiama sul quale sono stampati disegnini di Babbo Natale; ma io esagero, anche se considero la famosa massima di Protagora ancora valida per noi òmini del terzo millennio. L'importante è individualizzarsi, non appecorarsi dietro le/i lucarelli selvaggi o altri personaggi del varietà, dietro gli scontrini che mostrano sul conto l'acqua al cane o il piattino e non notano, invece, del carburante l'aumento del prezzo alla pompa (o il prezzo delle pompe non funebri), indigeni indignati che faticano di più a dichiararsi eterosessuali che riconoscersi eterodiretti.
Che uggia, l'Italia, che uggia e che sconsolatezza... E che coscienza civile sgonfia... Anche se, devo dire, dopo aver visto questo film in un cinema improvvisato, la pressione civile è ritornata su.

Se non l'avete visto, andate a vederlo in qualche modo: conviene. 

sabato 29 luglio 2023

Vallucciole

In questa valle le luci
delle notti di mezz’estate
riportano in volo
il lume di cento e più occhi 
che furono chiusi da occhi 
accecati di sangue.
Se guardo giù in basso
al Mulino di Bucchio
lo vedo ancora quel sangue
che scorre e che scende
nel risucchio dei gorghi
dell’Arno nascente.
Mia mamma me lo diceva sempre:
– Ragazzo, in questi borghi
tranquilli dove dormono rondini
in pace nei loro nidi protetti
sotto i portici di ogni paese,
un tempo c’era quello che vedi
lontano lontano nei telegiornali:
gli spari, le bombe, i criminali
che chiamano pace la guerra,
che chiedono armi invece di pane
e tutta la fila di figli di puttane
assetati di soldi e potere,
camicie verdi, brune o nere...

– Oh, mamma, mamma se ti dicessi
che adesso sono tornati, vicino 
vicino, coi loro occhi di vetro,
a fiatarci sul collo in mimetica
persino dentro San Pietro
col Papa che guarda nel vuoto
e con la Pietà che si scioglie 
in un pianto nuovo?

– Ragazzo, tu guarda le luci
che punteggiano il manto
delle notti di mezz’estate;
apri la mente ed il cuore
e sillaba il nome di cento e più occhi
che saranno aperti da occhi
illuminati di Luce.

___________________
Su Vallucciole, consiglio la lettura di Luca Grisolini, Vallucciole, 13 aprile 1944 






martedì 18 luglio 2023

Eremo

Ad Axel
Le sere in cui guardo sopra
le punte di faggi e di abeti
Venere brillare, a volte vicina
a una bianca falce sottile di Luna
nascente, sono meno
piombato nell'oscurità della notte,
e, delle celesti gerarchie 
in cerchio nel cielo, sussurro
il nome che l'Areopagita
aveva indicato:
Serafini, Cherubini e Troni: 
spiriti delle forze;
Dominazioni, Virtù e Potestà:
spiriti della luce;
Principati, Arcangeli, Angeli:
spiriti dell'anima.
«Questi ordini di sù tutti s'ammirano,
e di giù vincon sì, che verso Dio
tutti tirati sono e tutti tirano».
E, se chiudo gli occhi, per un attimo
mi sento tirato anch'io
tra le punte di faggi e di abeti
che circondano la cella
del mio Eremo.



lunedì 10 luglio 2023

Vendemmia di verità

 Sui grappoli di Sangiovese, Trebbiano, Cabernet Franc o Pinot noir 
nessuno ha mai avuto niente da obiettare.
(Mon Frère)

Dal basso della nostra impotenza politica ben poco si può (forse meglio dire: niente si può); tuttavia, considerato che non dobbiamo sbarcare il lunario come giornalisti, redattori, collaboratori lance ingabbiate di una qualsiasi testata di cazzo italiana o europea, tra di noi, animucce più o meno scosse dal delirio in cui è precipitata vacca Europa, possiamo dire, a bassa voce, cose di una banalità sconvolgente: le armi sono - ancor più dei farmaci - la merce legalizzata più redditizia del mattatoio capitalistico; tutte le armi, anche le bombe grappolo.
Orbene, dato questo assunto, se questi ordigni sono (quasi) unanimemente considerati armi spregevoli per i loro nefasti effetti sulla popolazione civile, perché sono prodotte dall'industria bellica con autorizzazione statale e vendute con regolare fattura?

venerdì 7 luglio 2023

giovedì 29 giugno 2023

La Verna



Osservo da sotto, alla Beccia,
la roccia che si squaderna
intrecciata ai rami di quercia
e sillabo parole di collegamento
tra il cielo e la terra
per bucare il cemento
per chiamare a difesa
il firmamento - veste materna
che protegge e consola.
E aspetto, non so bene che cosa,
ma aspetto:
un segno, un soffio di vento marino,
il ricordo di una preghiera
che dicevo al mattino
e ripetevo la sera.
E cammino, come un santo,
in questo giorno perfetto
di azzurro e faccio finta
che ogni pena mi sia diletto –
così, per non dargliela vinta
agli scherani e ai loro alalà,
ai continui assalti contro
gli esseri umani, contro
la libertà.


giovedì 22 giugno 2023

Aviazione incivile 2

Ieri, ieri l'altro e anche stamani, all'alba, a cielo sereno: passano aerei e scaricano i loro fumi bianchi, dritti per qualche minuto, che a poco a poco si gonfiano, si sparpagliano ma non svaniscono, bensì si addensano e schermano il Sole che sale. Non ho prove, ma sono convinto che non siano scarichi "normali" dei motori a reazione che bruciano kerosene, no. È qualcos'altro, che diminuisce l'azzurro quantomeno e per il resto non so, ma ho l'impressione che non sia roba buona, non è certo roba giusta e i Nas, oltre che a controllare quello che si mangia e si beve, dovrebbero cominciare a controllare anche quello che si respira.

