domenica 14 dicembre 2008

Scene da un matrimonio



Scorro strade di rimando e nutro asfalti con viscere di rospi in pensione; e tengo alta la tensione che mi scorre lungo i fili dell'alta elettricità. Vo a quindicimila come i baci che ti detti, con quella soddisfazione ubriaca d'un sentimento che ora non c'è (e se c'è non corrisponde al vero). Eppure fatico ad aggrapparmi a quei baci e a quegli abbracci che ti detti un tempo, visto che ora tu sei qui presente e non permetti la presenza più forte del ricordo. Perché è il ricordo che ti vuole e non questa presente sciatteria che ci conduce a una vita anonima di sentimenti e di emozioni che cerchiamo sempre altrove. Tu sei qui e non sei ciò che vorrei tu fossi. Non sei il pensiero forte che fosti e non sei le lacrime dei miei futuri desideri. Tu sei qui e io ti sono a fianco e insieme siamo il nostro fastidio.
Occorre un immane sforzo di fantasia per riproporci come non siamo e come vorremmo che fossimo. Siamo qui intrappolati l'uno sull'altro e non ci diciamo amore proprio per il fatto che l'amore è un'altra cosa, è un altro buongiorno, un'altra rivelazione. Siamo qui perché siamo buoni e non vogliamo che i nostri gesti feriscano qualcosa la cui carne ci appartiene, qualcosa che ci sta incollati alla pelle come un cerotto su una ferita, e che non osiamo strappare per non sentir troppo male. Siamo qui, sospesi, e ci tiriamo avanti: vai avanti tu, ognuno a ripetere dentro il freddo delle lenzuola. Siamo qui e ci inganniamo: giocatori sfavati che preferirebbero una volta per tutte puntare tutto e perdere (o vincere) senza più ritrovarsi tra le mani la noia di una reciproca presenza. Siamo qui, e non è più vero che si è uno per l'altro la propria meta (o metà), ma ci si tiene solo per resistere e conservare quella traccia minima di bene che ancora ci appartiene. Siamo qui perché fuori è buio e perché ciascuno è per l'altro una fredda stella che confonde la direzione del nostro cammino, come le falene sono confuse dalla luce dei lampioni. Siamo qui, e sbattiamo la testa uno sull'altro e ci troviamo addormentati, ciascuno chiuso dentro i suoi sogni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche questa mi pare una poesia riuscita.