giovedì 27 novembre 2014

Faccio protetto

Ultimamente sono poco avvezzo alle narrazioni perché non voglio fare tante storie, il mondo è pieno di vita, contiamoci, da paura. Allora conto sino a uno, vado davanti allo specchio, mi spunto i baffi con le forbicine, vedo cadere i peli tagliati sul lavandino. E conto finché non arrivo a dodici, quindi apro l'acqua del rubinetto e li vedo scorrere via, i peli, presi dentro il mulinello. Fasi queste della vita in cui di solito allo scrittore (alla scrittrice serve un altro tipo di taglio, fossero pure i baffi, ma non con le forbici suvvia) vengono in mente i personaggi protagonisti di una storia. Solo i personaggi, però, della storia nessuna traccia. Questa storia che non si vuol far tracciare neanche fosse da meno di un bovino allevato in Francia e macellato in Italia. Quanti bovi francesi vengono uccisi in Italia ogni giorno? Un'ecatombe. Triste storia che sarebbe ipocrita raccontare da chi va tranquillamente al banco macelleria a comprare cimalino, lucertolo, rosetta e via discorrendo. Domani faccio il brodo, va. Come fosse un riassunto.
A ogni storia che sta per emergere è bene praticare un'interruzione volontaria. Avete niente da obiettare medici e parafarmacisti cattolici? Ora che la Coop fa una linea di preservativi a marchio, potrò finalmente masturbarmi senza usare il guanto di cellophane adibito a prendere zucchine, carote, cetrioli. Oh, quanto sono allusivo, oh quanto erotismo c'è nel fare la spesa e nel vedere signore quotidiane con un certo portamento soppesare le suddette verdure indossando il guanto. Per igiene.

E vabbè, potevo fare anche a meno di questo post se avessi potuto farne a meno. Per mio disdoro non mi autocensuro. Colpa dell'io narrante?

2 commenti:

giovanni ha detto...

Ti confondi, quelli là a marchio coop sono cappellini.
Vabbè non ho resistito.

Luca Massaro ha detto...

Non si può resistere, Giovanni, non si può.