P.S.
Ieri pomeriggio, su una delle dorsali appenniniche (Pratomagno, zona Secchieta), vedete un po' anche voi il cielo che era.

martedì 13 giugno 2023

Aviazione incivile

Anche oggi sono arrivate le nuvole, hanno coperto il cielo ed è piovuto copiosamente, da mezzogiorno in poi. La temperatura è scesa sotto i diciotto gradi. Stagione delle muffe e delle palle ciondolanti che sognano di sudare, sciolte, sotto i bermuda e trenta gradi al sol.
Tra i miei ricordi vi sono stati maggi e giugni freschi e piovosi, ma così insistiti mi sembra di no. Vado a impressioni, cupe, come cupi sono i rumori degli aerei che passano, minuto dopo minuto, sopra le nostre teste. Non ci avevo mai fatto caso, forse perché la pressione atmosferica è bassa da settimane, ed è per questo (presumo) che si odono facilmente. Passano in continuazione, e io li sento e non vorrei. Preferisco sentire il rumore delle macchine, dei tagliaerba e dei trattori, ma dove abito, in campagna, c'è poco traffico, i tagliaerba restano fermi quando piove e i trattori non possono mietere il fieno che sta andando in malora. E io sento gli aerei, e sono tanti e credo che abbiano scelto il cielo sopra casa mia come tratta preferenziale e mi sembra che siano proprio sopra la mia testa, a bassa quota, come quando passano gli aerei militari. 
Mi auguro che presto la pressione atmosferica salga sufficientemente da imporre un po' di azzurro. E che tiri vento, da est, da ovest, da nord o da sud: purché sia vento, un vento che soffi ancora.

mercoledì 7 giugno 2023

Provo a pensarci

Voglio provare a essere ingenuo, a pensare che per qualche settimana (forse chiedo troppo, facciamo qualche giorno), si possa pensare, ognuno di noi individualmente, a un pensiero di pace (forse chiedo troppo: di tregua) tra le parti in conflitto (Russia e Ucr... America ed Europa), qualcosa che spinga i decisori di morte e distruzione a trovare un accordo per fermare la guerra, ora, adesso, subito prima che sia troppo tardi (o è già tardi?).
Io comunque provo a pensarci perché pensare è l'unica cosa che posso, che sento e che voglio e che nessuno, nessun decisore di morte e distruzione, potrà impedirmi di fare.

martedì 6 giugno 2023

Stia

Vado via:
con l’acqua dei berignoli;
coi rigagnoli di pioggia
che scendono dalla Pace
alla Buca di piazza Tanucci.

Volo via,
con i balestrucci,
dalla Falterona alla torre 
che pende in piazza dei Miracoli,
nel verdazzurro della foce.

Soffio via,
con la voce del grecale 
mattutino che spira adagio
tra le fronde e i merli
del Palagio Fiorentino.

Scorro via,
lungo l’Arno non più colorato
dai colori della Tintoria
del Lanificio che tesseva 
metri e metri di cardato.

Vado via.
Anzi no. Non vado: sto 
dove lo stare è un congiuntivo,
nel luogo dove tutto è ironia
compresa quella di sentirsi vivo.

________________
Nei Canti Orfici, Dino Campana - nel suo diario di viaggio verso la Verna - passa per Stia (20 settembre). 

martedì 23 maggio 2023

Pratovecchio

Su una panchina di Piazza Nova
fare una prova: sentirsi vecchio, 
più vecchio di quanto lo fosse 
mio padre quando comprò 
un Telefunken a colori; più vecchio 
di quanto fu vecchio mio nonno
che adesso rivedo bambino 
giocare ai giardini con un trenino
come quello che lui stesso condusse
trent’anni, fino alla pensione,
per sedersi sulle stesse panchine,
sotto i tigli dai rami mozzati
dagli operai del comune,
nella piazza che, in verità, ha il nome
di colui che disse: «Oh, che dolce cosa
è questa prospettiva» - 
invecchiare, andare alla deriva,
disfarsi sino alle ossa, involarsi
tra gli eteri di luce e calore,
vagare tra gli astri come comete
e, poi, sotto altre apparenze,
ritrovare altra carne, altre ossa,
perché una vita non basta
per sapere cosa si prova
a sentirsi vecchio
su una panchina di Piazza Nova, 
a Pratovecchio.




domenica 21 maggio 2023

Il gesto della mascherina


Non capisco molto e non approvo la contestazione di queste signore alla ministro Roccella; tuttavia, ancor meno capisco e approvo la reazione del governo di denunciarle alla digos.

Il governo farebbe meglio a mandare i servizi segreti a verificare e, nel caso, denunciare altri intrallazzi, tipo quelli tra aifà/ministeromalattia e fpirez/antica/castrazecca; oppure a scoprire se c'è qualcosa di vero dietro la sospetta inseminazione aerea di nuvole che alcuni vociferano essere una delle cause delle copiose precipitazioni anno scorso marchigiane e, pochi giorni fa, romagnole.

