mercoledì 20 gennaio 2016

La natura è un alibi

Una volta potevo ascoltarli, adesso non più di qualche coriandolo di frasi stracciate mi basta per capire che non stanno dicendo niente che valga la pena di ascoltare. 
Landini, Serracchiani sono soltanto meri esempi di parlare vano: discorsi politici all'apparenza contrapposti, eppure così simili nel fraintendere le cause della crisi. Si rinfacciano colpe, rintuzzano i colpi, tentano di proporre soluzioni, ma quali, se non hanno capito il problema.

Non l'hanno capito e non lo capiranno perché la loro comprensione è falsata da parole costrette dentro il sistema chiuso della merce prodotta secondo le leggi della logica capitalistica. 

Seppur con differenti modalità, il lavoro è al centro delle attenzioni per entrambi: che sia venduto o comprato nella maniera migliore purché il capitale ne assorba il (plus) valore, sì che la ruota della produzione, della vendita e del consumo giri ad un regime accettabile che garantisca soldi alla politica, al sindacato e alle altre frattaglie della rappresentanza.

Questo è il problema che non capiscono, perché è diventato sottinteso, naturale che gli uomini e le donne organizzino il loro ciclo vitale dentro tale schema senza speranza di uscirne.

Naturale...
«Se la miseria dei nostri poveri non è causata dalle leggi di natura, ma dalle nostre istituzioni, grande è la nostra colpa». Charles Darwin.

1 commento:

Fahrenheit451 ha detto...

Vero, senz'altro.
Resterebbe però da interrogarsi, avendone voglia, sul perché uno schema prettamente umano, quindi (più o meno) scelto tra altri diversi schemi ad esso alternativi, sia percepito oramai dai più come "naturale",e quindi inevitabile per definizione...