mercoledì 11 novembre 2015

Nudo in piedi

« Ma la verità postribolare smaschera la falsa coscienza sia di chi frequenta ostentatamente il bordello e aspira in segreto all'aureola, sia di chi occulta sotto la paura e la ripugnanza del bordello la propria inibita lascivia. La letteratura italiana del Novecento è piena di falsi puttanieri e di anime belle di cui occorrerà un giorno, con la necessaria crudeltà, fare la storia alla luce straniante della verità postribolare. Si trattasse soltanto, come in effetti si tratta, di radicalismo piccoloborghese camuffato da volontà rivoluzionaria e di un febbricioso e permanente stato puberale sublimato in spirituale macerazione, sarebbe lecito non preoccuparsi più di tanto. Il fatto è che l'emasculata elegia in cui si estenuano sia i falsi bordellieri che le anime belle cela una realtà assai più squallida e inquietante della situazione provincialesca che rivela: l'incapacità di una consapevole ed energica profanazione della condizione dello scrittore e della condizione del potere. »

Fausto Curi, Perdita d'aureola, Einaudi, Torino 1977 (pag. XV, Introduzione).

Pare, visto da un angolo mondo molto molto provinciale e per niente addentro la sala comandi e/o la sala ficacazzoboccaculo del mondo, che in Italia – e non solo in Italia – non vi sia più alcun modo di profanare artisticamente la condizione dello scrittore (più estesamente: dell'artista) e la condizione del potere; nemmeno quelli più bravi, più quotati, più intelligenti o più figli di puttana ci provano più. Niente. Non si riesce più a profanare niente, tutto viene facilmente inglobato nel sistema (di mercato) e nel rito (ecclesiastico od orgiastico, poca differenza fa).
Anche i corpi non sono più un mezzo capace di profanazione. Per carità, si possono usare anche orribilmente per violentare altra carne stanca, ma nulla più.
Gesti d'amore, lievi, forse sono le sole azioni provocatorie possibili, finché restano nell'anonimato: infatti, se divultgati, diventano facili prede del plagio pubblicitario e rituale.
L'arte e il potere, insomma, non sono più profanabili: ogni tentativo di profanazione fallisce in quanto inglobato all'interno della dura necessità mercantile.
Non esistono più le condizioni per rappresentare la caduta degli dèi, perché ogni rappresentazione è diventata lettera morta che perpetua gli empirei.

La sola profanazione possibile è quella che non si trasforma di poi in oggetto da profanare (mettere in vendita: dal rappresentante del popolo, al Nu couché di Modigliani).