N.B.
Noto una trista somiglianza tra la forma della mascherina effeffeP2 e il gesto della fica e questo mi fa dire, probabilmente a torto, che le urlanti attiviste di Torino, anno scorso, erano tutte favorevoli all'uso del greenpass.

lunedì 15 maggio 2023

Le ruote di scorta del divenire

«Il problema [...] dell’esteriorizzazione e della conseguente alienazione dell’uomo moderno non sta nel fatto che il mondo è fuori di lui, ma nel fatto che egli lavora troppo poco a interiorizzarlo. Pensa troppo poco. Riflette troppo poco. Il mondo cosiddetto esterno è una potenzialità infinita di interiorizzazione: però, se io, quale essere spirituale pensante, tralascio di conoscerlo, di renderlo dicibile, di capirne il senso e la positività, non posso poi incolpare le cose di essermi estranee, ostiche e ostili».
[...]
«Seppure i dati della percezione mi vengono dal mondo cosiddetto esterno, il pensiero che li interpreta non è tuttavia insito in essi: non posso pretendere che il mondo pensi al posto mio e mi offra la conoscenza bell’e pronta, perché allora sarei davvero come la ruota di scorta del divenire e non avrebbe senso il mio stesso esistere. Io vivo la mia dignità di essere spirituale e lo spessore sommo della mia interiorità quando riservo a me stesso il pensare. Così interpreto il cosmo e sono libero, senza automatismi conoscitivi».

Pietro Archiati, Cammini dell’anima, Edizioni Rudolf Steiner 2023, pag. 46



domenica 14 maggio 2023

Nuovo Prontuario Farmaceutico

 


Non capisco perché non abbiano ordinato al generale Figliolo di usarle al posto del paracetamolo, dei vazzini della Zizzer o della Antica Farmacia dei Monaci Microsoffete. 

martedì 9 maggio 2023

Corpo Stellare

 


Fabio Pusterla, Corpo Stellare, Marcos y Marcos, Milano 2010

Equivalenze

 

Sì, io non ho fiducia nelle istituzioni, a cominciare dal sindaco, al presidente della regione, su su, fino ad arrivare a colui che, il 5 settembre del 2021, alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2021-22, nel suo intervento sostenne che non si doveva invocare la libertà di non avere fiducia nelle istituzioni, quindi, sì: io non ho fiducia nelle istituzioni, a cominciare dal sindaco, su su...

domenica 7 maggio 2023

Generazione di fenomeni


Purtroppo il perculamento non infrange l'ottusità ideologica. Dieci anni di iPhone, Android e media sociali annessi hanno piallato molte connessioni neuronali anche a noi della terzultima, quindi, c'è poco da fare gli spiritosi. 
Epperò, per far sì che i giovini fan della Thunberg non si adagino sugli asfalti al fine di essere sollevati e rimossi dagli automobilisti o dai camionisti incazzati e offrano le loro terga a ben più nobile causa, chiedo loro: quante auto euro 4 ci vogliono per pareggiare l'emissioni CO₂ di un carrarmato Leopard della Werhmacht offerto ai kantiani del reggimento Azov in comodato d'uso gratuito?

lunedì 1 maggio 2023

A Bibbiena

Camminavi un passo a me
avanti perché
ti guardassi la schiena
leggermente imperlata
dal sudore del maggio
che ci vide racchiusi
dentro un’auto amaranto.

Camminavi e ogni tanto
giravi la testa 
per adocchiare te stessa
di riflesso nelle vetrine
prima di arrivare su in piazza 
Tarlati, poi sulla terrazza 
affacciata su un occidente infuocato.

Mi dicesti: “Puoi buttarti di sotto
tanto c’è l'ospedale vicino
se vuoi far passare il dolore
con un dolore più forte”.
Continuavo a fissarti la schiena,
quel sudore che adesso
vedevo di sangue, come il tramonto.

Ti risposi: “Non sono pronto
a morire d’amore: preferisco
portarti conficcata come una spina
perché la spina dura nel tempo
più dei petali che mi hai fatto sfogliare;
perché è meglio non potere più amarti
che smettere d’amare”.


sabato 29 aprile 2023

Nessuno ha riflettuto. In memoria di Craxi.

 


Ero lì, anche se non ero lì, bensì davanti alla televisione a gridare, con la folla, «Vuoi pure queste, Bettino, vuoi pure queste...», anch'io con cento lire in mano, pronto a lanciarle contro il nemico.

Non ho scusanti: credevo veramente che Bettino Craxi, con tutta la classe politica italiana, a parte qualche eccezione (la "Sinistra"!... che coglione), fosse da mettere in carcere, da spazzare via. 

Il discorso che poi Craxi fece in Parlamento, riletto oggi forse il discorso parlamentare magistralmente più elevato della storia repubblicana, e il silenzio assordante che ne seguì da parte degli altri partiti, ex comunisti compresi, avrebbero dovuto farmi subito capire che aveva ragione lui e non chi tentava di approfittare della caduta della cosiddetta “prima repubblica” (Occhetto di spalla compreso, ancora vivo, ma più morto di Craxi da un po').

Il ventennio berlusconiano che seguì, con le parentesi peggiori (ma che, stoltamente, in quei frangenti, mi facevano respirare, come le canne di Nanni Moretti) del centrosinistra vigliacco e infame che ha posto le basi, più del Centrodestra, dello sfacelo odierno (D'Alema e il bombardamento su Belgrado fu la pagina più vergognosa), mi hanno tenuto a mollo nella credenza che il giochino democratico potesse valere ancora qualcosa. Questo, almeno, sino alla comparsa di Monti, dopodiché, per quanto mi riguarda e, ripeto, in modo assai tardivo, sono cadute tutte le maschere del Potere, sino a sperimentarne la presa ferina delle disposizioni governative urgenti relative alla comparsa del coronavirus, periodo durante il quale, in particolare con l'arrivo del sacro siero e con l'accanimento persecutorio non solo e non tanto disposto dal governo, ma della folla - sobillata dai media, i quali hanno creato appositamente, per nutrirsene, il clima infame della caccia al capro espiatorio - ho percepito in buona misura come ci si sente a essere colpiti dalle cento lire.

E riporto uno stralcio del discorso su rammentato, nel quale Craxi descrive qualcosa su cui si augurava fortemente una riflessione:

«Contro un demone di questa natura allora tutto era possibile, tutto giustificato, tutto lecito.
Può capitare nel corso della storia che la violenza nell’uso di un potere sia necessaria ed inevitabile ma è necessario allora che essa sia chiamata con il suo nome, sia riconosciuta ed esaltata come tale e non mistificata e proclamata in nome delle leggi o degli ordinamenti in vigore. In questo caso sapremo senza possibilità di equivoci di essere di fronte ad una nuova forza, ad una nuova legge e ad un nuovo potere. Una “rivoluzione”: così sono stati definiti e così molti concepiscono gli avvenimenti di casa nostra. Può darsi. Però allora è bene essere consapevoli che una rivoluzione è di per sé sempre una grande incognita ed una grande avventura, ma soprattutto che una rivoluzione senza un ceto organico di rivoluzionari è destinata solo a distruggere ed a preparare un fallimento certo. C’è stata violenza nell’uso del potere giudiziario, nell’uso dei sempre più potenti mezzi di comunicazione, c’è stato un eccesso di violenza nella polemica politica, nella critica, nel linguaggio, nei comportamenti.

E la violenza non può far altro che generare violenza, nei giudizi, nei sentimenti, nelle passioni, negli animi. In quale democrazia del mondo, a memoria del secolo, inchieste giudiziarie, ed il clima esasperato che attorno ad esse è stato creato, hanno potuto provocare tanti suicidi, tentati suicidi e morti improvvise. In quale Paese civile e libero del mondo si sono celebrati in piazza tanti processi sommari, si è assistito a tanti pubblici linciaggi e si sono consacrate tante sentenze di condanna prima ancora che sia stato pronunciato un rinvio a giudizio? Tutto questo non può non far riflettere. Doveva far riflettere, mi auguro che faccia riflettere.



martedì 25 aprile 2023

Domanda commemorativa

C'è qualche autorità o qualche intellettuale di “rango” che oggi, durante le celebrazioni del 25 aprile, per ricordare la liberazione dal nazifascismo, abbia richiesto, anche solo di passata, che l'Italia sia liberata da un'altra occupazione militare straniera che dura - almeno dal 1991 - senza un perché? 

domenica 23 aprile 2023

Ultimi burri

Il sabato mattina, in un paese vicino casa, ogni due settimane si tiene un mercato di artigiani e agricoltori locali (il cosiddetto chilometro zero), presso il quale sovente mi reco per acquistare generalmente roba da mangiare. 
Ieri, presso il banco di formaggi di latte di mucca, ho trovato finalmente (giacché va a ruba) del burro, un po’ caro (100 grammi, 3 euro), ma buono assai. 
Dopo avermi spiegato che l'aveva fatto proprio ieri con la panna fresca, la pastora mi ha chiesto:

- Come lo usi?
- Non come Marlon Brando, ho risposto.

Mi ha fatto il resto perplessa e mi ha detto di mangiarlo in fretta perché - non avendo conservanti - tra una decina di giorni scade di già.

martedì 18 aprile 2023

A Rassina

A Ràssina, a fare due passi
tra i resti di maestosi pini silvestri
tagliati perché le possenti radici
deformavano il manto stradale;

a guardare le grigie finestre
affacciate sul cementificio
che di notte pare una stazione spaziale.
Pensavo mi amassi.
                               Pensavo male.

Uno bis

Preso dalla vaga idea d’inabissarsi, pensò di comprare una tuta da palombaro, senza tubi o altri attaccamenti al mondo aereo, per dimenticare lo scempio diurno dei voli a basso costo, tanto basso, che costa di più un biglietto di treno da Massa a Carrara, che un volo da Bologna al Bois de Boulogne. 
Misteri sorosiani, di gente che non crepa e assalassa consimili da sfruttare e pasturare con i propri scarti: ecco qua le mie unghie incarnite, sono buone macinate per condire la vostra miseria. 

Allora cambiò idea sugli abissi, restò in superficie e si masturbò seguendo le istruzioni su come cambiare il colore delle vie di fuga, tutto per colpa di una vocale, la seconda. 
Centouno colpi di spazzola, perché i bricoleur amano i numeri dispari.


domenica 26 marzo 2023

Otanato

«Nei fenomeni storici che fanno parte dell’evoluzione dell’umanità avviene che, per via di una certa inerzia, si tengano in vigore delle cose che un tempo hanno avuto una legittimità o che erano ragionevoli, che hanno avuto delle cause, e che poi hanno perduto quello slancio. Se, per esempio, una collettività ha bisogno di difendersi per un certo periodo di tempo, è senz’altro legittimo che a questo scopo vengano create delle professioni di tipo poliziesco, militare. Ma quando il pericolo contro cui ci si doveva difendere viene meno, quella categoria professionale continua a esistere, bisogna continuare ad avere persone che esercitino quel mestiere. Costoro vogliono continuare a esercitare la loro professione, ragion per cui si forma qualcosa che non ha più delle cause spiegabili nelle condizioni reali. Forse da ciò che esisteva a scopo di difesa si forma addirittura qualcosa che presenta un carattere aggressivo».

Rudolf Steiner, L'uomo tra potere e libertà, 1920, Archiati Verlag e K., Bad Liebenzell 2005 (pag. 63)

martedì 21 marzo 2023

Ecco Come

 






Ed eccolo qua, il Come pubblicato. 
Ho avuto la fortuna che il Come sia stato letto in anteprima da Fabio Pusterla, gran poeta, letterato, ex direttore editoriale della collana “poesia” della Marcos  y Marcos  (e per questo gli inviai una copia). Egli mi disse, appunto, che non svolgeva più tale compito, mi spiegò inoltre le complicazioni del pubblicare poesia oggi (ci sono libri di poesie programmati per i prossimi due anni) e - a parte questo - egli mi scrisse quanto sopra. Beninteso, a lui ho chiesto l'autorizzazione (concessa) di inserire, come presentazione, la sue parole. Ogni poeta ha sempre bisogno del sostegno di un Virgilio...


