venerdì 15 gennaio 2016

Si pensa a cercare di vivere

Nel vario scorrimento di vite che si consumano, la nostra assume giocoforza una centralità dalla quale le altre si irraggiano. 
Tutti siamo centri e tutti siamo raggi e facciamo girare a vuoto la ruota della vita.
Non nego vi siano degli scopi: alti e nobili per certuni, mediocri per cert'altri, comunque per tutti - in misura maggiore o minore - interrotti dalle necessità prime della vita.
Se fosse tutto facile, come respirare, una delle poche cose necessarie gratis.
Quasi tutto il resto: è un comprare, è un vendere. 
D'accordo: l'amicizia, l'amore, la pietà, l'avversione non rientrano nella lista; eppure anche tali affezioni si esprimono nell'ambito dello scambio merceologico, non ne sono affatto liberate.
Ogni vita è misurabile in termini di denaro, perché alcuna vita è aldilà di questo medium. Persino coloro che vivono ai margini della relazione - sia per eccesso, sia per difetto - sono dentro, non ne sono esenti.

Vediamo se con un poema di Danilo Dolci mi esprimo meglio.

«Noi non abbiamo la testa alzata
l'abbiamo dentro il sacco, operai,
non pensiamo niente
pensiamo solo lavoro lavoro lavoro,
un manovale cosa può pensare?

Alla mattina vai al lavoro
tutto il giorno sei su quella linea
per un pezzo di pane, tutto il giorno,
licenziamenti in vista, mi fuma la testa.
Dopo una giornata a faticare
anche la testa è stanca,
dentro, i figli te la fanno scoppiare,
e l'indomani ricominci da capo
senza un largo, un respiro,
non sono libero a infilarmi in discussioni,
certe volte mi vien voglia di morire.
Mia moglie dice - Non aver paura -,
non ha paura se ci penso io.
Il lavoro mi dà un poco di vita
ma me la ferma.

Nasce un uomo, vede quello che c'è alla luce,
cosa sappiamo?
Quello che non ti passa per le mani
si può immaginare ma non si capisce.
Quello che non ti passa per le mani
nella vita è di più.
Come può fare l'uomo per capire?
Si ha la mente confusa a districarsi.
Non mi piace il mondo - Si salvi chi può -,
se uno ha uno scopo, cammina.

Adesso che sono operaio guadagno di più
ho l'assistenza medica alla famiglia,
ho le marche per la vecchiaia,
c'è più sostanza dentro la famiglia.
Prima, inventando ogni giorno il mio lavoro
nelle campagne, sulla montagna,
la vita stessa mi faceva pensare tante cose.
Mi sono rimaste dentro tante domande
ma seppellite,
c'è qualcosa che mi si spegne dentro,
non ci posso arrivare,
si pensa a cercare di vivere».

da Poema umano, Einaudi, Torino 1974

1 commento:

lozittito ha detto...

questo ci dice quanto sia essenziale che la figura dell' intellettuale venga definitivamente lasciata da parte a favore di quella di un proletariato che comprende per sè la maligna radice del suo sfruttamento e della sua alienazione