martedì 10 febbraio 2015

Il movimento del capitale è senza misura

«Anche se, come nel mio caso, si è tecnicamente impreparati a “leggere” dentro l’enorme bolla delle opacità finanziarie». Michele Serra.
Quanto sono irritanti queste parole di occlusione mentale: anni buttati al vento a sventolare bandierine rosse e la riprova dell'inesorabile inutilità della sinistra italiana che, oltre a citare Piketty, rifiuta in blocco la sola spiegazione, l'unica teoria in grado di rivelare perché avviene questo accumulo e come mai gran parte d'esso preferisce rimpozzare nei laghi svizzeri piuttosto che scorrere lietamente nei letti dei fiumi europei:

«La circolazione semplice delle merci - la vendita per la compera - serve di mezzo per un fine ultimo che sta fuori della sfera della circolazione, cioè per l'appropriazione di valori d'uso, per la soddisfazione di bisogni. Invece, la circolazione del denaro come capitale è fine a se stessa, poiché la valorizzazione del valore esiste soltanto entro tale movimento sempre rinnovato. Quindi il movimento del capitale è senza misura.
Il possessore di denaro diventa capitalista nella sua qualità di veicolo consapevole di tale movimento. La sua persona, o piuttosto la sua tasca, è il punto di partenza e di ritorno del denaro. Il contenuto oggettivo di quella circolazione - la valorizzazione del valore - è il suo fine soggettivo, ed egli funziona come capitalista, ossia capitale personificato, dotato di volontà e di consapevolezza, solamente in quanto l'unico motivo propulsore delle sue operazioni è una crescente appropriazione della ricchezza astratta. Quindi il valore d'uso non dev’essere mai considerato fine immediato del capitalista. E neppure il singolo guadagno: ma soltanto il moto incessante del guadagnare. Questo impulso assoluto all'arricchimento, questa caccia appassionata al valore è comune al capitalista e al tesaurizzatore, ma il tesaurizzatore è soltanto il capitalista ammattito, mentre invece il capitalista è il tesaurizzatore razionale.
Quell'incessante accrescimento del valore, al quale tendono gli sforzi del tesaurizzatore quando cerca di salvare il denaro dalla circolazione, viene raggiunto dal capitalista, più intelligente, che torna sempre di nuovo ad abbandonarlo alla circolazione.» 
Karl Marx, Il Capitale, Libro primo, Sezione II, Capitolo IV, “La trasformazione del denaro in capitale

L'occultamento dei capitali è soltanto una delle maniere, tra le più redditizie, per accrescere il valore del denaro. Soprattutto quando esso è solo la parte che affiora dei capitali sicuramente abbandonati (chissà dove perché non Italia) alla circolazione.

Aggiornamento mattutino, 11 febbraio.

Conclude Serra:
«Il denaro è come l’acqua, se ristagna puzza, se scorre produce vita. Ammesso che sia “sterco del demonio”, sparso per il mondo fa da concime. Esiste, invece, una specie di circuito stagno dentro il quale, al riparo da sguardi indiscreti, il denaro è al servizio del denaro, riproduce se stesso, elude la società. Ogni buco aperto in quelle tubazioni segrete è aria che torna a circolare.»
Smettere di interrogarsi completamente sul funzionamento sistema economico e produttivo capitalista - che, oramai, è dato come l'unico naturale possibile, il solo confacente alla vita umana - fa sì che si producano analisi moralistiche che non servono a nient'altro che a purificare le coscienze di coloro che, in fondo, si sono ben adattati al sistema e divenuti funzionali a esso. Mangiare alla mensa del capitale produce questi effetti: ogni critica radicale è elusa e e si scrivono soltanto corsivi o manuali di bon ton: divorare il mondo va bene, ma senza bava alla bocca o defecare fuori dal vaso...

2 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

Il sistema capitalista sopravvive in ottima salute agli altri perché modella l'etologia ovvero la dinamica della massa del ghiaccione (iceberg) e non lo strato di neve caduta ieri notte (la cultura) che ne ricopre la sommità.

Il capitalismo privato ha utilizzato la globalizzazione (così cara ai seguaci progressisti di Marx, i capitalisti socialisti, collettivi) per estendere la piramide, per eliminare le barriere geografiche, politiche, culturali che la partizionavano.

Se il capitalismo è etologico e la globalizzazione il suo catalizzatore, allora una contromisura deve essere la riduzione di scala al locale, alla dimensione umana, al sistema di sistematici conflitti virtuosi di interessi.
Se la piramide è piccola hai dei limiti oltre i quali non puoi crescere un po' come in un autobus affollato, una persona non può crescere a tre metri di diametro e 8 quintali di massa, qualcuno prima o poi lo impedisce a forza o... soccombe.

Perché non succede?

Luca Massaro ha detto...

Secondo me non succede perché basta uno smartphone per mandare tutto all'aria.