Insomma, ecco qua Come a primavera.

Libretto rosso Mio, non di Mao.
È bello come volevo che fosse. È una bella cosa averlo tra le mani. È bello anche leggerlo, se vi piace leggere poesia. È un punto di approdo e di partenza. È cosa fatta, capo ha.

L'editore ha messo un prezzo (10 euro) per mandarlo in circolazione tramite distributore, con tanto di codice isbn eccetera (mi è stato detto che tra domani e dopodomani sarà ordinabile nelle librerie).
A chi passa di qua, se preferisce averlo da me, lo dica, glielo invio¹.  A quanto? Giudicate voi il valore, con un libero apprezzamento (da considerarsi non un ammortamento, bensì un ravvivamento).

Non voglio farla lunga. I ringraziamenti sono nel libro. Ad essi, aggiungo quelli al governo Conte, al governo Draghi, a Mattarella, al PD, alla triade sindacale, alla fede nella Scïenza, a tutte le forze dell'ostacolo contro l'individuo che indietro o dentro il gregge no, cazzo no, non vuol tornar.

Baci.

_______________
[¹] A coloro che avevano, bontà loro, inviato un contributo sulla fiducia, l'ho già spedito.


giovedì 16 marzo 2023

Pensavo a Poppi



Pensavo a Poppi, ai suoi pioppi,
ai suoi tetti spioventi, alle genti
che passano scalze sulle lastre
di pietra serena, alla luna piena
grattata dai merli del castello
incantato, al pratello antistante,
al busto fascista di Dante,
che ancora non si raccapezza
come possa il suo viso, 
che ha visto la luce del paradiso, 
essere stato fatto di bronzo
come uno stronzo qualsiasi
che nessuno accarezza, che 
nessuno ricorda, neanche i piccioni
che volano alti sui tetti di Poppi.

domenica 5 marzo 2023

Il senno del mai


Ricordo con chiarezza una riunione concitata via Zoom di molti sanitari della mia regione, persone di grande cultura e grande talento professionale – i più bravi su piazza, per capirci – che si confrontavano su cosa fosse il caso di fare per opporsi al coronavirus che stava entrando nelle case di tutti. Riascoltando oggi quelle parole è molto facile dare un parere: erano quasi tutte sbagliate. Sbagliate non di un po’, di moltissimo. Era un momento drammatico, di quelli che accadono una volta ogni cento anni, noi non ne sapevamo nulla: sbagliare era inevitabile. Si sbagliava allora, all’inizio di quel 2020, per sbagliare un po’ meno la volta dopo e per sbagliare ancora un altro po’ meno quella successiva. La medicina funziona così.

Senza aver partecipato a riunioni concitate su Zoom, ricordo anch'io con chiarezza che, all'inizio del 2020, v'erano pochi sanitari (non so se di grande cultura o di grande talento professionale: comunque, anch'essi medici e ricercatori) che proponevano una diversa strategia di contrasto al coronavirus da quella adottata dal governo e da tutti i quadri comando della sanità pubblica italiana, strategia tanto invocata e osannata dai media e dalla maggioranza della popolazione fratelli d'Italia andrà tutto bene. Questi pochi sanitari sostenevano che:
- il confinamento e/o il coprifuoco esteso a tutta la nazione era una misura restrittiva inutile, repressiva, insensata e dannosa; 
- il concetto di asintomatico positivo costretto in casa perché considerato un untore era una barbarie degna della storia della colonna infame;
- il virus si poteva curare con dei farmaci specifici facilmente reperibili e non con il paracetamolo e la vigile attesa.

Avevano ragione, ma riconoscerlo e chiedere scusa non è contemplato. Anzi, Mantellini li tratta con lo stesso piglio con il quale venivano apostrofati quando provavano, nella bolgia del dibattito pubblico, a pronunciare le loro tesi (quando lo show gli concedeva un minuto nella fosse dei leoni).

In casi come questi nulla è più ridicolo e patetico dei narcisisti che oggi spiegano che se si fosse fatto come loro dicevano allora si sarebbero salvate migliaia di vite umane. 

Narcisisti ridicoli e patetici (becchi e bastonati) come osate dire che avevate ragione? Non avrete mica l'ambizione di diventare dirigenti delle aziende sanitarie? Che nessuno tocchi i più bravi sulla piazza, tanto cari all'assennato Mantellin.

sabato 4 marzo 2023

Credere nel valore e poiché


C'è chi scende scende scende in piazza mano piazza contro contro il fasci fasci ismo ismo e una lepre pazza.
E c'è chi gioca a tennis senza rete.
A ping pong senza pallina.
A golf senza mazza.
Valditara è Valdilordo meno Valdinetto?
Largo ai giovani? Meglio a Giovanni, a partire dal Prologo.
Il tempo passa e per salire nei mezzi pubblici che portano alle manifestazioni il green pass non serve più.
Le Erre Esse U.
Che mondo: anche i sepolcri sono stati verniciati di rosso.
Belli ciao che lavorano di sabato pomeriggio, ché è un prefestivo.
 

lunedì 27 febbraio 2023

Elly chi?

