domenica 1 novembre 2015

Volare basso, spegnere il telefono

Programmi televisivi, ospiti, film, libri, giornalismo, teatro, sport, cucina, televisione, politica, musica, tanta musica, risate, tante risate, lacrime, un po' meno lacrime, l'importante è intrattenere spettatori, spettatori spiaccicati, spacciati, spalmati su divani a subire il mezzo e il messaggio, le figure umane che appaiono dentro il televisore hanno sempre qualcosa da dire, da mostrare, da cantare. Figure umane pagate apposta per riempire le vite altrui di contenuti, di aspirazioni, di doppi vincoli. 
Per non remare contro i criteri logici che governano il mondo, è necessario seguire le indicazioni proposte, gli esempi, i consigli pubblicitari. Ci sono delle attese generali che vanno rispettate altrimenti, insieme ai palinsesti, potrebbero cambiare le figure. E le figure potrebbero trovarsi impreparate, nonostante l'innata attitudine al trasformismo che le caratterizza. 
13. «Il carattere fondamentalmente tautologico dello spettacolo, deriva dal semplice fatto che i suoi mezzi sono nel contempo anche i suoi scopi. È il sole che non tramonta mai sull'impero della passività moderna. Esso ricopre tutta la superficie del mondo e si bagna indefinitamente nella propria gloria.»
Non c'è niente di meglio che camminare senza scopo, a passi lenti, sulle foglie in decomposizione per sentirsi, una volta tanto, meno passivi.

_________
P.S.
Il titolo è un chiaro riferimento all'editoriale scalfariano, del quale vorrei soltanto far notare come, nella prima parte incentrata sulla vicenda Marino, l'uso del passato remoto, relativamente alla cronaca politica delle ultime settimane, teso a suggellare e chiudere, forse storicizzare definitivamente la questione, è alquanto puerile[*], nonostante la senilità dell'autore.


[*] Estratto 
«Il presidente del Pd, Matteo Orfini, nominato da Renzi commissario del Pd romano, tentò per quasi un anno di sostenere Marino della cui onestà e sincerità non dubitava. Poi si rese conto della sua totale inefficienza e, stimolato da Renzi, capì che bisognava arrivare alle dimissioni del sindaco. Tentò di convincerlo ad affrontare il dibattito in aula, ma l'altro si oppose. Poi Marino si dimise ma pochi giorni dopo ritirò le dimissioni. Alla fine il Consiglio comunale si è autosciolto e Marino, turbato e rabbioso, fece le valigie» 

Che sia una forzatura stucchevole lo si denota dalla confusa commistione dei tempi della frase finale. «Il Consiglio comunale si è autosciolto», passato prossimo per un evento avvenuto comunque prima di «e Marino, turbato e rabbioso, fece le valigie». 

Nessun commento: