sabato 30 marzo 2013

Ottimizzare i margini del profitto

Quel che scrive Fabristol sui venti di guerra tra le due Coree non piacerà a molti, ma io non sono “molti” e quindi lo segnalo volentieri perché coglie con estrema chiarezza il punto della situazione. 
Gli americani giocano (si fa per dire) per il sistema che non sopporta la stasi, che ama l'escalation, la fibrillazione - e le varie supposte armate ogni tanto vanno esplose, anche per gioco, appunto, sennò si arrugginiscono. 

A margine - macché a margine: in tema, colgo l'occasione di segnalare altresì un servizio di Euronews di qualche giorno fa, nel quale viene descritta la situazione di un'attività industriale (non è specificato di che tipo di produzione) frutto di una joint-venture tra le due Coree, situata nel territorio di quella del Nord, ma nella quale lavora anche un cospicuo numero di sudcoreani.


In particolare, prego di far attenzione al seguente passaggio:

Una prospettiva che sembra però scoraggiata da numeri: impiegati circa 50.000 nord-coreani, Kaesong è ormai tra le rare “casseforti industriali”, ancora capaci di pompare nel Paese dollari americani, per di più nell’ordine del miliardo e mezzo all’anno. Oggi cruciale per l’affaticata economia del Nord, il distretto della “cooperazione forzata”, si ispira al principio squisitamente capitalistico di ottimizzare i margini di profitto, offerti dal basso costo della manodopera locale. Una fessura appena nella corazza ideologica di Pyongyang, a cui la sirena di dollari ed emancipazione economica dalla Cina, difficilmente consentiranno però di chiudersi.
Infine, sempre da Euronews, vengo a sapere che anche in Russia, vicino al Mar Nero, si svolgono delle simpatiche esercitazioni. Da decrescita infelice.

2 commenti:

fabristol ha detto...

Notare come anche le esercitazioni russe sono arrivate in tutta risposta al dispiegamenteo di forze congiunte americane e georgiane. Non ho grande simpatia né per i russi né per i nordcoreani ma se li stuzzichi loro cosa possono fare?

Luca Massaro ha detto...

Già, non sia mai che indirizzino i soldi statali per migliorare le condizioni di vita della popolazione.