martedì 30 agosto 2016

Sulla nostra bandiera

Gira gente strana all'università (Jerry?) Luiss. Gente che parla l'italiano, gente che parla l'inglese, gente che applaude, gente che fa lezione, gente che ascolta la lezione, gente che fa domande in inglese e gente che risponde in americano. Eppure è un'università seria la Luiss, una delle poche che, da alcuni lustri, sa offrire al Paese gente destinata a far parte dei quadri della classe dirigente. Quadri appesi, senza cornice: tagli sulla tela: fica Fontana.

Digressione: passano in diversi per Roma, individui della stessa specie, giri simili: Papa, Quirinale, Palazzo Chigi, Roma, Firenze, Venezia... Una volta i capitalisti erano più discreti, magari si presentavano con degli oggettoni da presentare alle autorità per poi essere messi sul mercato - ricordiamoci l'Avvocato con la Tempra. Tempo fa, quello di Instagram al Quirinale s'è fatto la fotina col Presidente: avrà ritoccato il selfie con quei musarini d'animale del cazzo? Dio, quanto mi fanno schifo. Comunque ho scoperto che anche il Quirinale ha l'account Instagram: novemila e passa follower, zero persone seguite. Neanche un collega, chessò: la Casa Bianca, Buckingham Palace, l'Eliseo...

Ma io ho da capire perché gli studenti e compagnia cantante al seguito hanno bisogno di queste lezioni per imparare che. Pulire i cessi con orgoglio ed esser grati al padrone di farlo. Nagamori un cazzo: muoiono sempre per ultimi, i santoni, nonostante la ruggine che incrosta il loro pensiero schiavista. 
Ve la insegno io una cosa, gratis. Dovremmo liberarci dal lavoro, altre che no. 
«Nello stesso tempo la classe operaia, indipendentemente dalla servitù generale che è legata al sistema del lavoro salariato, non deve esagerare a se stessa il risultato finale di questa lotta quotidiana. Non deve dimenticare che essa lotta contro gli effetti, ma non contro le cause di questi effetti; che essa può soltanto frenare il movimento discendente, ma non mutarne la direzione: che essa applica soltanto dei palliativi, ma non cura la malattia. Perciò essa non deve lasciarsi assorbire esclusivamente da questa inevitabile guerriglia, che scaturisce incessantemente dagli attacchi continui del capitale dai mutamenti del mercato. Essa deve comprendere che il sistema attuale, con tutte le miserie che accumula sulla classe operaia, genera nello stesso tempo le condizioni materiali e le forme  sociali necessarie per una costruzione economica della società. Invece della parola d'ordine conservatrice: "Un equo salario per un’equa giornata di lavoro", gli operai devono scrivere sulla loro bandiera il motto rivoluzionario: "Soppressione del sistema del lavoro salariato"».  
Karl Marx, Salario, prezzo, profitto.

4 commenti:

giovanni ha detto...

La soluzione per non lavorare c'è e ne ha scritto uno più di cento anni fa: bisogna recarsi nel campo dei miracoli, senza dimenticare i cinque zecchini.

Luca Massaro ha detto...

Convengo sia difficile immaginare, figuriamoci realizzare, ma ti prego, per quel che vale un po' di amor di specie, di considerare il presente uno stadio storico piuttosto limitante la natura umana e di conseguenza immaginare soluzioni meno scontate, già intraviste, soprattutto nel lato di ciò che deve essere soppresso - che non è il "lavoro" in sé, bensì il lavoro salariato - moderna forma di schiavitù.

Olympe de Gouges ha detto...

Marx parla del lavoro salariato, non del lavoro tout court. dunque non il lavoro divenuto soltanto mezzo di vita, ma del lavoro quale primo bisogno della vita. ma perché perdere tempo con queste cose ...

UnUomo.InCammino ha detto...

I proletari, gli operai, sono terribili borghesi, come osservava Mao.
E' quello che non capite, voi marxisti: avete un dogma completamente fasullo per cui i proletari, solo per il fatto di essere senza capitale e senza controllo sui mezzi di produzione, siano, per qualche strana ragione, eletti, moralmente superiori, che prendono la distanza dal modello capitalista (peraltro non è un modello ma etologia, è come voler scalddare il ghiaccio o raddrizzare le gambe ai cani).
Non c'è cosa più smentita dalla realtà.
In tutto questo le castalie di marpioni de Il Partito sono state furbissime a sfruttare gli strati medi e bassi della piramide sociale, sostituendosi a clero, nobiltà e borghesia nel loro sfruttamento (vedi i kompagni della sinistra al caviale con i conti milionari).
Lenin li ha spazzati a colpi di ramazza per prendere il loro posto.
Come osserva Massimo Fini, metterlo nel culo al popolo col suo consenso.

Peraltro Karl Marx ha realizzato la propria nemesi, diventando questo oppio in sostituzione di quelli tradizionali.
La biologia insegna, la competizione tra specie simili è seconda solo a quella intraspecie, come durezza.