venerdì 21 novembre 2008

Rivoglio la DC



Ho un certo rimpianto della Democrazia Cristiana. A scanso di equivoci: ho detestato, grazie anche a una certa tradizione familiare, la DC con tutto me stesso. Ma almeno quando c'era la DC il Vaticano stava rintanato nella sua Cittadella e non si permetteva questa continua intrusione politica. E questo avveniva proprio perché c'era la Democrazia Cristiana. Con la Dc al potere abbiamo avuto le leggi sull'interruzione volontaria della gravidanza e sul divorzio. Per carità, essa era contraria a tali applicazioni legislative, tuttavia non permise al Vaticano (e se sbaglio qualcuno mi corregga) alcuna intromissione negli affari interni dello Stato laico italiano.
Un mio amico pensava che, dopo lo scompiglio di Mani Pulite, i vecchi democristiani avrebbero "rifatto" la palla, ovvero la Balena bianca e sarebbero ritornati al potere con gli stessi criteri e metodi. Non è stato così e, credo, non sarà così. Questo perché l'avvento di Berlusconi e il bipolarismo hanno giocato un ruolo altamente favorevole all'intervento della Chiesa negli affari politici del nostro paese.
Infatti si è dimostrato che, chiunque sia al comando, la Chiesa ha il suo rilevantissimo potere d'intervento nel determinare i programmi politici e le sorti del governo.
Nessun governo italiano, sia esso di centrosinistra o di centrodestra, può permettersi di essere totalmente indipendente dall'influenza Vaticana. Il nostro Stato è uno stato satellite del Vaticano, un po' come ai tempi dell'U.R.S.S. le varie repubbliche sovietiche erano dipendenti da Mosca.
In Italia è impossibile immaginare un governo alla Zapatero; ma è altrettanto impossibile immaginare un governo alla Margeret Thatcher (vedi l'anticipazione malviniana).

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