domenica 23 novembre 2014

Mungere narrazioni

Alcuni comuni (Pistoia, per prima, l'ha già fatto) vogliono vendere le quote azionarie della Mukki Latte di Firenze (Centrale del Latte di varie province toscane); per questo sorge la preoccupazione che la società a partecipazione pubblica finisca in mani private, sia per il mantenimento degli attuali standar occupazionali, sia per quelli produttivi. Esempio: i produttori del Mugello son preoccupati perché Mukki sostiene e promuove la linea apposita di Latte del Mugello ad Alta qualità, che ha un costo maggiore rispetto al normale latte Alta qualità toscano (giacché quasi tutto il latte fresco di Mukki è toscano), linea produttiva fortemente a rischio qualora subentrassero altri azionisti privati, poco disposti a rinunciare a certi margini di profitto.

E vabbè. Una storia economica come un'altra. Perché ne parlo? Perché su Repubblica di Firenze di oggi è stato chiesto un parere. Questo


È indubbio che Farinetti sia un commerciante (imprenditore?) di successo. Ma credo che il suo marketing si rivolga a un particolare tipo di clientela, non certo a quella che, più o meno quotidianamente, fa la spesa nei supermercati per mere ragioni di sussistenza.
Cazzo gli vuoi raccontare, dunque, a uno che compra un litro di latte fresco al giorno?[*] Che sia italiano? Ok. Che sia della regione? Bene. Che sia di buona (alta) qualità come riporta l'etichetta? Benissimo. Addirittura che sia biologico? Ottimo.

E poi? Che deve fare la Mukki? Chiedere la consulenza a Baricco? Oppure, per restare in campo regionale, a Silvia Avallone o a Sandro Veronesi?

«La mucca Valentina aveva oggi delle poppe più sexy di quelle della Nappi. E che latte. Mi ci sono imbrodolato tutto. Persino un clistere mi ci sono fatto. Poi l'ho imbottigliato, il latte.» Anonimo Toscano.

Secondo me, Mukki Latte, oltre al rischio di finire in mani private, le quali, libere d'agire, si fotterebbero dei pastori mugellani, corre un altro rischio più concreto, il seguente.

Il fatto che Unicoop Firenze, da alcune settimane, ha dato il via a un ribasso generale di più di mille prodotti a marchio Coop, tra i quali il latte. Un litro di Alta Qualità fresco Coop made in Italy costa 0,99€, e un litro di latte fresco biologico 1,19€. Se non ricordo male il Mukki stesso standard fatto in Toscana 1,60€. Fatto in Mugello 1,68. Biologico 1,77€ (correggetemi se sbaglio). Moltiplicate per cento e vedrete cosa faranno i toscani che vanno a fare la spesa all'Unicoop, cioè a dire: da quali altre narrazioni si faranno incantare.

[*] A parte che vedo spesso gente comprare sovente latte UHT primo prezzo di dubbia provenienza, ma lasciamo stare.



5 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

ovviamente hai ragione.
moneta cattiva scaccia quella buona, vale anche per il latte.

Marino Voglio ha detto...

...visto che l'argomento "latte" mi trova ASSOLUTAMENTE INDIFFERENTE*, oso mettere bocca:
se siamo così stupidi da non capire che anche il nostro lavoro, qualunque esso sia, può essere fatto magari peggio ma per meno da qualcun altro, e non solo il lavoro altrui, la schiavitù è quello che ci meritiamo.
"chi se fa pecora, er lupo se lo magna".

* - rutelli privatizza 'a centrale der latte
- sticazzi. manco fosse 'a centrale der vino
(dialogo fra un comunista e un futuro ex tale, anni '90, roma)

giovanni ha detto...

Il problema è che il prodotto-servizio delle municipalizzate lo paghiamo non solo con il prezzo d'acquisto.

Luca Massaro ha detto...

Vero, Giovanni, ma perché, in caso di privatizzazione, in quanto facciamo parte della "public company" non ne traiamo "noi", cittadini del comune azionista, beneficio?

giovanni ha detto...

Perché le privatizzazioni sono un modo per appropriarsi di ciò che già si gestiva a danno dei cittadini.
Per coerenza, poi, le privatizzazioni made in Italy sono sempre parziali, il pubblico conserva una quota in modo da continuare a far pagare il passivo ai cittadini.