mercoledì 26 novembre 2008

La coquetterie



La civetta la sa più lunga di Freud sul desiderio. Non ignora che il desiderio attira il desiderio. Per farsi desiderare, dunque, bisogna convincere gli altri che ci si desidera da sé (...)
La civetta cerca di farsi desiderare, perché ha bisogno di questi desideri maschili, rivolti a lei, per alimentare la sua stessa civetteria*, per comportarsi da civetta. Non ha, in altri termini, maggiore autosufficienza dell'uomo che la desidera, ma il successo della sua strategia le consente di sostenere l'apparenza, offrendo anche a lei un desiderio che può copiare. Il desiderio che le è rivolto è per lei prezioso, perché fornisce l'alimento necessario a un'autosufficienza che verrebbe meno se fosse totalmente privata dell'ammirazione. Come, insomma, l'ammiratore preso nella trappola della civetteria imita il desiderio che egli crede realmente narcisistico, così la fiamma della civetteria, per poter splendere, ha bisogno del combustibile fornitole dai desideri dell'Altro. La civetta è tanto più eccitante, e tanto più forte è la sua seduzione mimetica quanto più numerosi sono i desideri che attira.

René Girard, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, Adelphi, Milano, 1983.

*Questo discorso vale oggi anche per gli uomini

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