domenica 30 marzo 2014

L'uccello

RiccoESpietato (la e commerciale mi provoca dei casini col linguaggio html), in delle annotazioni di ampio respiro metaletterario ove addirittura mi linka (e io lo rilinko per iniziare una sorta di partita a ping-pong di due, tre, quattro scambi e poi palla in rete o fuori tavolo), parla di alcune cose che mi hanno fatto chiedere:
È più facile scrivere-pubblicare un libro e diventare famosi o diventare famosi e scrivere-pubblicare un libro?
La seconda che hai detto.
Bravo.
Grazie.

Comunque l'editoria coltiva ancora proficuamente l'idea dello scrittore famoso che una tantum pubblica il libro dell'anno, del lustro, del decennio, del secolo.
Voce fuori campo:
Ho visto più navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, che capolavori pubblicati negli ultimi trent'anni.
Abbiamo avuto il romanziere srilankese, il saggista dell'Alaska, il poeta anglo-argentino delle Falkland-Malvinas che in un alessandrino ha celebrato «il culo di burro della donna di ferro».

Fa' il serio.
Dove?
A Orio al Serio

Il problema della selezione delle opere pubblicate verte principalmente sull'assenza di una vera critica che stabilisca i canoni del pubblicabile aldilà del marketing.
Oggidì, se non raramente, i libri non sono più recensiti, bensì annunciati, come tutto il resto delle merci in fondo, per esempio le auto che si portano al salone e si premiano; infatti, tutti gli anni viene eletta un'auto dell'anno. Bene, lo sapete che anche la Fiat Ritmo e la Fiat Bravo sono state auto dell'anno? 

Questo è un altro paio di maniche.
Cambia paio.
Mutande?

C'è uno scrittore, Donna Tartt - che sarebbe una scrittrice, ma volgere al femminile tal professione pare, per i più, uno sminuire - che ha pubblicato un libro capolavoro (mai un manolavoro, un piedelavoro, un culolavoro, eccetera), intitolato Il cardellino.
Addolorato?
Quello era Il cardillo, citrullo.
Allora se per questo Il mare non bagna Napoli.
Mangia la tartina.
O leggilo e falla finita di criticare i mattoni prima di averli letti.
Sì, ma il titolo contiene tutta una serie di significati: per esempio, a me stimola il titolo a un prossimo mio romanzo nel cassetto.
Quale?
...
Ce l'hai nel cassetto?
Mutatis mutandis.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

la letteratura, il libro, è solo una merce
ieri ho dato un'occhiata per una mezz'oretta a un romanzo (il cardellino) dove in ottocento pagine non c'è dentro nulla. non mancano solo le idee ma anche lo stile. è tutto così