Ieri sera, mentre guardavo Giovannona coscialunga, un’amica cosmopolita mi ha scritto un messaggio per dirmi «sai che io questa Elly non l'avevo mai sentita prima di oggi?».
E io, mentre pensavo a chi questa Elly potesse essere (una poetessa americana?, una fotoreporter?, un gatto?, un cane?, un elefante?), il film scorreva scoppiettante e, nel momento in cui Pippo Franco e l'impiegata dell'agenzia sono davanti all'edicola dell'aeroporto per accogliere colei che si pensava potesse essere la donna adatta alla seduzione di un onorevole irreprensibile (la ricerca di tale seduttrice era stata effettuata dall'agenzia mediante potenti calcolatori elettronici), vi è un inciso di due donne che, comprando un giornale, una domanda all'altra:

- Ma tu, quando fai l'amore, parli con tuo marito?
- Be’, se mi telefona. 


Dopodiché, da Brescia, arriva il soggetto selezionato dal calcolatore [«un cervello elettronico co li cojoni de ricotta»):


Pippo Franco, deluso, prende la sua Fiat 500 targata Roma E45618 e si reca sulla Salaria per continuare la ricerca.

domenica 19 febbraio 2023

Pensiero stupendo

Velocemente, un pensiero stupendo. Se (se!) il crescente numero di astenuti alle ultime elezioni significasse che veramente (veramente!) ogni individuo non è più disposto a delegare un altro perché non crede più nel principio "democratico" della rappresentanza, allora si potrebbe trattare di bisogno d'amore. Meglio non dire.


lunedì 13 febbraio 2023

Che cos'è la guerra

I. Che cos'è la guerra?

1. Introduzione

Ci proponiamo di esaminare dapprima i singoli elementi che costituiscono il nostro soggetto di studio, poi le singole parti del medesimo, infine il tutto nella sua intima connessione: procedendo, cioè, dal semplice al complesso.

È tuttavia necessario, in questo studio più che in qualunque altro, cominciare con un colpo d'occhio d'insieme, poiché la natura del soggetto esige in questo caso, più che in ogni altro, di tener conto contemporaneamente sia delle parti, sia del complesso.

2. Definizione

Non daremo della guerra una grave definizione scientifica; ci atterremo alla sua forma elementare: il combattimento singolare, il duello.

La guerra non è che un duello su vasta scala. La moltitudine di duelli particolari di cui si compone, considerata nel suo insieme, può rappresentarsi con l'azione di due lottatori. Ciascuno di essi vuole, a mezzo della propria forza fisica, costringere l'avversario a piegarsi alla propria volontà; suo scopo immediato è di abbatterlo e, con ciò, rendergli impossibile ogni ulteriore resistenza.

La guerra è dunque un atto di forza che ha per scopo di costringere l'avversario a sottomettersi alla nostra volontà. La forza si arma delle invenzioni delle arti e delle scienze per misurarsi contro la forza. Essa è accompagnata da restrizioni insignificanti, che meritano appena di essere menzionate, alle quali si dà il nome di diritto delle genti, ma che non hanno capacità di affievolirne essenzialmente l'energia. La forza intesa nel suo senso fisico (poiché all'infuori dell'idea di Stato e di Legge non vi è forza morale) costituisce dunque il mezzo; lo scopo è di imporre la nostra volontà al nemico.

Per raggiungere con sicurezza tale scopo occorre che il nemico sia posto nella impossibilità di difendersi; e questo è, per definizione, il vero obbiettivo dell'atto di guerra; esso rappresenta lo scopo, e lo respinge, in certo qual modo, come alcunché di non appartenente alla guerra propriamente detta.

3. Impiego assoluto della forza

Gli spiriti umanitari potrebbero immaginare che esistano metodi tecnici per disarmare o abbattere l'avversario senza infliggergli troppe ferite e che sia questa la finalità autentica dell'arte militare. Per quanto seducente ne sia l'apparenza, occorre distruggere tale errore poiché, in questioni così pericolose come la guerra, sono appunto gli errori risultanti da bontà d'animo quelli maggiormente perniciosi. Poiché l'impiego della forza fisica in tutta la sua portata non esclude affatto la cooperazione dell’intelligenza, colui che impiega tale forza senza restrizione, senza risparmio di sangue, acquista il sopravvento sopra un avversario che non faccia altrettanto e gli detta in conseguenza la propria legge; ed entrambi i princìpi di azione tendono così verso l'assoluto, senza trovare altri limiti che nei contrappesi insiti in essi.

È così che la questione dev'essere considerata: e rappresenta uno sforzo non solo vano, ma illogico, il lasciare da parte l'elemento forza per avversione ad esso.

Se le guerre fra nazioni civili sono meno crudeli e devastatrici di quelle fra i selvaggi, ciò deriva dalle individue condizioni sociali degli Stati e da quelle degli Stati considerati nei reciproci rapporti. La guerra nasce da queste condizioni e da questi rapporti sociali che la determinano, la limitano, la moderano; ma tali modificazioni non sono inerenti alla guerra, costituiscono solo elementi contingenti: mai si potrà introdurre un principio moderatore nell'essenza stessa della guerra, senza commettere una vera assurdità.

La lotta fra gli uomini si fonda su due differenti elementi; il sentimento ostile e l'intenzione ostile. Nella nostra definizione della guerra ci siamo basati sul secondo perché più generale; non possiamo infatti pensare all'odio, anche il più selvaggio, quello che si avvicina all'istinto, separandolo dall'intenzione ostile, mentre esistono spesso intenzioni ostili non accompagnate, o almeno non essenzialmente accompagnate, da inimicizia preconcetta. Presso i popoli barbari predominano i progetti basati sull'istinto, presso quelli civili, per contro, i progetti basati sulla riflessione; ma questa differenza non deriva dalla natura intima della barbarie o della civiltà, bensì dalle circostanze, dalle istituzioni, eccetera, che l'accompagnano. Non esiste necessariamente in ogni singolo caso, ma la si riscontra nel maggior numero dei casi. In una parola, le più violente passioni possono accendersi anche fra i popoli più civili. Si vede quindi come sia lungi dal vero il figurarsi la guerra fra Stati civili come un semplice e razionale atto di governo, e il considerarla come avulsa da ogni passione, sì che, in definitiva, non abbia bisogno dell'azione fisica delle masse di combattenti, e possa far calcolo soltanto sui loro rapporti astratti, sì da ridurre la guerra ad una specie di operazione algebrica.

