venerdì 22 aprile 2016

Dorme il servo e il signore veglia


«La bianca aurora aveva appena permesso allo sfolgorante Febo di asciugare, con l'ardore dei suoi raggi, le liquide perle dei suoi capelli d'oro, quando don Chisciotte, scuotendo la pigrizia dalle sue membra, si alzò in piedi e chiamò il suo scudiero Sancho che ancora russava; don Chisciotte, vedendo ciò, prima di svegliarlo disse:
Oh, tu, beato fra tutti quelli che vivono sulla faccia della terra, che senza provare invidia né essere invidiato dormi con spirito sereno, non essendo perseguitato dagli incantatori e spaventato dagli incantesimi! Dormi, ti dico ancora, e ti dirò altre cento volte, senza che la gelosia per la tua dama ti tenga in continua veglia, né che ti desti la preoccupazione di dover pagare i debiti, o quella di dover provvedere da mangiare ogni giorno per te e la tua piccola e afflitta famiglia. Non ti inquieta l'ambizione, non ti affatica l'inutile sfarzo del mondo, giacché i limiti dei tuoi desideri non vanno al di là del pensiero del tuo giumento, anche perché quello della tua persona grava sulle mie spalle, contrappeso e carico che la natura e la pratica hanno imposto ai signori. Dorme il servo e il signore veglia, pensando a come fare per nutrirlo, educarlo e ricompensarlo. L'angoscia di vedere che il cielo diventa di bronzo, senza soccorrere la terra con la necessaria rugiada, non affligge il servo ma il signore, il quale deve sfamare, nell'aridità e nella carestia, chi lo ha servito nella fertilità e nell'abbondanza».

Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancha, Parte seconda, capitolo XX (traduzione di B. Troiano e G. Di Dio, edizioni Newton, Roma 2007)

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«È uno degli esperimenti più noti della psicologia moderna e fu pubblicato da Martin Seligman sul Journal of Experimental Psychology nel maggio del 1967. Funziona così. Si prende un gruppo di cani e li si divide in due gruppi chiudendoli in box da cui non possono uscire. Ai cani del primo gruppo vengono date delle scosse elettriche, che possono interrompere spingendo una leva. A quelli del secondo gruppo vengono date le stesse scosse, ma non c’è niente che possano fare per interromperle. Poi, nella seconda parte dell’esperimento, i cani vengono trasferiti in box da cui possono uscire evitando così le scosse. I cani del primo gruppo scappano appena capiscono che i tecnici del laboratorio stanno per far partire le scariche, mentre quelli del secondo gruppo non scappano, restano immobili e subiscono passivamente le nuove scosse. Pensano che non ci sia nulla da fare, e sono rassegnati.
L’esperimento è tornato in mente a Jeff Sparrow, giornalista e saggista australiano, a proposito dei Panama papers e delle reazioni in giro per il mondo. Tranne qualche caso isolato, per esempio in Islanda, non ci sono state sollevazioni popolari o tumulti di piazza. “In un sistema sociale sano, i Panama papers avrebbero dovuto rappresentare un punto di svolta”, ha commentato Fredrik deBoer su Foreign Policy, invece per molti “è stato come sentirsi dire dai genitori che Babbo Natale non esiste: la conferma di un sospetto covato da tempo”. Ogni nuovo scandalo che passa come se niente fosse, che resta impunito senza che nulla cambi, è un altro precedente che viene stabilito.
E, come i cani di Seligman, ci convinciamo che non c’è niente da fare. Perché “la verità, in sé, non porta alla libertà. Al contrario, non c’è niente di più deprimente che capire come funziona il mondo e al tempo stesso avere l’impressione di non poter fare nulla per cambiarlo”. In questo, i mezzi di informazione svolgono un ruolo che alimenta paradossalmente proprio quella depressione, concorrendo a determinare l’assuefazione provocata dalla ripetizione di scandali e rivelazioni. Ma gli esseri umani, dice Sparrow, si comportano (spesso) in modo diverso dai cani e possono imparare rapidamente: “Cosa pensate che avrebbero fatto i cani dell’esperimento di Seligman se avessero avuto la possibilità di affondare i denti nella carne dei loro tormentatori?”.» Giovanni De Mauro, Internazionale, n. 1150

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Quando ci si avvicina a un weekend cosiddetto prolungato (quelli con un ponte di mezzo o una festa in più) i supermercati - nonostante oramai essi offrano aperture festive senza interruzioni - registrano un'impennata nelle vendite: la gente vi accorre e riempie sino allo spasmo i carrelli acquistando tutto due volte più del bisogno, per timore che qualcosa possa mancare a soddisfare fame, sete, toelettatura di vario ordine e tipo. Questo fenomeno accade, beninteso, nella “tranquilla” parte di mondo in cui la maggior parte della popolazione può permettersi di adempiere a certi obblighi di sussistenza. Nel resto di mondo, svincolata da questi obblighi perché afflitta da ben altre necessità primarie, si agogna paradossalmente a una conduzione di vita simile: lo si può constatare benissimo nelle facce multicolori della cospicua percentuale migrante che partecipa nelle nostre contrade al rito della spesa (in alcuni casi con l'ausilio di buoni acquisto forniti da enti caritatevoli o altro tipo di erogazione statale). Comunque sia, tutto questo mondo ruota intorno alla merce, compreso l'uomo, merce particolare, l'unica in grado di mantenere in vita questo sistema di scambio. La società umana più progredita è organizzata nei descritti termini di produzione, vendita, consumo e scarto - e ripartire da capo una volta completato il giro. Ciclo, questo, che si crede definitivo, connaturato all'umanità - diversità tecnologiche con il quale si perpetua a parte.

Insomma, si vive per lavorare e si lavora per sopravvivere. 

Tutto questo cosa c'entra col sonno di Sancho e coi cani di Seligman?
Sarà meglio vada a dormire, sennò abbaio.

1 commento:

UnUomo.InCammino ha detto...

Molto interessante.
Da sempre affermo che è la parte sommersa del ghiaccione (iceberg), la caratterizzazione bioevolutiva e i meccanismi neurologici a determinare l'etologia e non la cultura/razio.
E' il motivo per cui un approccio che considera solo la parte emersa dalle acque, un approccio che non contempli questa caratterizzazione bioevolutiva (o addirittura che la neghi, come nelle morali della sinistra) e' destinato a fallire rovinosamente.