lunedì 3 marzo 2014

Dai pronomi relativi, la salvezza

Torno ora da Hollywood, nessun party.
Devo rivedere alcuni meccanismi che mi portano a postare apposta, scusate, non l'ho faccio fatto apposta, il caso, la circostanza, la combinazione preferirei fossero questi i miei alibi.
Via, uscire di qui, via, aria. Sono scappato da una specie di dovere, cioè: l'ho lasciato a mezzo, e si sa a mezzo non è buona neanche la messa (però che bello lasciare il prete a mezzo predica e perdere il Credo in un solo che, è minuscolo, l'avete notato, il pronome relativo).
Ha vinto la Grande Bellezza, bene (ancora non l'ho visto, che vergogna, mi rincresce tanto sia stato prodotto da quella che fu chiamata, da un noto comunista (!) un patrimonio [culturale?] per il Paese). A proposito: spero fortemente, anzi: senz'altro sarà così, che il film di Sorrentino riscatterà gli ultimi due oscar vinti da film italiani, mi riferisco a Nuovo Cinema Paradiso e a La vita è bella, due film che (sto abusando coi pronomi).

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