mercoledì 4 novembre 2015

Celebration

Quando ci sono le celebrazioni a me, di solito, viene da dimenticare perché non sono mai preparato a fare le celebrazioni, le ricorrenze, le uggie, i lumini accesi, i ricordi di trippole e trappole, già c'è Natale e la Pasqua e il ripetersi della numismatica nel gregoriano, e quanto sono belli i giorni in cui non accade niente e tutto scorre come se non ci fosse niente da celebrare, tipo la messa.
Mi sono accorto che io, quando mi ricordo di un alcunché che coincide con un evento da celebrare di qualcuno o qualcosa, è per caso che accade, non penso mai: ecco, oggi sono dieci giorni, un anno, un lustro, o un multiplo di dieci o cento. Preferisco i numeri che non si depositano nella memoria, quelli che spezzano la regolarità, quelli che non incantano come un rosario dentro i misteri dolorosi-gaudiosi-gloriosi per ripetere, a mente ferma, le stesse preghiere.
Lo so: tutto è legato al giramento, di rotazione e di rivoluzione, quindi c'è un nesso in tutto questo. Ma dire, per esempio - e qui è il ricordo che dice - alla propria ragazza: «Sai, è un quarto di giro che si vaga nello spazio e ancora non mi hai dato un bacio» era un chiaro segno di provocazione celebrativa in modo da aumentare di gran lunga le probabilità che poi quel bacio, se avveniva, fosse dato là dove non avrei osato immaginare (la mente andava di conserva) sì da fissarlo dipoi come momento memorabile. Eppure, vedi che tristezza la memoria, io non ricordo il giorno e il mese in cui lei mi dette quel bacio lì. La stagione la ricordo senz'altro e non era questa. E l'ora, e non era questa. E la luna, neanche. Riappare solo un momento di vita che non potrà ritornare.

1 commento:

lozittito ha detto...

c'era una celebration della PFM, anche, mi pare, anzi,forse, non ricordo, che stanchezza la memoria