domenica 17 gennaio 2016

Etica vuole

Come ripete spesso Olympe de Gouges, lo stato italiano starà in piedi finché saranno pagate le pensioni e gli stipendi statali (e parastatali), più finché una certa quota di imprese riuscirà a reggere alla competizione internazionale. Dal ponte di comando sanno tutto ciò e, per sostenere il sistema, fanno principalmente due cose: legiferano per rendere più schiavo il lavoro e più libero il capitale; continuano a indebitarsi vendendo titoli del tesoro a un ritmo forsennato.

Ma la sostenibilità ha un prezzo che, per il momento, chi è sul ponte di comando (renziani e affini) pensa di pagare anche abbaiando contro gli sprechi, quelli degli statali soprattutto.
Spiega a Repubblica il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: «Brunetta e i sindacati dicono sempre che le norme già ci sono. Ma a noi non interessa la norma come esercizio accademico, le leggi, secondo noi, devono incidere sulla realtà delle cose: chi truffa va a casa senza stipendio in 48 ore». E il diritto – come sottolineano in particolare i sindacati – di difendersi? «Se ti ho filmato che timbri per un altro, se timbri e vai a fare un altro lavoro oppure te ne torni a casa tua cosa c’è da difendersi? Etica vuole che in 48 ore sei fuori dalla pubblica amministrazione senza retribuzione».
Bu-bu, bu-bu. Abbaiatori.
Certo, qualche morso sarà dato e qualcuno - ahiloro - sentirà male: ben gli stava, visto che potevano timbrare e stare in ufficio a leggersi Aristotele o Spinoza (tanto chi gli rompeva i coglioni, la Madia?).
A ogni buon conto, tra un quarto di secolo o giù di lì, stante il blocco delle assunzioni, i demagoghi al potere non potranno né abbaiare né tantomeno mordere nessuno.
Pubblicato il Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato relativo al 2014 sugli stipendi degli statali. Le retribuzioni medie annue pro capite sono scese dello 0,5% rispetto all'anno prima. L'importo medio annuo si ferma a 34.348 euro, con 175 euro in meno rispetto al 2013. Solo nel 2008 troviamo un valore più basso (nel 2009 era a 34.522 euro).
L'età media dei dipendenti pubblici ha raggiunto nel 2014 i 49,2 anni, in aumento di quasi sei anni rispetto ai 43,5 del 2001.La Ragioneria generale dello Stato spiega che questo è l'effetto del blocco del turn over e della stretta sui pensionamenti; con la prosecuzione della stretta sulle nuove assunzioni "è pressoché certo che l'età media complessiva supererà i 50 anni forse già a partire dal 2016". Secondo la Rgs nel 2019 l'età media dei dipendenti statali sarà di oltre i 53 anni.

Morderanno se stessi, forse.

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A scanso di equivoci: so benissimo che, in rapporto ai dipendenti privati, i dipendenti pubblici hanno maggiori diritti (qualcuno potrebbe dire a giusto titolo: privilegi). So benissimo che tra lavorare per un prenditore di lavoro e lavorare per lo Stato ci sono delle differenze innegabili. Si potrebbero fare numerosi esempi. Ma questa storia del ciccino bello che fa la voce grossa sui singoli mentecatti che timbrano e poi non vanno al lavoro ha veramente fracassato i coglioni. Dirò di più: perché non osano i politici fare un discorso generale sul pubblico impiego? Perché rappresenta il più grande bacino elettorale di riserva. E non solo: vedete quell'importo di trentaquattromila e rotti euro (lordi) annui? Servono per: una partita di giro per finanziare lo Stato; per pagare la propria sussistenza (grande e piccola distribuzione, mobilità - domandate a Marchionne chi cazzo compra le Panda -), il turismo stagionale di massa; e, per i più parsimoniosi, per comprare obbligazioni subordinate all'Etruria. Rarissimi comprano kalasnikov.

Il punto è che lo Stato potrebbe anche fare a meno della metà dei dipendenti pubblici attualmente in carica (e in effetti almeno la metà è in sovrappiù soprattutto in certe zone e in certi enti di straordinaria produttività fancazzista) ma... e poi? Sarà questa la vittoria?

Manco per il cazzo, ciccini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Luca. Faccio il dipendente pubblico da 17 anni. Contratto sanità, livello D3. Ho il contratto degli infermieri, degli assistenti sociali, dei tecnici della prevenzione. Nel 2009 ho percepito circa 32000 euro. Nel 2015 sfioro i 29000. Il mio é un livello decisamente elevato, dopo il D esiste solo la dirigenza che mi sarà sempre preclusa perché nonostante l'esperienza e le capacità, ha più diritto un parente fancazzista e neolaureato di me. Tale parente ha diritto, quale salario di ingresso, ad almeno 55000 euro annui che spesso però non sono mai meno di 65000. Quel parente di solito è assunto su basi politiche, non fa un accidente e, grazie incapacità, complica la vita a chi invece vuole lavorare credendo che il termine "servizio" (che così é definito il pubblico impiego)sia qualcosa di fondante per il benessere e la tutela della società tutta. Sono stanca di metterci pezze dal di dentro e sentirmi dare della parassita dal di fuori. E li vorrei quei 34000 e rotti. Perché me li merito. Perché oggi ho lavorato a 2 gradi tutto il giorno e in luglio lavorerò a 40 senza poter nemmeno chiedere di iniziare alle sei per non rischiare il colpo di calore alle due. Perché se bevi acqua pulita, se coltivi su terra pulita, se qualcosa si riesce a ripulire, al di là delle emergenze inventate dai giornalisti che hanno zero competenze tecniche e guai farsene, é grazie a quelli come me. In vacanza con i miei figli riesco a farmi una settimana in giugno in un bungalow, ma solo se mia madre viene con me e paga metà affitto. Basta, smettetela. Mandiamo a casa i dirigenti inutili, nel mio ente ne abbiamo uno ogni quattro persone! Secondo me avremmo dei dati medi sugli stipendi decisamente più bassi, e potremmo assumere quei precari, giovani e capaci, che gli enti grazie al lavativo al governo, sono obbligati a non assumere dopo averli formati magari per uno o due anni. Sono stanca di andare a lavorare, farmi il sederino a scacchi per 1500 euro (noi le tasse le si paga sempre e le si paga tutte) e poi sentirmi insultare come fossi la feccia della nazione. A volte si, vorrei portarmi un bel romanzo, o anche Seneca. Ma io no, lo stipendio non lo rubo. E mi vado anche a prendere il caffè al bar. Tanto é uguale...
Attilia

Luca Massaro ha detto...

Grazie Attilia della tua testimonianza e benvenuta.

Sono contento che quanto ho scritto io abbia invogliato a raccontare la tua esperienza e le differenze reali che intercorrono tra chi si fa il mazzo e chi non fa un cazzo.

Torna quando vuoi, anche se di rado mi occupo di queste cose. D'altronde sono un dipendente pubblico anch'io e non vorrei mi si tacciasse di conflitto d'interessi :-D