lunedì 27 aprile 2015

My anger's translator

Mettersi nei panni altrui non è sempre cosa opportuna, anche perché si corre il rischio, a volte, che tali panni puzzino di sudore, quindi meglio tenere i propri, cambiarsi di frequente, fare lavatrici, asciugare, pagare una signora dal culo e dalle tette stabili che poi te li stira e li ripiega e via, ricominciare a sporcarli.
Quindi non so quanto opportuno sia mettersi nei panni di un americano medio, di un americano stile il me italiano, brontolone a sufficienza, molto critico nei confronti del potere costituito, avvilito da qualsivoglia tipo di retorica sussunta, specialmente quella rappresentata dalla mano sul petto quando intonano l'inno nazionale. La mano sul petto. Della signora che stira. Alzabandiera.

Ma lasciamoci prendere all'ipotesi testè considerata. Io americano per una volta, facciamo finta, di classe media, facciamo molta finta, di quei tipi che hanno casa grande col giardino e la macchina pick-up, la moglie col cappello, l'amante in ufficio, i figli uno drogato, una pornostar e quello piccolo al collage a studiare algoritmi utili a ingrassare i capitali dei pensionati in Florida. Eccomi qui, ho appena cenato, uno stinco di porco con patate fritte intinte nel ketchup biologico, una birra, un rutto e mezzo sonno proveniente dai bassi fondi di una giornata presumibilmente faticosa. Ecco il divano, ecco la tv.



Ecco che arriva 'sto tipo ridente, un budello governativo semialcolizzato dalle guance rubizze che mi racconta che la nostra patria è l'Impero e che per rimanere tale occorre fare porcate nelle varie parti del mondo; e poi, in aggiunta, mi fa anche una lezioncina rapida di storia delle nazioni – ma lui sta parlando a me? Le losche trame messe in atto dallo Stato di cui ho cittadinanza sono rivolte alla mia abituale digestione? Per essere quello che sono, per vivere dove vivo, occorre proprio che il Potere che mi rappresenta sia composto da pezzi di merda affama popoli, seminatori di scandalo e di scisma, rottinculo di tal fatta che concorrono ridenti a mantenere la condizione umana in una sorta di stasi antievolutiva riempita di volontà di potenza, discordia, rovina e violenza perpetua?

Fammi cambiare canale. Fammi vedere il discorso del presidente, il mio presidente, così saggio ed elegante, un presidente democratico di gran classe, fammi sentire se il comico che ha chiamato per esprimere, alle sue spalle, quello che il presidente vorrebbe dire e non può è della stessa levatura del buzzone che dice veramente quello che il presidente sa e che non può dire. 


Avevo premesso dell'inopportunità di mettersi nei panni altrui. Facevo meglio a darmi retta. Mi arrabbiavo meno. Puzzavo meno, soprattutto.

4 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

> un budello governativo semialcolizzato

Guarda che quelli sono tutto fuorché alcolizzati.
Attenzione a ridicolizzare i nemici.
Sono tutt'altro che beoni.

Mi sono permesso di divulgare il documentario anche da me, citandoti.

Luca Massaro ha detto...

Grazie.
Eh sì, hai ragione: mi sono lasciato prendere la mano dalle guance rubizze.

UnUomo.InCammino ha detto...

> la nostra patria è l'Impero e che per rimanere tale occorre fare porcate nelle varie parti del mondo

Ecco un'altro documento interessante
http://www.cbsnews.com/videos/morell-we-need-to-make-iran-russia-pay-a-price-in-syria/

Sostanzialmente gli USA hanno fomentato la guerra civile nata dal collasso ecologico e lo hanno fatto per vendetta per ciò che gli iraniani – e, di conseguenza anche i loro alleati – fecero in Iraq.

Poi i "profughi" tunisini, algerini, senegalesi, pachistani, marocchini, boliviani, siriani, cinesi, bengalesi, egiziani...

Quindi collegare con questo (Soros, Clinton, No Borders e altri). Prego.


http://www.garretgalland.com/passing-parade/how-george-soros-singlehandedly-created-the-european-refugee-crisisand-why/

Luca Massaro ha detto...

Grazie degli aggiornamenti. E pensare che non mi ricordo neanche di cosa trattava il secondo video rimosso da YouTube.