La teoria cominciava però ad incamminarsi su questa strada, quando i fenomeni delle recenti guerre rettificarono le idee. La guerra, essendo atto di violenza, ha necessarie attinenze col sentimento; se essa non ne trae origine, vi farà capo tuttavia più o meno, a seconda non del grado di civiltà, ma della grandezza e durata degli interessi in conflitto.

È chiaro che se i popoli civili non uccidono i prigionieri, non distruggono città e villaggi, ciò deriva dal fatto che l’intelligenza ha in essi parte maggiore nella condotta della guerra ed ha loro rivelato l'esistenza dì mezzi d'impiego della forza più efficaci di quelli derivanti dalle manifestazioni brutalità dell'istinto.

L’invenzione della polvere, il perfezionamento costante delle armi da fuoco dimostrano già sufficientemente che la tendenza alla distruzione dell'avversario, insita nel concetto della guerra, non è stata in realtà stornata, o alterata, dal progresso civile.

Confermiamo dunque: “La guerra è un atto di forza, all'impiego della quale non esistono limiti: i belligeranti si impongono legge manualmente; ne risulta un'azione reciproca che logicamente deve condurre all'estremo”. Ecco dunque un primo rapporto di azione reciproca e un primo criterio illimitato, cui l'analisi ci conduce.

sabato 28 gennaio 2023

Forse un giorno meglio mi spiegherò

Poi un giorno, se avrò le idee più chiare, tenterò di spiegare meglio. Epperò questa ‘impressione’ generale, relativamente ai tempi ultimi che ci è dato vivere, sento di esprimerla lo stesso, ossia che, seppure tutto il marciume, che infogna Europa nel massacro ucragno, è determinato dalle dinamiche che mòvono il soggetto automatico de il Capitale; e che la guerra è, tra le forze del disvalore, quella più atta e potente a far girare le pale delle macine ferrate della produzione; e che gli Stati, vie più quelli che hanno scritto sulla carta che ripudiano la guera (stocazzo ripudiano, vero Sergiño?), servono più volentieri Mammona che le vagonate di identificati all’anagrafe delle nascite come sovrani (stocazzo sovrani, vero Mattarellino bis?), nonostante tutto questo sia imprescindibile, io - altresì - percepisco che, oltre a tutto questo, ci sia qualcos’altro, qualche altra determinazione che materiale non è, qualcosa che ha a che vedere con certe questioni apocalittiche, apparentemente misteriose, riconducibili al fatto che siamo arrivati a un punto tale dell’evoluzione umana in cui a noi umani si offrono due opzioni: o ritornare schiavi e privarci della nostra individualità - e quelli che comandano la giostra aspirano chiaramente a questo - oppure avviarci, pur a prezzo di tanta fatica, lotta e resistenza (dacché le cose sono tutt'altro che semplici), a diventare quello che si è in potenza, individui in grado di pensare, di esercitare il pensiero autonomo, di sperimentare tutti i giorni la libertà di non credere a una parola di quello che dicono le Autorità e i loro menestrelli e immaginare un nuovo modo di organizzare la società. Come? Forse un giorno meglio mi spiegherò.






venerdì 20 gennaio 2023

Le origini orwelliane

Se non ricordo male, anni fa, più o meno quando Ratzinger divenne Benedetto XVI, in Italia e in Europa si discuteva animatamente se riconoscere o meno le origini cristiane a fondamento dell'Unione europea.
Peccato che poi siano stati scelti altri pilastri.





giovedì 19 gennaio 2023

Meschina senza denaro


Sono successe cose, accadono cose, accadranno, con varie modalità. Io sono straconvinto, comunque, che la maggioranza degli italiani, in quel momento, era tutta dalla parte della polizia municipale di Firenze. Di più: sono convinto che una buona parte del popolo (soprattutto quello internettiano e televisivo) avrebbe bruciato la signora in piazza Signoria, come fu bruciato fra Girolamo.

Perché tutte le cose fasciste che sono accadute dal 2020 sotto i governi Conte prima e Draghi poi sono state possibili perché - guidato dalla politica (e dai sindacati), sobillato dai media e da paure infondate - il popolo lo ha voluto. Il popolo era con loro. 

sabato 14 gennaio 2023

Trippe per matti

 Stamani, al supermercato, mi è caduto l'occhio sulla


Quand’è che l’ho mangiata l’ultima volta? No, non questa in scatola: quella vera. Anni fa, forse quindici, in una trattoria d’Arezzo, in piazza Porta Crucifera, da Graziella, un giovedì a pranzo (ricordo che la facevano quel giorno). Era la trattoria dove andavo più spesso da studente e quando, dopo gli studi e prima di fare l’insegnante, lavorai come corriere espresso tra le province aretine e fiorentine.

Mia mamma la faceva il sabato, a pranzo, la trippa alla fiorentina, ma non sempre, forse una volta al mese, non di più. Ricordo che andava a comprarla da Finetto, il macellaio sotto casa, colui che teneva l’enorme carcassa scuoiata del bovino appesa al soffitto a una carrucola mobile, che manovrava con delle catene dagli anelli enormi, e io che, bambino, ci infilavo pure dentro la carcassa, a contare le costole chiazzate di sangue raffermo del bovino appeso a testa (mozzata) in giù. 

