martedì 3 febbraio 2015

Dal diario del 2 febbraio

... così hai fatto tardi a parlare di complicanze amministrative senza senso, svilenti, illogiche, chiaramente entropiche. Finalmente hai preso coraggio e ti sei alzato dalla sala, pur costringendoti a passare davanti allo schermo che proiettava l'immagine di una cartografia cittadina.
In un lampo i tuoi passi hanno addentato il suolo addormentato sotto una lieve coltre di neve. Hai indugiato soltanto a leggere due volte un annuncio mortuario per risalire dal nome alla persona che lo portava. Gli anni, i fiori che non si devono portare, piuttosto siano opere di bene. La mano ben addentrata nella tasca del piumino ha spinto la punta delle dita nella direzione testicolare: scacciare la morte con una toccata di palle fa sempre bene, stasera poi che le hai ben piene dopo aver ascoltato dibattiti senza costrutto e spessore. 
E poi, finalmente a casa, tolte le scarpe e la giacca, un breve riassunto di una giornata da ricordare, tra cui: il racconto di una badante polacca che verteva sulla sua esperienza di cameriera d'albergo a Gioia Tauro; i leggins neri di un'infermiera in borghese che rientrava in reparto a turno finito per aver dimenticato qualcosa...

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