sabato 8 novembre 2014

Narrate uomini la vostra storia

Stasera vorrei raccontare una storia, ma mi manca la storia, mi mancano i personaggi, il contesto, il pretesto. Tengo tra le mani soltanto il filo del discorso, che svolgo ed avvolgo, sgomitolo e raggomitolo... Sarebbe meglio sapessi usare i ferri da maglia, come sapevano fare le nonne, le zie... 

Ero piccolo, girellavo in ginocchioni intorno a loro, strappavo il filo, ridevano e mi dicevano vai, Luca, vai in piazza a giocare. 
La piazza d'autunno di foglie di tiglio piena e lo scampolo di selciato sufficiente per tirare calci a un pallone arancione con le righe nere, che gol realizzavamo contro le saracinesche della casa di riposo, che tonfi, arrivava la guardia comunale per prenderci il pallone, ma noi scappavamo, scappavamo appena in tempo. Noi, intendo, quelli più o meno coetanei, ragazzetti che andavano alle elementari, sarà stato un giorno di novembre come oggi; e come secondo ricordo, riappaiono le prime sigarette fumate, che schifo, roba da grandi, le Kent, le Astor, amare come il fiele, roba aristocratica, ma erano così belli quei pacchetti sì diversi dalle Nazionali o dalle Esportazioni con o senza filtro che fumavano i nostri genitori proletari. Mille lire io le rubai a mia nonna, che se ne accorse e lo disse ai miei, e i miei che mi chiesero perché avessi rubato quei soldi alla nonna, io risposi per le figurine, anche se le figurine ancora non erano arrivate dal tabaccaio, fecero finta di niente ma mi dissero di non farlo più. Per contro, il fratello più grande di uno di noi, che seppe la cosa, voleva fare il giudice severo, punirci e, dato che faceva il secondo dell'allenatore di calcio, agli allenamenti ci disse a noi fumatori in erba ma non d'erba, che meritavamo uno schiaffo, ci mettessimo in fila ordinati per prenderlo, a iniziare da suo fratello che se lo prese per primo... e per ultimo, fummo abbastanza pronti per mandarlo affanculo lui, il prepotente, e il suo fascismo in erba.
E la storia minima era questa, uscita da chi sa quali recessi di una memoria che, in questi casi, rassomiglio al magma che cova e ribolle sotterra, pronto a trovare orifizi per uscire in superficie. 

A proposito di orifizi... ma questa è un'altra storia.

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