La trippa, bianca come la lana di pecora, Finetto la teneva immersa in acqua dentro una bacinella azzurra, credo perché diventasse più morbida e perdesse il sapore d’interiora... E poi, quando un cliente la chiedeva, la estraeva e la tagliava con un paio di forbici alla misura richiesta.

Sì, la mangiavo, ma il pensiero che fosse trippa (le frattaglie, in generale, il lampredotto ancor di più) mi faceva un po’ impressione, non certo perché mi facessi all’epoca  delle ubbie etiche... La questione del vegetarianismo l’ho affrontata, di riflesso, più tardi, in particolare leggendo Ceronetti, anche se non sono mai riuscito a diventare vegetariano. Di carne ne ho mangiata sempre poca (pesce, mi si perdoni: quasi mai). Ora è qualche mese che non la mangio e non ne sento la mancanza. Mi dispiace per il simpatico macellaio del paese (non più Finetto), il quale so che alleva con cura gli animali che poi macella, ma in questo momento non riesco più a comprare e cucinare carne. 

E riguardo alla questione del mangiare insetti? Dipende da quali hanno la trippa.  

giovedì 12 gennaio 2023

A Ombrello

Anche se poche, chi sono le persone in Italia che conoscono, nel dettaglio, gli accordi segreti che hanno una elevata classifica di segretezza e non possono essere declassificati unilateralmente?

Mettiamo siano cinque, o cinquanta. Tra di sé, costoro possono parlare confidenzialmente di tali segreti? O, peggio, a nessuno è scappato di rivelarne anche mezzo a qualcheduno che poi, anche come diceria, è stato divulgato per il volgo?

Infine: tali segreti, hanno o no una scadenza? Saranno essi più longevi della stessa repubblica ‘democratica’, nel senso che, per svelarli completamente, dovrà tornare la monarchia?

Infine una domanda al Presidente: quanto fa sette per due?

domenica 8 gennaio 2023

Ancora sulla Madama

Non per insistere, ma secondo me la cantante che ha detto una bugia sull’essersi fatta il vaccino anti-coso e invece non era vero, anziché denigrarla, dovremmo ringraziarla, perché è la prova arcicomprovata che - da un punto di vista epidemio-logico (ho messo il trattino apposta, per insistere sulla ‘logica’) - essersi o non essersi vaccinati contro il coso è la stessa cosa. Infatti, non solo (se ho inteso bene) lei non si è contagiata o, peggio, ammalata di coso; di più: lei avrà sicuramente vissuto in contesti dov’era richiesta la tessera verde (e le carte false gliela elargivano pure senza tampax) e non ha “unto” nessuno, pur cantando - si presume - senza mascherina, ad ugola aperta, oilì oilà.

sabato 7 gennaio 2023

Ma mi faccia il piacere

Il mondo è bello perché è vario.

Ho sentito che c'è una cantante che, siccome è stata scoperta di aver detto una bugia (aveva trovato un medico che aveva certificato di averle fatto il v. anti qualcosa ed è stato scoperto l'intrallazzo), per non subire la gogna mediatica, anziché piangere come Soumahoro, o sparire come Panzeri, si è dichiarata pubblicamente pentita e ha promesso di farsi tutte le dosi necessarie per mettersi in pari con la scienza e il segreto militar.

Finché si sceglie liberamente (?), ognuno faccia quel che vuole. Io, più passa il tempo, e visto l'uso politico delle vaccinazioni, se potessi mi svaccinerei di tutti i pregressi, persino di quello contro il vaiolo, anche se il bollo nel bicipite quasi non si vede più.

Rispondere è cortesia

 Visti i tempi che corrono, ho comprato una camicia nera. In realtà, nell'armadio, ho anche una camicia bianca, un'azzurra, una camicia rossa (che mettevo, per essere bischero, tutti i 17 marzo; quest'anno l'ho messa il 24 dicembre) e una verde lega nell'armadio, non si sa mai. Gialla, no (ho un gilet). Arancione, figuriamoci.
Ora, non avrei certo raccontato niente di questa compravendita, in quanto - chiedo venia - ho acquistato la camicia da amazzone; senonché, ieri l'altro, via mail, ho ricevuto una domanda e, dato che rispondere è cortesia...


lunedì 2 gennaio 2023

Pensiamoci

Avevo intenzione di non prestarvi attenzione, ma poi, sulla scorta di un post di Olympe de Gouges...

 «Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti.»
Questo è uno stralcio di uno dei peggiori discorsi presidenziali di fine d'anno della storia repubblicana. Neanche dopo le dichiarazioni della Merkel e di Hollande, i quali hanno rivelato che gli accordi di Minsk erano solo un bluff e che servivano a prendere tempo per armare l'Ucraina in funzione anti-russa, Mattarella ha avuto un'esitazione a dire le cose sopradette... Anzi, più avanti fa di peggio:
«Di questi ulteriori gravi danni, la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili.»
E questo facendo finta di niente sulle aggressioni USA e NATO in: Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria... tutte aggressioni (tranne la Siria) che hanno avuto successo per cambiare regime e imporre il diktat a stelle e strisce...
La Russia non ha aggredito l'Ucraina. L'operazione militare (di guerra) nel peggiore dei casi ha una valenza imperiale analogamente a una di quelle scatenate dagli USA e NATO; nel migliore (ed è quello che penso) ha il pregio di difendere popolazioni russe del Donbass aggredite e bombardate dal governo azoviano e filoamericano d'Ucraina.