domenica 2 novembre 2014

Il fine supremo del regno

MARCHESE Osservate attorno a voi dispiegarsi meravigliosa la Natura! Si fonda sulla libertà, e la libertà contribuisce alla sua ricchezza! Il Creatore scaglia il verme dentro la goccia d'acqua e lascia che l'arbitrio regni indisturbato nei regni estinti della putrefazione... Com'è piccola e misera, in paragone, la vostra creazione! Lo stormire di una foglia turba il Signore della Cristianità... Voi dovete tremare di fronte a qualsiasi virtù! Egli, per non sconvolgere l'incantevole apparizione della libertà, sceglie che il male con tutto ciò che di orribile si trascina dietro si scateni nell'universo da lui creato, egli ha deciso di non mostrarsi e il Creatore si nasconde sotto il velo immutabile delle leggi di natura. L'ateo ha il potere di scorgerle, e non Lui. «A cosa serve un Dio?», si domanda, «il mondo basta a se stesso». Mentre invece nulla quanto l'isolata imprecazione dell'ateo, nessuna profonda orazione lo onora più di questo dubbio.
RE E voi vorreste riproporre questo divino modello tra i poveri sudditi dei miei Stati?
MARCHESE Voi siete in grado di farlo. Chi, se non voi? Dedicate solennemente alla felicità dei popoli quel potere regale che finora ha servito solo gli interessi del trono! Ripristinate la nobiltà umana che è andata perduta! Il suddito torni ad essere il fine supremo del regno, com'era stato in passato! E nessun dovere limiti il suo raggio d'azione, tranne i reciproci doveri dei suoi fratelli! Solo quando l'uomo, restituito alla sua naturale dignità, recupera la coscienza del proprio valore, solo quando tornano a fiorire le alte e nobili virtù della libertà, solo allora, Sire, quando avrete tramutato la Spagna nel regno più felice del mondo, allora dominare il mondo diverrà il vostro unico compito!


Johann Christoph Friedrich Schiller, Don Carlos

Fino a un dato momento ho creduto che le moderne democrazie avessero teoricamente il potere di dedicarsi, solennemente, alla felicità dei popoli. Poi ho capito che non è così, che la sovranità popolare espressa eleggendo i rappresentanti attraverso il voto non farà mai tornare il suddito a essere il fine supremo del regno.
Soprattutto oggi, che la distanza della rappresentanza degli eletti dal popolo elettore ha raggiunto livelli siderali. E a ciò va aggiunta l'ulteriore cessione di sovranità che gli stessi governanti attuano nei confronti di organismi istituzionali sovranazionali, i quali, in fin dei conti, non hanno alcun referente con la base sulla quale poggia tutta la finzione. E chiunque sia il marchese che cerchi di persuadere il re di turno (democraticamente eletto) a riorientare l'azione politica verso il suddito (fine supremo del regno), lo fa soltanto per consolidare il potere di chi è al potere, nient'altro.

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