domenica 10 marzo 2013

Bell'affare esserci, se non ci si può credere


«Che cosa faccio quando c'è un silenzio, per sottolineare un effetto oratorio, o per effetto della stanchezza, della perplessità, della costernazione, mi passo e ripasso tra le labbra la falangina dell'indice, ma è la testa che si muove, la mano si riposa, con inezie del genere crediamo di ingannare i nostri simili. Stasera è così, domani sarà diverso, forse comparirà davanti al concilio, sarà la giustizia del supremo amore, giustamente severa, ma soggetta a strane indulgenze, sarà in discussione la mia anima, preferisco, chiederanno forse pietà per la mia anima, non bisogna mancare, io non ci sarò, Dio nemmeno, non fa niente, saremo rappresentati. Sì, è certo imminente, sarà un'eternità che non sono stato dannato, sì, ma ciascun giorno ha la sua pena, stasera stendo i verbali. Stasera è sempre sera, si parla sempre della sera, anche quando è mattina, dev'essere per farmi credere che viene la notte, che reca il riposo, prima di tutto bisognerebbe che credessi di esserci, poi le berrei tutte, non ci sarebbe nessuno più credulo di me, se ci fossi. Ma io ci sono, non può essere diversamente, appunto, non è possibile, non occorre che sia possibile. Bell'affare esserci, se non ci si può credere».
Samuel Beckett, “Testi per nulla”, in Primo amore. Novelle. Testi per nulla, Einaudi, Torino 1972, traduzione di Carlo Cignetti.

Poco fa su Twitter Beppe Grillo ha scritto:


con ciò confermando l'idea che i parlamentari, anche quelli del M5S, sono dei dipendenti, sì, ma non del popolo, no, ma suoi, cioè di lui e di Gianroberto Casaleggio (dio quanto mi piace scrivere Gianroberto, a me, che ho da sempre l'abitudine di aggiungere - a voce, per celia - un doppio nome a chi ne ha solo uno). E poi che bello questo chiudere la porta alla prima consultazione possibile del popolo del web per sapere se i deputati e i senatori del M5S debbano dare la fiducia o no a un eventuale governo a guida Bersani. È bello perché - che si affretti a trovare una spiegazione o meno nel suo post di domani - nel non statuto stesso del M5S si trova scritto (via):
Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.
Sbaglierò, ma - oltre alle ragioni ucroniche e da invasati post-fascistoidi - uno dei motivi per cui i capipopolo Grillo/Caseleggio osteggiano un accordo col Pd è dovuto al fatto che essi sono consapevoli che milioni di voti al M5S provengono da elettori che, in precedenza, hanno votato convinti Berlusconi e la Lega e che, quindi, se i pentastellati votano la fiducia al governo Bersani, col cazzo che tali elettori renderanno il voto al MoVimento.
«Sia chiaro», come sovente dice Bersani conversando nei talk show: io sono dell'avviso che tutto il quadro dirigente del Pd debba in fretta dimettersi e «far girare la ruota» come dice, sempre sovente, lo stesso Bersani. Certo, mi auguro che tre, quattro cose significative possano essere legiferate prima di tornare a nuove elezioni: ma come? e soprattutto: con quale governo?

Infine, sempre poco fa, Silvio Berlusconi mi ha scritto una mail dal titolo: «Luca, sono innocente, confido nella verità»:
Luca,

sono grato al segretario del Popolo della Libertà, che ieri a nome di tutti i dirigenti del movimento ha deciso che prima della riunione dei gruppi parlamentari convocata per domani a Milano si svolgesse una manifestazione di solidarietà, di vicinanza e di affetto verso di me. Ho visto però che i soliti giornali attribuiscono a me questa iniziativa che invece é nata spontaneamente nel dialogo tra la base e i vertici del nostro Movimento.
In effetti questa mattina, mi sono state rappresentate le modalità con le quali si sarebbe svolta domani questa manifestazione a mio sostegno attraverso la partecipazione di tutti i parlamentari appena eletti alla pubblica udienza che domani mi vede interessato al tribunale di Milano, al fine di chiedere, a nome di quel terzo degli italiani che la nostra coalizione rappresenta, il trasferimento di tutti i procedimenti che mi riguardano in altra sede diversa da Milano, giudicata in base ai comportamenti di questi ultimi diciannove anni pregiudizialmente nemica di Silvio Berlusconi, come persona e come leader politico.
Apprese queste modalità ho ritenuto, pur ringraziando di cuore tutti i parlamentari per la loro dimostrazione di fiducia e di affetto, di chiedere di soprassedere a tale iniziativa per il rispetto che ho sempre portato alle istituzioni repubblicane.
Nonostante tutto, continuo ancora a confidare che la verità sia più forte di ogni pregiudizio e di ogni strumentalizzazione politica anche da parte di chi deve pronunciare una sentenza in nome del Popolo italiano in un procedimento che mi vede in base alla realtà dei fatti come incontestabilmente innocente.
Anche Berlusconi, come qualcun altro, sbaglia a fare i conti: la coalizione di cui è stato candidato premier non rappresenta un «terzo degli italiani» che hanno votato, giacché egli non tiene il conto del quarto degli italiani che non sono andati a votare. Poi, da notare come, nello stesso secondo capoverso, egli scrive di sé in prima persona («mi sono state rappresentate... a mio sostegno... alla pubblica udienza che domani mi vede... procedimenti che mi riguardano...) per poi, bruscamente, rivolgersi a se stesso con la terza, come a porsi su un piedistallo di sacralità e d'intoccabilità (la sede del Tribunale di Milano sarebbe «pregiudizialmente nemica di Silvio Berlusconi, come persona e come leader politico»).

- Scusa, ma Beckett cosa c'entra in tutto questo?
- Beckett c'entra sempre quando la situazione diventa assurdamente catastrofica.



Carlo Cecchi for President

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